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Francesco Vaiasuso/Io, posseduto

Pubblicato da: Categoria: COVER

20
SET
2013
Fenomeni psicotici o misteri della fede? L’autore de “La mia possessione, come mi sono liberato da 27 legioni di demoni” racconta la sua esperienza di una lotta interiore tra bene e male, tra lo scetticismo della Chiesa ufficiale e il conforto di alcuni religiosi
 
 
Quando si assiste a una volta epocale nella storia della Chiesa, cioè all’elezione al Soglio Pontificio di una figura come quella di Papa Bergoglio, persino gli atei decidono di entrare in azione. Ripulire lo Ior, parlare di povertà, di terzo mondo, e ascoltare la massima autorità morale (il Papa) fa ringalluzzire prima gli atei e poi i credenti. Mentre per i primi si tratta di questioni attinenti la politica, per i secondi la questione permane sul piano della fede. Il discorso è poi contraddetto dal fenomeno della possessione diabolica che, in sé e per sé, pone agli occhi di tutti il messaggio fondamentale della fede: il mistero. Qui, invece, atei e credenti si dividono. I primi considerano il fenomeno inquadrabile in qualche paradigma della psichiatria, per i secondi invece, ecco rispuntare il mistero. Una cosa è certa: il Papa è amato oggi da tutti perché parla di cose concrete (legittimamente la gente ha bisogno di atti concreti). Ma è amato anche da coloro che non hanno mai creduto né alla Chiesa né al Mistero. E la fede, però, è mistero. Non è solo politica: per questa basterebbero i politici, non i Papi. L’ipocrisia potrebbe essere semplificata e compresa facendo un becero paragone: se dico che in questo campionato di calcio la Juve ha giocato bene, e non mi sono mai occupato di calcio, che ne parlo a fare? Allo stesso modo un ateo dovrebbe infischiarsene se Papa Bergoglio parla dei poveri. E un credente non dovrebbe aver bisogno che la massima autorità morale parli di povertà perché parlarne dovrebbe essere cosa naturale: verrebbe prima il “mistero”. Ovvero l’essenza della fede. 
 
Francesco Vaiasuso è un gallerista d’arte. Una persona normalissima ma con un’esperienza significativa alle spalle che lo ha segnato per sempre.  Ha deciso di testimoniarla con un libro dal titolo “La mia possessione, come mi sono liberato da 27 legioni di demoni”, scritto insieme a Paolo Rodari, Giornalista de Il Foglio (ha scritto con Padre Gabriele Amorth L'ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana, Piemme, 2011).  
Lunedì 23 settembre, alle ore 20.00 presso il Chiostro della Chiesa di San Domenico, Francesco sarà a Martina Franca a presentare il suo libro e parlare della sua testimonianza, oltre a lanciare un profondo messaggio di fede. Perché la fede, arrivando al nocciolo della questione, è una cosa semplice da capire: o credi o non ci credi. Certamente, però, nel cercare di rimanere quanto più possibile asettici da una valutazione (non rientra tra le regole del buon giornalismo), la vicenda di Francesco Vaiasuso è l’esempio lampante della divisione tra atei e credenti. Tra secolarismo e religione. Forse anche tra scienza (medica) e fede. Si tratterebbe alla fine di ascoltare la sua storia, e decidere di crederci o meno. Non è compito di chi scrive, né di chi legge, dare giudizi. Francesco Vaiasuso ha vissuto una possessione. Lui parla di ventisette legioni di demoni. Di forze oscure che minacciano la stabilità di una persona, di pratiche occultistiche “soprannaturali”che imperversano nella società che, paradossalmente, non crede che ci sia “qualcosa al di sopra della natura”. 
 
Fino a 31 anni Francesco non immaginava neppure lontanamente quale realtà prendeva possesso del suo corpo. Fino all’incontro con un sacerdote esorcista, padre Matteo La Grua. Ebbe inizio da quel momento una quotidiana lotta con le forze delle tenebre per riuscire a scacciare gli spiriti demoniaci che hanno condizionato segretamente la sua esistenza. Questa sconvolgente testimonianza è il racconto in prima persona di una vita trascorsa da posseduto dal demonio, fino al giorno di quel primo esorcismo che, seguito da altri innumerevoli riti, lo porterà alla completa liberazione.
 
