MENU

Stefano Coletta/Il differente

Pubblicato da: Categoria: COVER

12
DIC
2014
 
E’ l’assessore enfant prodige della politica martinese, quello che in breve tempo ha fatto breccia tra la gente che si è divisa tra i tanti che lo amano e i pochi che, più che odiarlo, lo invidiano. E’ quello che più di tutti ha risvegliato emotivamente la città dal torpore nel quale era caduta. Ora che dopo due anni di lavoro è vicino al traguardo più importante che si era prefisso, traccia un primo bilancio e divide i meriti con tutti i suoi compagni di viaggio
 
 
Assessore, la prima domanda non può non riguardare “la madre di tutte le gare” cioè quella per il nuovo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Possiamo parlare di obiettivo raggiunto? 
«Finalmente dopo tanti anni, oggi Martina Franca ha il suo bando di gara per il nuovo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Posso dirlo con orgoglio. Sono passati 22 anni da quel lontano 1992, quando fu pubblicata l’ultima gara (vinta dalla Tradeco, ndr) che prevedeva la durata del servizio per un decennio, diventato in seguito, di rinnovo in rinnovo, un ventennio. Certo, dal 2003 a oggi si sarebbe potuto fare il nuovo appalto, ma così purtroppo non è stato. 
Oggi abbiamo scritto una pagina di storia importante perché, formalmente, finisce un percorso e ne inizia uno nuovo, inizio che coincide con la pubblicazione del nuovo appalto prima sulla Gazzetta Ufficiale Europea e successivamente sulla quella italiana e sul sito del Comune.
Attenzione però perché Martina Franca, a oggi,  ha il suo bando, non il nuovo servizio. Dobbiamo dirlo chiaramente. Il nuovo servizio la città l’avrà nel momento in cui ci sarà una ditta che si aggiudicherà definitivamente l’appalto. Quella che andremo a fare è una gara europea, per cui bisogna stare attentissimi in ogni singola fase. C’è da seguire un iter ben preciso, disciplinato dalla legge che, comunque, anche nei tempi potrebbe essere interrotto a causa di eventuali ricorsi».
 
E’ un risultato al quale si è arrivati con un caparbio gioco di squadra, una squadra che ha in Stefano Coletta il suo capitano ma che, allo stesso tempo, è fatta di tanti validi giocatori.
«Non piace la definizione di capitano. E’ vero, c’è stata una squadra, un grandissimo lavoro di  squadra che ha visto impegnati tutti nella stessa maniera: dal Sindaco ai consiglieri comunali, dai tecnici a tutti i cittadini che ci hanno voluto dare un suggerimento. Abbiamo ascoltato tutti, affinché il nuovo servizio fosse costruito a misura di “martinese”. A questa “squadra” va il ringraziamento. 
Voi conoscete bene la mia attenzione verso l’ambiente, che non nasce certo oggi, e non dimentichiamo che la raccolta dei rifiuti è stato uno dei principali temi della passata campagna elettorale oltre a essere uno dei motivi per i quali mi sono candidato.
Era il mio grande obiettivo, era il grande obiettivo dell’amministrazione comunale.
Voglio rivolgere un ringraziamento particolare alle opposizioni che,  nei consigli comunali, nelle commissioni o nei convegni, hanno fatto da pungolo alla nostra attività.
I risultati che avremo dall’inizio del nuovo servizio, non riguarderanno esclusivamente l’amministrazione o la maggioranza, riguarderanno tutta la città».
 
A questo proposito, che risposta pensi di avere dalla città?
«La risposta deve essere assolutamente positiva e sono certo che così l’avremo. Lo abbiamo visto a giugno quando siamo stati impegnati in una corsa contro il tempo per evitare l’ecotassa. Grazie anche a un  grande lavoro di sensibilizzazione, che ha coinvolto tutta la città, siamo riusciti a ottenere ottimi risultati. 
Se in questi sei/sette mesi che precedono l’avvio, noi riusciremo a comunicare in maniera perfetta tutti gli aspetti del nuovo servizio,  sono sicuro che i cittadini saranno pronti e la risposta sarà più che positiva. 
Poi ovviamente ci sarà una fase di start up che sarà gestita dall’impresa aggiudicatrice, la quale dovrà comunicare tutto quello che è previsto nel servizio.
Vogliamo garantire una comunicazione efficace; ci saranno i “facilitatori”, ovvero ragazzi che entreranno nelle case spiegando come il servizio sarà effettuato, come la gente dovrà conferire i rifiuti.
In avvio non sarà facile perché, diciamoci la verità, oggi abbiamo un servizio che non sarà efficiente ma è “comodo.” Avere il cassonetto sotto casa ci toglie qualsiasi problema.
Ma la città ci ha chiesto un  nuovo servizio e credo che i martinesi saranno contenti di essere, finalmente, al passo con i tempi».
 
Cosa ci guadagneranno i cittadini da tutto questo?
«Sicuramente ci guadagneranno in termini di vantaggi ambientali. Fare la raccolta differenziata, prima di tutto significa rispettare l’ambiente, perché si attiva tutta una filiera di riciclo che permette di recuperare gran parte del rifiuto che viene trasformato in risorsa.
Ci saranno anche dei vantaggi dal punto di vista lavorativo, perché non dimentichiamo che oltre ai facilitatori (ragazzi di Martina che saranno impegnati in questo lavoro) il nuovo servizio prevede il porta a porta che potrà funzionare al massimo solo se la ditta assumerà nuovo personale.
Avremo quindi 20/30 posti di lavoro in più che, di questi tempi più che in altri, non è cosa di poco conto. 
Indubbio sarà il vantaggio economico. Se saremo bravi a differenziare, a raggiungere buoni livelli, anche dal punto di vista economico sicuramente avremo dei benefici.
Oggi con una differenziata all’8%, spediamo 2,6milioni di euro per il conferimento in discarica; se, come mi auguro, la percentuale salirà almeno al 60% questo costo si abbatterà notevolmente e ne beneficeranno tutti. Certo, parte di quel risparmio sarà investito nell’assunzione di nuovi operai, per questo è necessario che vengano raggiunte percentuali elevate, altrimenti tutto il lavoro fatto sarà vanificato».
 
A proposito del costo di conferimento, c’è una battaglia che state combattendo sul tavolo dell’ATO.
«Esatto. Con il sindaco Franco Ancona in prima linea, stiamo cercando di portare al centro del dibattito in seno all’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) il costo del conferimento in discarica. Se ogni anno questo costo sale di 10/15 euro a tonnellata, tutti i risparmi realizzati con il nuovo servizio andranno “bruciati” insieme ai rifiuti. Un dato su tutti: dal 2009 a oggi si è passati da un costo di 89 a 120 euro a tonnellata. Se questo trend continua, non so quanto arriveremo a spendere di smaltimento nei prossimi anni. 
Per questo il sindaco Ancona ha chiesto più volte in ATO la convocazione di un’assemblea che abbia all’ordine del giorno i criteri della formazione della tariffa di smaltimento». 
 
Per arrivare alla gara, ci sono voluti due anni di lavoro nell’abito dell’ARO TA/2; quanto è stato difficile rapportarsi con le altre amministrazioni?
«Non è stato semplice, però, a dire il vero, pensavo peggio anche perché avevo raccolto delle informazioni su quello che era successo a Martina negli anni scorsi, quando si tentava di arrivare al nuovo appalto insieme ai comuni dell’ATO.
Invece ho trovato delle amministrazioni molto disponibili, vuoi anche il fatto che quasi tutte erano come Martina in grave difficoltà per via di servizi vetusti, e avevano anche loro la voglia di cambiare. E’ ovvio che c’è stata qualche difficoltà che abbiamo superato grazie all’ottimo lavoro degli uffici. Il percorso del nostro ARO è stato uno dei più virtuosi in Regione, basta pensare che siamo stati il primo ARO tarantino e il terzo in Regione a pubblicare l’appalto dei rifiuti. 
Non è facile mettere insieme i comuni, ma ce l’abbiamo fatta. Alla fine, sono stati tanti altri comuni della Puglia hanno chiesto a noi delle informazioni.
Voglio sottolineare una cosa davvero importante: nella redazione del piano industriale per il servizio raccolta, noi abbiamo ottenuto la collaborazione gratuita del CONAI, fatto che ci ha permesso di risparmiare tanti soldi e avere un ottimo piano».
 
