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Antonio Mazzarano/ Il re del presepe

Pubblicato da: Categoria: COVER

4
DIC
2015

103 anni e non sentirli. L’ultracentenario presepista tarantino ci fa conoscere il suo paradiso in miniatura e ci spiega il segreto della sua longevità

 

Taranto vanta nella tradizione presepistica la presenza della sezione locale dell’Associazione Nazionale “Amici del Presepe” che annovera veri artisti che ogni anno confezionano presepi da museo e ne offrono la fruibilità ai tarantini nella mostra programmata dal 23 dicembre al 6 gennaio all’interno dell’Istituto Maria Immacolata.

Altrettanto artistici risultano i presepi allestiti nelle chiese parrocchiali e in molte famiglie di tradizionalisti che sono contrari a esporre il presepe acquistato pezzo dopo pezzo ma a  confezionarlo con le proprie mani secondo l’ispirazione fantastica di anno in anno.

Anche nelle scuole (risulta fuori posto la polemica che si è scatenata nei giorni scorsi in alcune scuole del Nord) si allestiscono i presepi, ma in questi vengono giustamente sottolineati i valori della solidarietà e della multi etnicità, pertanto sono lavori improntati alla semplicità e alla fruizione didattica degli alunni che le frequentano.

Tra i numerosi artisti del presepe tarantino vogliamo ricordare per la sua bravura e anche per la sua longevità il decano Antonio Mazzarano che oggi vi facciamo conoscere nella sua lunga, laboriosa e variegata vita ma sempre e soltanto all’insegna del presepe come simbolo della cristianità e come oggetto da tenere in ogni famiglia cristiana tarantina.

Eh sì, il nostro cavaliere Mazzarano alla bella età di 103 anni (sì, non è un errore!), non ha ancora messo da parte i “ferri del mestiere” perché per lui la vita dei 365 giorni dell’anno è finalizzata soltanto al Natale.

Sembrerà strano ma è tutto vero, il cavaliere si rimette all’opera a partire dal 7 gennaio perché le sue produzioni artigianali che si estrinsecano in costruzioni presepistiche di piccole, medie e grandi dimensioni possano essere pronte a partire dai primi giorni di novembre in quello che fu il suo negozio e che oggi viene gestito da uno dei suoi nipoti, Grazia Spataro, moglie di Mimmo Macrì, quest’ultimo suo nipote diretto perché figlio della sua unica figlia femmina.

Mazzarano si diletta con una bravura straordinaria a realizzare ponticelli, castelli, torrioni, mangiatoie, pozzetti, staccionate e quanto fa la magia e l’incanto del presepe.

Da diversi anni i figli, che hanno ereditato questa passione del padre, danno vita alla “galleria del presepe tarantino”.

Si deve entrare in questa galleria dove la merce esposta è una ricostruzione di uno spaccato natalizio a tutto campo. Natività con personaggi a grandezza naturale, unitamente a capanne, castelli, pozzetti, steccati, animali di tutte le specie e dimensioni, neve sintetica, muschio, cascate, mulini a vento in movimento insieme ad altri pupi sempre mobili.

In questa galleria restano incantati grandi e piccini soprattutto quando viene visitata in assenza del grande pubblico perché è più facile avvertire un fascino particolarissimo rappresentato dal rumore dell’acqua che scende dalle cascatelle e dalla fontanella o che sale dal pozzetto, dai rumori prodotti dal falegname, dal fabbro che batte il ferro rovente, dal maniscalco pronto a ferrare il cavallo e il mulo, dal fornaio che inforna pane e focaccia, dalla donna che impasta la farina, dalla lavandaia che lava i panni, dalla donna che prepara la ricotta e da tanti altri straordinari personaggi del tipico presepe di stile napoletano che ti porta negli occhi e nel cuore la vera poesia del Natale e che riesce a trasportarti indietro nel tempo quando quelle stesse scene così plasticamente riprodotte rappresentavano uno spaccato naturale dell’esistenza che si viveva, quasi sempre poveramente, ma certamente dignitoso nella Città Antica e che molti tarantini hanno avuto l’immensa fortuna di sperimentare nella loro fanciullezza.

Massafrese di origine, il cavaliere Mazzarano è nato il 27 settembre 1912. Si trasferì a Taranto durante la costruzione del Palazzo del Governo dove lavorò per due anni come fabbro capo cantiere. Riferisce questo particolare con grande orgoglio e commozione.

Successivamente aprì in proprio una officina di fabbro in via Cesare Battisti che mantenne fino al 1945, anno in cui vinse il concorso come fabbro in Arsenale. Sposò all’età di 25 anni Cosima Ricci nella chiesa tarantina del Santissimo Crocifisso. Anche questo momento della sua vita lo ricorda con grande emozione. Ha avuto dalla moglie Cosima 6 figli maschi e una femmina, 13  nipoti, 11 pronipoti e ha raggiunto anche il traguardo di essere trisavolo.

Dal 1945 fino agli anni ‘70 ha guidato la sua ditta di impianti di luminarie per feste patronali e paesane. Ricorda di aver molto lavorato in Basilicata e Calabria. Aveva il calendario di tutte le feste annuali di determinati paesi e si è sempre avvalso del grande contributo da parte dei figli maschi ai quali ha trasmesso la sua grande passione per il presepe.

Aprì il suo primo negozio di articoli elettrici e di oggettistica per presepi nel 1946 in via Duomo di fronte all’ex convento San Francesco. Fu una vera sfida perché Taranto era appena uscita dalla II Guerra Mondiale, eppure numerosi furono i clienti.

Negli anni ’60 si trasferì nell’attuale negozio di via P. Amedeo la cui sigla, anche se lui non ne è più il gestore, resta “D.M.A.T.” (Ditta Mazzarano Antonio Taranto).

E non finisce qui perché il nostro cavaliere ha ricoperto per diversi anni l’importante incarico di priore della Confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, coadiuvato fraternamente dal rag. Enzo Braga.

Mazzarano ci ha introdotto nella sua abitazione accogliendoci con quel fervore che ne fa di lui un personaggio amabilissimo e, fra le tante cose che ci mostra, ci lascia particolarmente entusiasti vedere accanto al suo comodino un particolare regalo di nozze: uno scarabattolo con una statua di Sant’Antonio, opera del famoso cartapestaio Sacquegna di Lecce, lo stesso che ha modellato l’attuale statua di Gesù all’Orto dei  Misteri della Settimana Santa di Taranto.

Nel suo negozio si trova tutto ciò che occorre per allestire un presepe: dal sughero alla sabbia finissima per continuare con scenari, cartaroccia, serie luminose, stelle comete di tutte le grandezze, fili argentati e dorati, pupi di tutte le dimensioni, da 1 fino a 60 centimetri, ma anche Natività con personaggi a grandezza naturali, animali di tutte le specie e di tutte le dimensioni, neve sintetica, muschio, cascate, mulini a vento in movimento insieme ad altri pupi sempre in movimento.

Nel suo emporio si possono ammirare pupi in argilla grottagliese, in cartapesta leccese e in cartapesta romana ma lavorata a Bagni di Lucca. 

Ci sono anche pastori in alabastro, in legno, pupi di scuola napoletana e siciliana e un Bambinello in cera che, azionando il carillon, compie cinque movimenti.

Sellitti e Fornaro hanno definito quello di Mazzarano un “paradiso del presepe” le cui chiavi terrene sono custodite dal nostro simpatico cavaliere che ogni anno, da solo, nella sua abitazione realizza all’interno di una ampia vetrina l’allestimento del suo Bambinello, quello legato alla sua ormai lontana infanzia.

E non finisce qui perché Antonio Mazzarano, davanti al suo Bambinello conservato in un angolo della sua casa in un altarino di altri tempi, esplode con immensa gioia ma anche con qualche lacrima agli occhi declamando le poesie natalizie imparate da fanciullo e quei canti che gli fanno ritornare nella mente e nel cuore il Natale del passato che aveva certamente un sapore diverso da quello di oggi. E la sua è veramente una memoria di ferro perché ricorda alla perfezione lunghe filastrocche natalizie imparate da bambino nella sua Massafra. 

Fa tanta tenerezza ascoltarlo perché i suoi occhi si riempiono di lacrime, la sua voce si fa flebile, ma quando nomina le parole “Bambinello Gesù vieni nel mio cuore” la sua voce esplode come se volesse raggiungere le alte sfere del Creato per rendere lode a Dio.

C’è un solo rammarico in questi ultimi tempi nel Cavaliere, la difficoltà a salire e scendere i gradini della sua casa, posta al secondo piano in via De Cesare; ma non si arrende perché ha mobilitato la grande truppa di figli, nipoti e pronipoti, alla ricerca di uno stabile con l’ascensore perché possa tornare a percorrere con il suo bastone le strade del Borgo Umbertino.

Quando gli abbiamo chiesto se intenda o meno prendersi un meritato riposo ci ha risposto: “Per questo c’è soltanto il riposo eterno. Il segreto della mia longevità sta nel lavoro quotidiano certamente ridotto rispetto al passato”. 

Prima di congedarci aggiunge che c’è un segreto che gli consente di tirare avanti oltre il secolo: “un buon bicchierino quotidiano di San Marzano Borsci”.

Auguri Cavaliere e che possa continuare a stupirci con le tue meravigliose opere “ad multos annos”.

 

 



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