Francesco, puoi spiegarci cos’è una possessione?  
«La possessione è un argomento complesso da spiegare. A differenza delle “ossessioni” e “vessazioni”, la possessione interagisce nel corpo, nell’anima e nella mente. Ovviamente la nostra coscienza rimane a Dio. Il demonio  infatti mai potrà entrare totalmente nella coscienza poiché questa appartiene a Dio. In genere la possessione comporta uno stato di trance. Nel mio caso specifico entravo in completa possessione: Satana, con le sue legioni, aggrediva il mio corpo infierendo su di esso, sulla mia mente e nella mia anima; anche le mie emozioni, i desideri della vita, venivano intrappolati dalle forze del male. Persino i cinque sensi venivano compromessi: il gusto, il piacere, ecc. A volte il mio sguardo era completamente assente». 
Francesco, dici di essere stato posseduto da ventisette legioni di “demoni”? possiamo chiamarli così?
«Sì. Sono strutturati in questo modo. Satana è il capo. Io spesso faccio l’esempio delle tipiche organizzazioni mafiose. Satana stesso, sotto esorcismo spiegava questa gerarchia dove ci sono dei capi. Ogni plotone ha un capo, faccio l’esempio di Asmodeo, uno dei capi di queste legioni, che ha il compito di distruggere tutti i matrimoni. Ogni legione ha un compito ben specifico».  
Nel momento in cui avvenivano le tue più eclatanti manifestazioni di “avversione al sacro”, cosa succedeva? Avvertivi la loro presenza, riuscivi a sentirli? Parlavano a te?
«Avveniva questo: alle mie spalle mi trovavo un’immagine sacra, ad esempio. E dentro di me sentivo  vivide delle urla del tipo “No, no, no! Brucio!”; io mi giravo e mi rendevo conto che c’era qualcosa di sacro intorno a me. Agli inizi non mi rendevo conto di cosa mi stesse succedendo. Ma capii allora che queste legioni si “svegliavano” puntualmente quando c’era qualcosa di sacro intorno». 
Per trentadue anni sei stato posseduto. Nel 2002 sei andato a Palermo da Padre La Grua, famoso esorcista, in compagnia di tua moglie Daniela. Che ruolo ha avuto tua moglie in questa vicenda?
«Devo prima dire questo: la mia possessione all’inizio si manifestava con malattie che io curavo con la medicina. Soffrivo di asma bronchiale, otite, allergie ed eczemi pruriginosi in tutto il corpo, e pruriti agli occhi. Poi anche tanti dolori alla schiena. Quando incontrai un Gesuita, Fratello Ferro, che cominciò le prime preghiere di liberazione, mia moglie Daniela era contraria a questo tipo di cose, come fossero una mia suggestione. Quando poi, insieme a Fratello Ferro, recatici da Padre La Grua, è fuoriuscita la verità, mia moglie ha cambiato idea completamente. Quindi l’aiuto di mia moglie divenne fondamentale». 
Nel libro che hai scritto si parla dell’origine di questo problema che hai vissuto: un viaggio in America che facesti insieme alla tua famiglia. Da piccolo. Ce ne parli?
«In quel viaggio c’è il movente della mia storia. Fu un viaggio di piacere. Al ritorno di quel viaggio, dopo pochi  giorni cominciarono i problemi fisici. Mi svegliai una notte con una crisi di asma respiratoria. Dove mi diagnosticarono l’asma bronchiale». 
Avevi quattro anni, quando facesti quel viaggio. Ti fecero bere un calice di sangue durante una seduta spiritica, in pratica. 
«Esattamente. Quel rito fu  celebrato quando avevo quattro anni. Mi ci portò un’amica di famiglia. Non ricordo nulla di tutto. Ma ricordo invece del viaggio». 
Poi chi ti ha rivelato quello che successe?
«Paradossalmente potremmo dire che la cosa, esorcismo dopo esorcismo, nel momento in cui Satana si manifestava dentro di me, egli iniziava a parlare, costretto. E rivelò questo episodio. Nel libro se ne parla. Lui cominciò a raccontare il come e perché è entrato».  
Quindi perché ha voluto “possederti”?
«Lui entrò attraverso il rito. Se partecipiamo anche involontariamente o per gioco ad una seduta spiritica, ad esempio, Satana non sta a valutare. Tu gli apri la porta e lui entra». 
Si vede spesso Padre Amorth in tv che invita a non prendere parte a sedute spiritiche, a non praticare cartomanzia, divinazione. Cosa senti di consigliare a coloro che, anche in un momento di debolezza, si rivolgono a maghi, divinatori, cartomanti, ecc?