In questi due anni e mezzo, in termini servizio, non era possibile ottenere qualcosa in più dalla Tradeco?
«Tutto è possibile e nulla è impossibile. Però credo che lo sforzo che abbiamo fatto per migliorare il servizio esistente, sia visibile a tutti.
Senza spendere un centesimo in più, senza chiedere ai cittadini un euro in più, se non le tasse chieste dallo stato, il servizio è stato migliorato in maniera netta. Siamo passati dal 4 all’8% di differenziata. Può sembrare nulla, ti viene anche da esclamare: che schifo; però con un servizio del ’93, raddoppiare la differenziata deve essere un motivo d’orgoglio per la città.
Ottenere un incremento del 100% con un sistema così vecchio, così malandato, è al limite dell’incredibile perché, alla fine, non abbiamo attivato nessun porta a porta, non abbiamo attivato nessun servizio nuovo. Tutto questo per un motivo abbastanza semplice: non ci andava di chiedere ai martinesi altri soldi per migliorare un servizio prossimo alla pensione. 
Ora abbiamo servizi che prima non avevamo e che oltre a essere a costo zero, ci consentono un risparmio; mi riferisco alle raccolte degli indumenti usati, degli oli esausti, dei cartoni. Per quest’ultima abbiamo riconosciuto alla Tradeco semplicemente quello che non diamo alla Cisa per lo smaltimento, per cui nessun costo per i cittadini e nessun costo in più per l’Amministrazione.
Tra le altre cose, abbiamo fatto cambiare i cassonetti, utilizzando quelli buoni che la Tradeco aveva nei vari depositi oppure nei fine cantiere. Voglio ricordare anche: la costante pulizia delle strade, di alcune aree verdi, delle caditoie. A tutela dei dipendenti, abbiamo chiesto e ottenuto la revisione dei mezzi, le tute nuove, il rispetto delle norme di sicurezza, la giusta erogazione delle tredicesime. 
Siamo entrati nelle scuole per realizzare il progetto di raccolta differenziata, c’è stata la collaborazione per le attività di sensibilizzazione ambientale, realizzate in diverse domeniche da alcune associazioni. Ci voleva solo la volontà nel fare le cose. Noi lo abbiamo chiesto, loro lo hanno fatto».
 
Quanto ti ha fatto cresce questa esperienza?
«Ti dico la verità: tantissimo. Era il mio più grande obiettivo. Quando l’ufficio mi ha avvisato che l’appalto era stato pubblicato, non ti nascondo che mi sono emozionato tantissimo. 
Era la battaglia che combattevo da più di due anni e non credevo che il bando venisse pubblicato così in fretta. Poi c’è stata la straordinaria coincidenza della data, il 26 novembre, che per me costituisce una data fortemente simbolica: era il compleanno di mio padre. Sarà il caso, io non credo molto nel destino perché penso che ognuno se lo costruisca da sé,  però è accaduto anche questo. E’ stato un percorso forte, emozionante.
Sono cresciuto tantissimo anche perché mi ha dato al possibilità di confrontarmi, di parlare con tante persone raccogliendo le loro lamentele e dando una risposta concreta ai loro problemi».
 
Quanto ti ha fatto invecchiare?
«Tantissimo. E invecchierò ancora di più, almeno  spero, perché significherà che avremo raggiunto davvero il nostro obiettivo e ci sarà tanto da fare. Immagino già cosa significheranno i primi giorni del nuovo servizio. Prevedo il caos più totale, quindi faremo i capelli più bianchi. Nei prossimi mesi dovremo lavorare il triplo di quanto fatto finora, senza perdere il sorriso e la disponibilità di sempre.  Non abbiamo fatto ancora nulla, il bello inizia ora».
 
La tua attenzione nei confronti dei randagi, parte dal fatto che tu politicamente sei un randagio, nel senso che non hai padrone?
«Io sono innamorato dei cani, per cui quando vedo un anima in pena vagante per la strada da un lato mi viene un senso di colpa perché vorrei fare di più ma purtroppo la legge non lo permette; dall’altro mi ricorda me stesso perché come “randagio” della politica non ho mai avuto padroni. La mia fortuna è quella di essere libero nel pensare come nell’agire, rapportandomi semplicemente con i rappresentati del territorio così come previsto dai rapporti istituzionali.
Dovrò sempre ringraziare Franco Ancona per la fiducia riposta in me, ma anche per il semplice fatto di aiutarmi, così come fa con tutti gli assessori giovani, in tutte le cose che facciamo. 
Il Sindaco lascia tantissima libertà, ogni cosa che facciamo è pensata e studiata da noi, però lui è presente in ogni fase. Noi giovani abbiamo la voglia di fare, di combattere; lui, invece, ha l’esperienza politica.
E’ ovvio che il fatto di non aver padroni, non significa non accettare i consigli o non accettare le buone pratiche di persone importanti come, per esempio, Donato Pentassuglia.
Donato per me è un modello da seguire perché lui svolge, dalla mattina alla sera, un grande lavoro per il territorio. Non è mai fermo,  è sempre in giro per l’interesse della collettività. Quella voglia di fare che lui ha la trasmette con molta facilità a tutti noi che lo abbiamo come esempio politico da seguire».
 
