MENU

Maddalena Costa/Parliamo proprio di quello

Pubblicato da: Categoria: COVER

6
GIU
2014
Argomento difficile il sesso, ma l’autrice de “Le perversioni di Ninè” raccoglie la sfida e l’erotismo diventa per lei soggetto di foto, di scritti e di incontri dove le donne vincono sempre, alla faccia delle cinquanta sfumature
 
 
Un paio d’anni fa, con la trilogia delle cinquanta sfumature, la scrittrice E.L. James si è affermata nel panorama internazionale dando vita a un genere di letteratura destinato a far parlare di sé molto a lungo: quello erotico. Moltissime sono state le autrici che hanno cavalcato l’onda del successo, da Silvia Day a Irene Cao. E la letteratura erotica, in breve tempo, è approdata anche in Puglia attraverso l’arguta penna di Maddalena Costa. Se pensaste tuttavia che l’accostamento a queste autrici sia dovuto, cadreste indubbiamente in errore. Perché Maddalena non si paragona affatto a James & co. e non ama etichettarsi come una scrittrice puramente erotica – e, se è per questo, neanche come scrittrice, quanto piuttosto come “autrice di emozioni”. Prima di questo romanzo, infatti, ha scritto svariati racconti e poesie, alcuni dei quali sono già stati pubblicati in diverse antologie, si è classificata al quarto posto in un importante concorso letterario con un racconto breve incentrato sulla violenza delle donne, e ha vinto il primo premio per il concorso di letteratura erotica Ocse Awards 2013, guadagnandosi un posto in finale anche quest’anno. Insomma, un’autrice che spazia con disinvoltura da un argomento all’altro, che ha scelto audacemente di cimentarsi nella scrittura di un tema così delicato, come quello della sessualità.
 
Già, argomento non facile. Come mai hai deciso di scrivere un libro erotico?
«Non ho scelto io l’erotismo, è stato l’erotismo probabilmente a scegliere me. In realtà è nato tutto molto per caso, inizialmente sotto forma di blog. Nel novembre del 2012, infatti, ho iniziato a scrivere racconti erotici su un blog ideato da me, “La scriva di Nia”. Ovviamente non scrivevo solo quel genere, ma anche poesie varie e altri scritti. Fino a quando a un certo punto si è creata una sorta di confidenza con i lettori, i quali ci tenevano a raccontarmi le loro “avventure”, aprendomi virtualmente la porta delle loro camere da letto. E così, traendo spunto da quelle storie, romanzandole molto e aiutandomi anche con un bel po’ di fantasia, ho dato vita a uno scritto decisamente più corposo. Coloro che già seguivano gli scritti di “Nia” hanno iniziato a chiedermi dove avrebbero potuto leggere l’intero romanzo e così mi sono detta: “Perché no? Proviamo a inviarlo a qualche editore”. A rispondermi è stata la Damster Edizioni di Modena, la quale ha creduto nel mio testo e ha deciso di pubblicarlo».
 
Negli ultimi anni la letteratura erotica ha avuto un incredibile successo. E pensare che è partito tutto dalle 50 sfumature…
«Devo dire, tuttavia, di non essermi fatta influenzare da questo. L’idea di scrivere “Le perversioni di Ninè” è avvenuta gradualmente e, attraverso i racconti sul blog, è lentamente maturata. Forse anche a causa del proliferare di romanzi del genere, in molti mi hanno accusato di aver scelto un percorso facile. Temo però che chi consideri facile scrivere un romanzo erotico, non solo non ne ha mai letto uno, ma non ha mai neanche provato a cimentarsi nella scrittura di racconti del genere. Non è facile abbandonare temporaneamente le proprie inibizioni e lasciar scorrere sulla carta emozioni e sensazioni che appartengono a una sfera molto, molto privata. Inoltre non ho trattato esclusivamente il genere erotico: mi piace puntare molto sull’introspezione psicologica dei personaggi, creando un connubio fra erotismo e poesia. E poi con una novella che parla di violenza sulle donne, mi sono classificata al quarto posto in un importante concorso nazionale. Dunque, non scrivo solo di erotismo. Ma si sa, quando si affrontano certe tematiche è inevitabile che ci si esponga ad alcune critiche». 
 
