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Bungaro, l'ultimo dei guardastelle

Pubblicato da: Categoria: PROTAGONISTI

13
FEB
2019
Tony Bungaro è lo pseudonimo di Antonio Calò, ma è più conosciuto al grande pubblico semplicemente come Bungaro: nome d’arte che rappresenta il cognome della madre.
Negli ultimi anni il cantante e cantautore brindisino sta girando di città in città l’intera penisola italiana, sempre in giro per teatri ed auditorium a portare in scena la sua musica d’autore. Bungaro ha certamente una voce soffice, leggera, elegante che dona un tocco di vera raffinatezza alle sue canzoni. Ma ciò che colpisce agli ascoltatori, prima ancora delle tonalità vocali, è certamente il suo stile di scrittura, il modo di comporre versi e intersecare rime e parole. Di una semplicità unica, fantastica.
Basta ascoltare uno dei primissimi successi presentati nell’edizione di Sanremo del 2004, presentato allora da Simona Ventura, che solo pochi giorni ha compiuto il quindicesimo compleanno: “Guardastelle”. Un inno all’amore, alla vita, alla natura contenuto nella raccolta “Il valore del momento”, un album contenente importanti brani pop e jazz. Un testo dolce e un brano orecchiabile dedicato e scritto inizialmente per Lucio Dalla, suo grande amico.
Come sua grande amica è peraltro la rossa Fiorella Mannoia, una colonna della musica italiana, per la quale ha scritto oltre una decina di brani. Uno tra tutti è la famosissima “Io non ho paura”, un pezzo intenso ma altrettanto forte come significato essendo interamente dedicato agli ultimi, al sud, a un mondo che non cessa mai di deporre le armi e fare la guerra. Come anche premiatissimo è stato il brano “Perfetti sconosciuti”, riconosciuta dalla critica come una delle colonne sonore più originali in ambito cinematografico (già in nomination al David di Donatello di Firenze).
Per non parlare de “Il mare immenso”, uno degli inediti scritti e confezionati per Giusy Ferreri nel 2001, che tanto ha spopolato nelle radio e non arresta tuttavia l’onda delle programmazioni. Qui Bungaro parla dell’amore, visto come sentimento totalizzante ma che affonda le sue radici nelle piccole cose e nei piccoli gesti quotidiani della vita. 
Dopo l’exploit e una serie infinita di collaborazioni con artisti italiani quali Emma, Mengoni, Malika Ayane solo lo scorso anno - fortemente voluto da Baglioni - Bungaro è salito sul palco dell’Ariston per presentare “Imparare ad amarsi” in trio insieme con Pacifico e Ornella Vanoni: che si è rivelato un vero successo radiofonico, se solo si pensa a tre timbriche elegantissime e particolarissime, oltre che un capolavoro letterario composto da parole semplici ma allo stesso tempo toccanti e intrise di un intenso significato.
 
 
Ancora il 2019 un anno in crescendo con la firma di “Aspetto che torni” per Francesco Renga, una voce italiana assai potente e dotata: valore aggiunto di un testo molto dolce, sensibile e introspettivo che lo stesso interprete, coautore, ha voluto dedicare e cantare per ricordare la madre scomparsa prematuramente. Una classe letteraria confermata durante la terza serata dell’ultima kermesse proprio dall’esibizione in duetto dei due artisti, con il privilegio unico di avere in sfondo la coreografia classica di Eleonora Abbagnato e Friedman Vogel (cosa che non capita certo tutti i giorni!). 
Bungaro è un salentino. Uno che ama la sua terra, le sue radici. Un artista vero che porta l’eleganza e la cultura oltre la propria Puglia, e che confeziona le sue canzoni con passione e amore esclusivo per il proprio mestiere: probabilmente due ingredienti che lo rendono uno dei più interessanti e ricercati autori del panorama musicale italiano.


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