A proposito di randagi, il lavoro svolto finora, indubbiamente, non ha precedenti. Però c’è una questione in sospeso: il canile. 
«Per il canile abbiamo raggiunto l’obiettivo di ottenere dalla Regione Puglia un finanziamento di 80mila euro per ammodernare la parte sanitaria. A questi soldi andremo ad aggiungerne altri 80mila per ammodernare anche la parte rifugio. 
E’ un fatto, non è una semplice promessa, non sono parole al vento perché c’è un impegno di spesa. Se non avessimo delle leggi così restrittive, sarebbe stato tutto più facile perché seguire per intero l’iter necessario porta via moltissimo tempo. Comunque il canile sarà riammodernato nel più breve tempo possibile. Lo dobbiamo ai veri protagonisti, che sono i gestori e i volontari  ai quali va il mio ringraziamento per l’amore con il quale ogni giorno si prendono cura dei cani». 
 
E’ vero che i fondi messi a disposizione per le adozioni non sono stati utilizzati completamente?
«Zero. I soldi per le adozioni non sono serviti a nulla; nemmeno un’adozione è stata fatta.
Io non ero favorevole a quel provvedimento, sia chiaro, perché credo che se uno vuole veramente adottare un cane, non ha bisogno di 400euro.
Comunque l’abbiamo fatto ugualmente per andare incontro agli animali perché pensavamo che questo incentivo avrebbe liberato dei posti nel canile, che sarebbero stati occupati dai cani che sono per strada e rischiano ogni giorno di morire investiti o peggio ancora avvelenati. 
Purtroppo però, ripeto, in un anno non è stata effettuata nemmeno un’adozione di uno dei cani del canile comunale». 
 
Sei l’assessore più cliccato di Facebook; in proporzione sei più seguito di Shakira. E’ una cosa che ti fa piacere o ti spaventa? 
«Non mi spaventa, però nemmeno mi può fare tanto piacere. Bisogna stare molto attenti perché così come oggi hai un numero così elevato di persone che ti seguono, domani puoi cadere nell’anonimato e ottenere l’effetto opposto. A volte si rischia di essere pesanti o di passare per megalomani o cose del genere». 
 
Utilizzi i social in maniera mirata, sai dove andare a parare?
«Partiamo dal presupposto che per me la comunicazione è un aspetto fondamentale di qualsiasi attività. A maggior ragione in politica credo che quando si realizzano delle cose, e per questo sono anche stato preso in giro, bisogna dirlo. Per trasparenza e per un minimo d’orgoglio. E’ giusto che sia così, quello che si è fatto non bisogna nasconderselo dietro. Se uno raggiunge un obiettivo è giusto che lo dica, che lo faccia sapere soprattutto se è un risultato che interessa tutta la città». 
 
Parliamo di sport e dell’intuizione della Festa dello Sport. La vicinanza dell’amministrazione a tutte le realtà sportive di Martina Franca è un altro dato di fatto.
«Secondo me Martina ha un potenziale o meglio aveva un potenziale inespresso enorme,  perché abbiamo un tessuto sociale, culturale, turistico, sportivo incredibile.
Avere oltre 70 associazioni sportive in un territorio di 50mila abitanti non è cosa da tutti.
Martina aveva semplicemente bisogno di essere stimolata e noi l’abbiamo fatto in tutti i settori. L’ha fatto Tonino Scialpi in ambito culturale come Pasquale Lasorsa in quello turistico.
Nello sport ho cercato di dare del mio anche da questo punto di vista, ed è stato estremamente semplice, semplicissimo, perché mi è bastato creare un albo delle associazioni sportive (che fino ad allora non c’era), e invitarle più volte a discutere in assessorato.
La prima preghiera fatta alle associazioni è stata quella di considerare le strutture sportive comunali come la loro casa. Dire solo: portate tutti più eventi sportivi possibili, noi puntiamo su di voi, non vogliamo nulla, non vi chiederemo neanche l’affitto del palazzetto per lo svolgimento di eventi di livello. Ora abbiamo una serie incredibile di manifestazioni che riempiono il calendario fino ad agosto 2015. 
Abbiamo realizzato questa festa dello sport che è un bellissimo contenitore sportivo, culturale e anche turistico dove ogni associazione può esprimere in maniera libera e gratuita la propria arte. 
L’abbiamo fatto in maniera molto semplice; come amministrazione non abbiamo speso quasi nulla, abbiamo semplicemente detto: prendete la piazza e fatela vostra. E loro l’hanno saputo fare. 
Ogni sera vedere i vetri appannati delle palestre, per me è un motivo d’orgoglio. Significa che le strutture comunali vengono utilizzate bene, che li dentro c’è del lavoro, del sacrificio che viene ricompensato in tanti modi.
Anche per lo sport abbiamo già ottenuto dei finanziamenti regionali e continuiamo a partecipare a tutti bandi possibili.
Ora, una volta che hai raggiunto i primi obiettivi, bisogna affinare ancora di più l’attività politica e cercare di puntare a progetti più lungimiranti, più importanti, come potrebbe essere la realizzazione del nuovo stadio o di una nuova area sportiva».
 