Ci vuole un certo coraggio per affrontare il pubblico dei lettori, soprattutto sapendo di correre il rischio di subire tali illazioni.
«Infatti non è stato affatto semplice. Ho appreso con rammarico, del resto, che molte delle persone a me vicine non hanno reagito molto bene all’uscita del romanzo. La mia famiglia, in particolare, ha avuto qualche problema ad accettare il fatto che avessi voluto pubblicare “Le perversioni di Ninè” senza ricorrere ad alcuno pseudonimo. Li capisco, viviamo in una città dove ci si conosce un po’ tutti e naturalmente quando si toccano alcuni temi e si svelano alcuni tabù, ci si mette sotto i riflettori. I miei genitori, persone stimate e perbene, ci hanno messo un po’ a comprendere le mie ragioni; abbiamo passato un periodo difficile, ma ora, con mia grande gioia ce lo stiamo lasciando alle spalle. Capisco un po’ meno la reazione dei miei fratelli, entrambi più giovani di me. Data la loro età pensavo che l’avrebbero presa meglio, ma mi sbagliavo. Ma sono fiduciosa che le cose ritornino presto com’erano prima. In una famiglia ci possono essere divergenze d’opinione, incomprensioni… ma l’amore, quello non deve mai essere messo in discussione. E io sono la stessa di sempre, romanzo erotico o no». 
 
Hai anche due figli. Loro, invece, come l’hanno presa?
«Caterina, che ha diciannove anni, sicuramente meglio di suo fratello Francesco, che ne ha undici. Mia figlia ha affrontato tutto con maggiore serenità; per i suoi compagni sono diventata una sorta di eroina. I ragazzi tendono ad ammirare gli adulti che rompono gli schemi. Per il piccolo è stato forse più difficile capire cosa scrivo e perché. Diciamo che è stato più combattuto».
 
Scrittrice, mamma… e so che sei anche fotografa. Come riesci a far tutto?
«Sono sempre super-indaffarata! Premetto però che non mi considero una scrittrice, è una parola troppo grossa. Diciamo che sono un’autrice di emozioni. Così come per la fotografia, ecco… in quel caso sono un’autrice di immagini! (ride, ndr). Per il resto mi destreggio fra mille cose: la scrittura, che fortunatamente è terapeutica – come dico sempre “Ci sono giorni che scrivo per sedare il mio sentire, altri in cui potrei solo sedarmi” –; la fotografia; il blog “La scriva di Nia”; un secondo blog che curo sulla pagina della casa editrice Damster “ExtrogeNia”, scritto però a firma di Niné; un programma radiofonico, scritto e condotto da me, su Radiodeltauno che si chiama “Sex pills – Intrusioni pubbliche e private”. Cos’altro? Ah sì, talvolta faccio anche da segretaria al mio compagno che fa l’avvocato».
 
Accidenti! Una giornata di ventiquattr’ore non credo ti basti! Quali progetti hai in vista?
 «Mi sto occupando di un progetto itinerante insieme alla psicosessuologa Antonella Palmitesta. Si tratta di una serie di incontri, o meglio degli aperitivi erotici, nei quali si affrontano svariati temi. Li abbiamo chiamati ApErotic. Il primo appuntamento si è tenuto il mese scorso a Massafra e abbiamo parlato di autoerotismo e di orgasmo femminile; il prossimo invece si terrà a Grottaglie e dialogheremo sull’orientamento sessuale, per chiarire la differenza tra orientamento e genere, che purtroppo non è così chiara a tutti. Sarà un pretesto naturalmente per sdoganare alcuni tabù, o almeno ci proveremo. Inoltre, per Natale dovrebbe uscire il secondo romanzo, che darà un seguito alla storia di Ninè. Un giovane regista, Daniele Filograna, mi ha chiesto di realizzare dei cortometraggi incentrati sul primo romanzo e addirittura un film sul secondo. Speriamo bene».
 
Dunque dobbiamo aspettarci una trilogia, secondo tradizione?
«Chissà. Sinceramente non ci ho pensato e non ne ho la più pallida idea. Le cose cambiano e si evolvono in fase di scrittura. Mi auguro di concludere la storia di Ninè con questo secondo volume, ma se dovessi sentire che c’è ancora molto da raccontare, allora… vedremo!».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor