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Il Professore/A volte (T)Ornano

Pubblicato da: Categoria: COVER

28
NOV
2014
Direttamente da Zelig arriva con le sue lezioni di etologia umana, attingendo molto dai suoi tic anche se ci tiene a precisare: «Non è vero che odio mia suocera!»
 
Ligure, 42 anni, sposato, due figli, ama leggere e scrivere, tifa Genoa, sta vivendo il suo miglior momento nell’edizione di quest’anno di Zelig, palcoscenico di molti comici di successo.
Lo abbiamo incontrato per i lettori di Extra.
 
Chi è l’etologo il prof. Ornano e come nasce ?
«Il personaggio nasce dall’imitazione della voce di un mio amico fraterno con il quale ci conosciamo da quando avevo 16 anni. Lui è un vero etologo e per scherzo una sera a cena tra amici mentre mangiavamo una pizza al laboratorio Zelig di Genova raccontavo il suo modo di spiegare la natura e gli animali imitando la sua voce. Un comico molto bravo di Genova cui devo tanto, Daniele Raco, mi fa: “ma, cavoli, fallo questo personaggio, è fantastico!”. Il personaggio poi si è evoluto e ho cominciato a parlare anche di comportamenti e abitudini umane».
 
Quanto c’è di te nel Professore ?
«C’è molto di me in tutti gli spunti che prendo dalle dinamiche di coppia, quando parlo del rapporto uomo/donna e dei figli. Sono esperienze che ho vissuto anche io o chi mi sta intorno. Ovviamente io non sono così nevrotico, freddo e scientifico come vedete nei miei monologhi però una base di verità c’è. E nemmeno mia moglie è così cerbero come può sembrare nei miei racconti. Anche il rapporto con i miei suoceri non è così come lo racconto perché se li odiassi davvero non vivrei più».
 
Dopo le tue esibizioni a Zelig Off, sei approdato a Zelig nel 2010. Raccontaci...
«Prima non facevo il comico ma solo teatro. Avevo fatto un monologo a teatro dove interpretavo tanti personaggi. Un mio amico mi suggerì di portare uno di questi al provino per il laboratorio di Zelig di Genova. Non era il personaggio dell’etologo ma era uno che interpreto nei miei spettacoli teatrali, un life coatch, ossia quei formatori professionali che danno ricette per affrontare la vita come se fossero diete alimentari. Nel provino ho conosciuto uno degli autori storici di Zelig, Carlo Turati e da lì in poi ho cominciato a fare vari provini che faccio ancora oggi per verificare se i testi piacciono o meno».
 
Tra i partecipanti a Zelig di questa edizione chi ti fa ridere particolarmente ?
«Per me il numero uno in assoluto è Giuseppe Giacobazzi. Mi piace molto anche Alessandro Betti quando fa il rapper Sdrumo. Ho poi dei legami di amicizia con lo stesso Giacobazzi e anche con Enrico Bertolino che è un altro che mi piace molto insieme al Mago Forrest e Ale e Franz».
 
Tra i personaggi che interpreti qual è il tuo preferito?
«Ce n’è uno che mi diverte molto e che non è ancora mai andato in televisione e non so se mai ci andrà. Trattasi di un attore bipolare che alterna momenti di grande autostima a momenti di forte depressione. Più che interpretare i personaggi il mio è un po’ un modo per fare i monologhi».
 
Cosa vuol dire per te fare cabaret?
«Vuol dire divertirmi. Non c’è nulla di gratificante che far ridere la gente. C’è un film americano molto bello che si chiama “L’ultima battuta” (1988) con Tom Hanks e Sally Field in cui raccontano le vite degli stand-up comedian americani. Loro dopo aver trascorso una giornata con la propria famiglia, la sera andavano a fare gli stand-up comedy. Quando i figli chiedevano alla comica perché andasse a fare ogni sera questi show, lei rispondeva che lo faceva perché far ridere la gente la faceva sentire speciale. Ed è sempre gratificante far sorridere non solo sul palcoscenico ma anche nella vita di tutti i giorni con gli amici».
 
Il tuo modo di fare cabaret come lo definisci?
«Lo definisco teatrale perché utilizzo le immagini per far ridere. Un comico strepitoso in questo senso è Paolo Migone che ha fatto scuola. Io invidio tanto quei comici che hanno la capacità di fare battute strepitose».
 
Cosa credi che piaccia di te al pubblico?
«Probabilmente il fatto che io riesca a farli rispecchiare in certe situazioni che racconto».
 
Ti senti di più teatrale o televisivo?
«Sicuramente a me piace fare teatro e la figata di Zelig è questa. E’ uno spettacolo live in un teatro enorme che viene registrato senza pause e il pubblico è vero e paga per venire a vederci. E’ la dimensione ideale per un comico per potersi esprimere per me quindi lunga vita a Zelig già solo per questo motivo».
 
Il tuo comico preferito?
«Ce ne sono tanti ma il mio preferito era Robin Williams».
 
Ti ispiri a un artista del passato?
«Mi piacciono in generale i comici americani da stand-up comedian».
 
Un elemento importante per far ridere?
«E’ raccontare cose vere in modo non predicatorio, che facciano ridere innanzitutto me stesso, cose che ti appartengono e che hai vissuto. Non riuscirei mai a scrivere un pezzo se innanzitutto non facesse ridere me».
 
Vuoi dare un consiglio a chi si affaccia al tuo mondo?
« Il consiglio è di farlo per divertirsi. Deve essere una esigenza non un obiettivo. Se poi il tutto si evolve in un mestiere ben venga. Deve inoltre scrivere, provare e fare tanto live .. tanto palco fondamentalmente, con la gente di fronte per verificare l’impatto che hanno le cose che scrivi »
 
Nella vita di tutti i giorni chi è Antonio Ornano?
« Una persona come tante con una moglie, due figli e con un lavoro normale oltre a quello del comico».
 
Chiudi i tuoi monologhi/sfoghi con la frase “allora muori preda!”. E’ un modo per?
«Esatto, è catartico. E’ liberatorio. Sono quegli sfoghi che magari uno fa da solo chiudendosi in bagno o nella propria auto incavolandosi o quando chiude una telefonata. E’ questo che magari piace alla gente perché sono tutte cose che magari nella vita uno non ha mai avuto il coraggio di dire ma le ha pensate».
 
Se non avessi fatto il comico cosa avresti fatto?
«Forse lo psicologo perché mi piace ascoltare la gente».
 
Molti comici di Zelig hanno poi anche recitato in diversi film anche di successo, Ale e Franz, Checcozalone, Claudio Bisio. Se un giorno ti proponessero un film quale ruolo ti piacerebbe interpretare ?
«Non saprei guarda. L’importante che sia qualcosa di spessore con un senso e una storia».
 
Progetti futuri ?
«A breve termine mi piacerebbe fare un tour teatrale e una sit-comedy».
 
In Puglia quando vieni a trovarci ?
«Mi piace un sacco la Puglia. Al momento non saprei dirti ma vediamo tra la fine dell’anno e il 2015. Io poi ho un sacco di amici in Puglia. Anzi approfitto per salutare quei due cialtroni di Marco e Chicco alias Marco Colonna e Francesco Donato (un duo di Trani che ha partecipato a Zelig Off e a Made in Sud tra gli altri, n.d.R). Con loro ho partecipato a una edizione di Zelig, sono bravissimi».
 
Antonio ti ringraziamo e ti mandiamo i saluti dei lettori di Extra.
«Grazie a voi».
 


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