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Salvatore Perillo/IOMIMPEGNO

Pubblicato da: Categoria: COVER

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LUG
2014
Un progetto vincente, dall’elevato valore simbolico: integrare nel tessuto sociale della città i rifugiati politici attraverso le immagini della loro vita esposte nelle vetrine dei negozi. È l’idea di un giovane che riesce ad armonizzare l’impegno nel sociale con quello per la politica
 
Incontriamo Salvatore Perillo nel gazebo di “#IOMINTEGRO” che, per l’intera giornata di sabato scorso, 28 giugno, è stato installato nella centralissima via D’Aquino di Taranto; con lui tanti rifugiati politici di diverse nazionalità che incontrano i cittadini e distribuiscono brochure ai passanti.
 
Salvatore Perillo, come è nata l’idea di “#IOMINTEGRO”?
«Prima di parlare dell’iniziativa “#IOMINTEGRO” dobbiamo fare un passo indietro: da circa quattro anni, presso il Convento di Sant’Agostino di Massafra, il Progetto “Motus Animi” – finanziato dal “Ministero degli Interni - Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati” – vede lavorare in sinergia l’Amministrazione Comunale di Massafra, la Caritas Diocesana di Taranto e l’Associazione di Promozione Sociale “Rinnovamento & Partecipazione”, di cui sono Presidente. Grazie alla sensibilità di Martino Tamburrano, Sindaco di Massafra che ha voluto credere nel Progetto “Motus Animi”, in questa ex struttura monastica realizziamo, a favore di richiedenti asilo politico e protezione internazionale, numerose attività per la loro accoglienza e l’integrazione». 
 
Non parliamo di semplici immigrati quindi, quelli che stanno arrivando a migliaia in queste ore, ma dei cosiddetti rifugiati politici…
«Sì, esatto. Il progetto “Motus Animi” prevede che vengano svolte anche attività per la promozione di una cultura dell’integrazione e per la diffusione dei risultati conseguiti, e a tal fine – grazie alla fiducia di Don Nino Borsci, Direttore della Caritas Diocesana di Taranto e Presidente della Comunità Airone – già da due anni organizziamo il Premio Taras Pax: nato da una splendida idea di Don Nino stesso, il Premio Taras Pax individua persone che possono rappresentare per i cittadini modelli positivi ai quali ispirarsi affinché si possa andare incontro ad una società che, pur nelle sue differenze, sia tollerante, accogliente, generosa e civile, nell’ultima edizione è stato premiato anche S.E. Rev.ma Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto».
 
E tra questa attività di diffusione c’è anche “#IOMINTEGRO”?
«Sì: in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno di ogni anno in tutto il mondo, abbiamo pensato di realizzare una iniziativa che rappresentasse una vera occasione di integrazione tra i rifugiati politici assistiti dal Progetto “Motus Animi” e i cittadini del territorio che li ospita, non il solito convegno che, per quanto interessante, rimane circoscritto agli “addetti ai lavori”, ma una iniziativa che riuscisse, in modo discreto e non invasivo, a presentare ai cittadini i rifugiati politici, un modo per far dire loro: “noi siano tra voi e con voi, e questa è la nostra vita!”».
 
In pratica avete voluto farli diventare protagonisti di questa iniziativa?
«Più che protagonisti, direi “soggetti attivi” di questa loro esperienza di integrazione della quale sono prevalentemente destinatari di attività e servizi, ovviamente studiati e realizzati da altri: questa è stata la sfida di “#IOMINTEGRO”».
 
E come ci siete riusciti?
«Ai rifugiati politici ospitati nel Convento di Sant’Agostino di Massafra abbiamo fornito macchine fotografiche con le quali, assistiti da un esperto fotografo, loro stessi hanno realizzato immagini della loro vita di tutti i giorni “riprendendosi” l’un l’altro; così sono state “scattate” tantissime fotografie che rappresentano il loro vissuto attuale, questa esperienza di integrazione dal loro punto di vista. Tra queste abbiamo scelto una trentina di foto che abbiamo fatto stampare, su un idoneo supporto, in grande formato; inoltre, abbiamo realizzato una brochure per spiegare ai cittadini l’iniziativa “#IOMINTEGRO” e il progetto “Motus Animi”. L’ideazione di “#IOMINTEGRO” , in particolare, è stata condivisa e partecipata da tutti i soci dell’APS “Rinnovamento & Partecipazione”, tra questi un apporto eccezionale è stato quello del segretario generale, l’avvocato Tatiana Margherita».
 
Perché nelle vetrine dei negozi?
«Se avessimo realizzato la mostra fotografica in una location tradizionale, come un museo o una sede istituzionale, sarebbe rimasto un evento ad appannaggio dei “soliti noti”, invece abbiamo deciso di esporre le fotografie nelle vetrine dei negozi del centro di Taranto in modo che tantissime persone potessero vederle, realizzando così una vera integrazione: con il linguaggio delle immagini, quello che per definizione non ha bisogno di traduzione alcuna, nonché attraverso le condivisioni sui social network (ecco perché l’inserimento dell’hashtag nel titolo) i rifugiati si sono presentati e hanno illustrato questa loro esperienza di integrazione ai cittadini; questo è stato possibile grazie alla collaborazione di Confcommercio Taranto che, nella persona del Presidente Leonardo Giangrande, ha voluto sposare l’iniziativa».
 
E poi il gazebo…
«Nella giornata conclusiva di “#IOMINTEGRO”, sabato 28 giugno, abbiamo installato nella centralissima via D’Aquino, nei pressi della Chiesa del Carmine, un gazebo dove sono state distribuite le brochure e, inoltre, alcuni rifugiati politici hanno incontrato e socializzato con i cittadini. Un vero successo, un emozionante momento di vera e autentica integrazione».
 
E la barca esposta nel gazebo?
«I ragazzi hanno voluto mostrare a tutti questa realizzazione artistica, creata da loro con la guida del performer Giovanni Guarino: una enorme barca di carta, a rappresentare la fragilità della loro esistenza in questo momento, con tante scritte nelle loro lingue e disegni che li rappresentavano, mentre le fiancate erano dipinte da un lato verde, il colore della speranza, e dall’altro rosso a rappresentare il calore e la passione che pervade la loro vita odierna».
 
“#IOMINTEGRO” è stata anche una iniziativa altamente simbolica: che valori avete voluto diffondere?
«La libertà, ovvero l’autodeterminazione che stanno riconquistando questi giovani amici, l’uguaglianza mostrando con le fotografie che i rifugiati politici sono persone assolutamente uguali a noi, anche nei momenti di vita quotidiana, e, infine, la solidarietà che deve muoverci nel relazionarci con persone che hanno abbandonato tutto per fuggire la guerra o la persecuzione politica».
 
Valori che dovrebbero muovere anche i politici. Lei fa politica, li applica anche in questa sua esperienza?
«Mi consenta di correggerla: io non “faccio” politica, io mi “impegno” in politica. Penso, infatti, che la politica debba rappresentare un contributo di impegno che ognuno di noi apporta, in base alle proprie possibilità e sensibilità, al “bene pubblico”, superando egoismi o calcoli di tornaconto personale. Sì, in effetti i tre valori cardini della mia esistenza - Libertà, Uguaglianza e Solidarietà - sono quelli sui quali ho improntato da tempo la mia esperienza politica, ai quali aggiungerei la tolleranza verso le diversità di opinioni e pensiero che, in un confronto basato sul rispetto, possono anzi rappresentare una straordinaria risorsa e una opportunità di crescita».
 
Lei è molto giovane, e ricopre già un incarico di grande responsabilità politica, quello di Responsabile Organizzativo provinciale di Forza Italia: non ne sente il peso?
«Certo, sarei ipocrita a negarlo, ma allo stesso tempo rappresenta un enorme stimolo ad impegnarmi al massimo per ricambiare chi ha voluto riporre fiducia nella mia persona, in tal senso colgo l’occasione per ringraziare il Coordinatore Provinciale di Forza Italia, l’onorevole Gianfranco Chiarelli, che ha avviato un profondo processo di rinnovamento e riorganizzazione del nostro partito in Provincia di Taranto».
 
C’è una parola che da sola esprime “#IOMINTEGRO”?
«Citerò Papa Francesco: «non lasciatevi rubare la speranza». Oggi la “speranza” è la parola chiave dell’esistenza de rifugiati politici ai quali abbiamo dato voce con “#IOMINTEGRO”, cioè la speranza di potersi creare una nuova vita in qualche angolo del mondo, magari sul nostro territorio, facendosi poi raggiungere dalla moglie e dai figli lasciati a casa, o la speranza di poter un giorno tornare in patria. E, consentitemi, la “speranza” di noi giovani di riuscire a costruire una Italia più giusta, una Italia in cui salute e lavoro riescano a coesistere, in cui nessun giovane debba lasciare il proprio Paese per andare a cercare un lavoro altrove».
 
Più che una speranza, questo sembra più un sogno…
«Le rispondo con un’altra citazione, una bellissima frase di Eleanor Roosevelt, la moglie del presidente USA del New Deal: «il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni», e questa nostra Italia ha urgente bisogno proprio di un New Deal, come quello che rilanciò gli Stati Uniti d’America dopo la grande crisi del 1929. Ci riusciremo? #IOCIPROVO!».
 
 
 


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