Ci sono circostanze in cui percepisci che la città non collabora e allora ti dici: chi me la fa fare?
«A volte sì, perché mentre insieme a tanti altri ragazzi cerchiamo di dare il massimo, sporcandoci le mani lasciando da parte giacca e cravatta, altri a mo’ di sfida trasformano il nostro territorio in discariche a cielo aperto magari andando a inquinare nuovamente quelle che con tanto sacrificio abbiamo bonificato e intorno alle quali abbiamo anche messo una  staccionata.
Andare a sporcare di nuovo proprio lì, in quel punto, vuol proprio dire: lo sto facendo apposta. 
Come sapete abbiamo pulito oltre 120 discariche abusive, abbiamo ottenuto tanti finanziamenti provinciali e regionali, abbiamo speso quasi 500mila euro in bonifiche (non stiamo parlando di poco) e vedere poi quegli sforzi andare in fumo, certamente ti da fastidio. Permettimi l’espressione: ti tira proprio le mazzate dalle mani. Ci vuole un minimo di rispetto, non per Stefano Coletta o per l’Amministrazione, ma per la nostra città, la città nella quale devono vivere i nostri figli.
Ecco, quando questo rispetto manca, allora ti scoraggi».
 
Non faremo mai il nome, ma in consiglio comunale c’è un consigliere che tu butteresti volentieri giù dalla torre?
«Anche due».
 
Stefano Coletta sta studiando da Sindaco.
«No, assolutamente. Tutto quello che accadrà dopo, non lo sa e non lo può sapere nessuno. In questo momento sono così impegnato a risolvere problemi, a disciplinare il futuro che fare qualsiasi discorso politico è folle.
Pensa che con tutte le varie vicissitudini che stiamo vivendo, tipo l’alternanza degli assessori, mi vieni rimproverato di essere assente politicamente, di non partecipare alle dinamiche politiche.
L’unico obiettivo che ho in questo momento, o meglio che abbiano, è migliorare l’esistente.
Poi è ovvio che saranno i martinesi a giudicare il nostro operato e se i cittadini riconosceranno nel nostro un buon lavoro, tutto potrà accadere.
Se alla fine avrò fallito, non avrò sicuramente la faccia e il coraggio di ricandidarmi nemmeno come consigliere comunale». 
 
Ti è mai capito di pensare che l’operato di un tuo collega assessore, nel complesso, potesse erodere parte del consenso per il quale stai lavorando? 
«No, perché tutto quello che noi facciamo è sempre condiviso; dalle cose più semplici alle quelle più importanti. La forza di questa giunta è l’unione. Si è creata una tale unità di intenti all’interno della giunta, che ci permette di poter condividere con tranquillità tutti i percorsi intrapresi». 
 
C’è un consigliere o una persona in particolare che ti sarebbe piaciuto avere in giunta? Un assessore in più, senza sostituire nessuno degli attuali.
«Devo dire, senza nulla togliere a Lorenzo Basile che ha svolto un grande lavoro, che l’ingresso in giunta di Giuseppe Cervellera, al quale mi lega un grande rapporto di amicizia, mi ha fatto enorme piacere. Però è ovvio che Franco Demita per me è il consigliere modello. E’ sempre presente su tutto, su tutti i temi, è il primo a rispondere a tutte le sollecitazioni politiche, amministrative ecc.
E’ l’uomo d’esperienza che un giovane come me sogna. Con Franco Demita mi sento sempre, anche per problemi non squisitamente politici. E’ quel padre di famiglia che ogni ragazzo vorrebbe avere, è una persona della quale mi fido ciecamente. Ecco, Franco Demita  è il mio padre politico».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor