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MAX PISU/ Addio Tarcisio

Pubblicato da: Categoria: COVER

8
MAG
2015
Archiviato il periodo di grande successo con il suo personaggio più famoso, «frequentatore di parrocchie e gite a Lourdes», il comico e attore, dopo la performance barese, ci parla dei suoi successi al cinema e in teatro
 
 
Il grande pubblico televisivo lo ha conosciuto grazie al personaggio Tarcisio che imperversava sul palco di Zelig e di altri programmi televisivi di successo. La sua carriera prosegue da anni con altrettante soddisfazioni tra cinema e teatro. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Extra Magazine.
 
Ciao Max, parliamo della tua carriera, dagli inizi. 
«Tutto è cominciato grazie al mio maestro Gianni Cajafa (attore di cinema, teatro, radio e tv, n.d.R) che mi ha insegnato le basi della recitazione e i trucchi della comicità».
 
Le emozioni del tuo debutto in teatro nel giugno 1991.
«Il mio debutto a “La Corte dei Miracoli” di Milano fu emozionante. Era anche la prima volta che mi davano dei soldi per salire sul palco».
 
Da allora cosa è cambiato ?
«E’ arrivato il successo in tv grazie anche al mio personaggio che tutti conoscete, Tarcisio».
 
Parliamo proprio di Tarcisio, grazie al quale ti sei fatto conoscere dal grande pubblico.
«Lui era il frequentatore di parrocchie e gite a Lourdes, un po’ strano, a tratti ingenuo e dalla infantile cattiveria che faceva divertire le platee anche con il suo modo di rispondere al telefono. Non è stato facile tuffarsi in altre esperienze perché ormai Tarcisio era diventato una etichetta che in casi come questo non è semplice togliersi. Trovare un altro personaggio del suo stesso livello sarebbe stato impossibile».
 
Cosa c’è di Max Pisu nel personaggio di Tarcisio?
«Il modo semplice e naturale di fare ridere senza mai essere volgare».
 
Ma se io lo chiamassi al telefono per chiedergli che fine ha fatto, cosa mi risponderebbe?
«“Ciaaaaaaooooo”».
 
Come definisci la tua comicità?
«Pulita. E’ facile far ridere gli spettatori pronunciando la parolaccia quando serve ma a me piace un altro tipo di comicità fatta di mimica, di espressività, che racconti ciò che accade nella quotidianità in cui il pubblico si riconosce e che lasci anche un retrogusto quasi malinconico per creare momenti di riflessione».
 
Ti ispiri a qualche modello ?
«Mi sono da sempre ispirato a Jerry Lewis».
 
Cosa ti fa emozionare quando sei dalla parte dello spettatore?
«La comicità che offre spunti su cui riflettere. Un film per esempio come “La vita è bella” di Benigni, un capolavoro di emozioni e di spunti ne regala».
 
Hai partecipato in tv a tanti programmi televisivi. Cosa ricordi in particolare e quale rifaresti?
«Rifarei Guida al Campionato. Ricordo con emozione le dirette ogni domenica ed essendo appassionato di calcio, quel programma mi piaceva particolarmente. Poi Zelig e l’emozione di esibirsi davanti a un pubblico vero».
 
Le tue passioni?
«Sono i miei due figli. In passato ho dovuto anche fare delle rinunce lavorative per stare più vicino a loro altrimenti il tempo per stargli vicino sarebbe stato pochissimo».
 
I tuoi pregi e i tuoi difetti?
«La mia semplicità e difetti … nessuno! (sorride n.d.R)».
 
Torniamo alla tua professione, con quale tuo collega ti sei trovato meglio?
«Con il Mago Forrest e Ale e Franz».
 
Esiste l’amicizia nel tuo lavoro?
«Direi di sì sebbene i veri rapporti nascono al di fuori del lavoro perché sono quelli disinteressati».
 
Per arrivare al successo, in una scaletta tra cinema, teatro e televisione, cosa conta di più?
«Di sicuro è il teatro. E’ lì che si fa la gavetta esibendosi sul palco dei teatri di tutta Italia. L’artista nasce e si fa le ossa in teatro. Cinema e televisione vengono eventualmente dopo… almeno così accadeva ai miei tempi. Adesso non è sempre così perché molti saltano la gavetta e si sentono già arrivati senza aver fatto sacrifici ed esperienza».
 
Una volta raggiunta la notorietà cosa serve per restare sulla cresta dell’onda?
«Bisogna spaziare facendo anche altre cose. Io ho avuto la fortuna di avere successo coi miei monologhi a Zelig, poi anche in teatro e al cinema».
 
Sei attualmente impegnato in uno spettacolo teatrale diciamo così diverso dal solito, “Forbici & Follia”. Ce ne parli?
«E’ uno giallo interattivo in cui il pubblico ogni sera decide chi è il colpevole. Due clienti di un salone da coiffeur sono in realtà due poliziotti in borghese (Nini Salerno e Max Pisu) che bloccano l’attività del proprietario (Roberto Ciufoli) per scoprire e arrestare l’assassino dell’omicidio avvenuto al piano di sopra. La collaborazione degli spettatori/testimoni oculari dell’omicidio è importante e determinante perché notano particolari e indizi che aiutano gli agenti a scoprire chi è l’assassino».
 
E il pubblico è partecipe?
«Molto. Si diverte e ci guida all’improvvisazione con la sua collaborazione in quanto testimone dell’omicidio e alla fine con alzata di mano individua l’assassino tra tre sospettati».
 
Lo spettacolo teatrale che ti ha dato le maggiori soddisfazioni?
«E’ “Amnesie” che porto in giro da oltre due anni dove col mio monologo mi diverto a raccontare le amnesie che abbiamo quotidianamente con chi ci sta a fianco».
 
A parte il teatro, ti rivedremo in tv?
«In questo periodo non ci sono tante occasioni per andare in tv. Se escludiamo Zelig e Colorado non c’è molto. Vedremo in futuro».
 
Grazie Max, ti ringraziamo e ti facciamo un grosso in bocca al lupo per il proseguimento della tua carriera.
«Grazie a voi!».
 



Commenti:

Maria grazia 10/MAG/2015

..ho rivissuto ricordi molto cari e...attendo il futuro!

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