«Io ho conosciuto persone, in pessime condizioni spirituali, cioè in lotta contro il demonio, incastrati solo per il fatto di aver accompagnato la cugina o la sorella dal cartomante. Già per il fatto di andare in quei luoghi, da quelle persone, Satana comincia a prendersi l’autorità sulla tua anima.  Consideriamo che non è solo questo. Oggi siamo circondati dalle culture new age: yoga, reiki, e tante altre pratiche che aprono le porte all’occultismo. E la meditazione, ad esempio, apparentemente può apparire come un qualcosa di innocuo, ma in realtà apre le porte all’occulto. Diventano pericolossissime.  In quei casi occorre una confessione: una grande manifestazione di fede; non tanto andare dal sacerdote, ma iniziare una vita con i sacramenti. I nostri problemi non possiamo risolverli da soli, meditando, o  altro, ma solo attraverso l’aiuto di Gesù Cristo. Quindi con la preghiera. La cultura new age invece è molto “individualista”: ci fa credere che non possiamo risolvere i problemi da soli, senza Dio». 
Ma cultura new age è oramai un linguaggio comune della nostra cultura: corsi di Reiki, Yoga, che sembrano innocui. Possibile che sia tutto “male”?
«Putroppo sì. Anche se molti non credono. Io continuamente riscontro situazioni di gente che poi viene “vessata” - se non posseduta - dal demonio proprio dopo aver praticato queste cose.  Anche praticando queste forme di apertura all’occulto “parziali”, si viene inconsapevolmente imbevuti dal maligno. La meditazione comporta un forte utilizzo della mente dell’uomo. Perciò Satana colpisce furbescamente prima la mente, la indebolisce, e si rimane risucchiati in questo vortice. E’ pericoloso».
Però tendenzialmente si crede che la possessione celi in realtà una patologia psichiatrica. Che ne pensi?
«Anch’io agli inizi ero diffidente. Immediatamente una persona non è portata a pensare al soprannaturale, e partiamo da questo punto.  Evidentemente nessuno ha mai avuto a che fare con esperienze di questo tipo, né io prima che mi rendessi conto di quello che mi stava succedendo. Quindi anche gli psichiatri che mi visitarono rimasero senza parole:  io parlavo lingue sconosciute, tra cui l’aramaico antico. Venivo a conoscenza di fatti e avvenimenti di persone, fatti che dovevano ancora accadere. Avevo premonizioni che satana utilizzava per confondere chi stava intorno a me.  Il mio corpo scivolava sul pavimento, da solo, per quindici metri, con le spalle a terra senza che nessuno mi toccasse, in tre secondi.  Per non parlare del fatto che quando cadevo a terra il mio corpo si impennava, la nuca restava appoggiata sul pavimento e il corpo si impennava facendo addirittura oscillare le gambe come se ci fosse qualcuno a spingerle dal basso. Com’è possibile che non ci si accorga, durante questi fenomeni, che si parla di cose che sfuggono alla medicina e alla psichiatria?».
Per chiudere: la Chiesa, ufficialmente, quando ha appreso la tua storia, cos’ha detto? 
«Nella mia diocesi ho avuto un vescovo che mi ha remato letteralmente contro.  A malincuore mi ha nominato un esorcista a 400 km da dove risiedevo. Si immagini le difficoltà. Non ha compreso la situazione.  E siamo rimasti vittime dello scoraggiamento, della paura.  Mi sentivo isolato. Grazie  al Signore, alla mia famiglia che mi ha sostenuto in tutto, con amore. E ne sono uscito fuori. Ma la mia diocesi era assente. In compenso poi ho trovato  vescovi, come Andrea Gemma, sacerdoti padre Rufus Pereira.  Conoscevano le tematiche e si presero a cuore la mia vicenda.  Se avessi aspettato la mia diocesi, diffidente, sarei entrato nel vortice della psichiatria. Non voglio condannare la psichiatria. Ma rimasi male quando il vescovo della mia diocesi, che abitava a pochi metri da me, e visitava le famiglie degli ammalati, escludeva la nostra casa: ci rimanevo molto male». 
 
 



Commenti:

Donatella 12/GEN/2015

Grazie per la testimoniamza noi stiamo ancora ricevendo esorcismi e preghiere di liberazione.il nostro cammino e' stato molto ma molto ostacolato.che DIO ti benedica la tua nuova VITA CON GESU' donatella

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