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Giuseppe Di Cera/Una vita in rosso e nero

Pubblicato da: Categoria: COVER

25
FEB
2016
Nel trentennale della presidenza di Berlusconi a capo del Milan, il giornalista e scrittore tarantino si racconta e parla di come ha conquistato i cuori dei tifosi di tutta Italia, grazie al successo dei suoi libri
 
Quarant’anni e non sentirli. Merito di una personalità determinata e forgiata dalla curiosità di scoprire il mondo spaziando dalla cultura, alla politica, passando per l’archeologia e il giornalismo, fino ad arrivare allo sport, nello specifico il calcio. Umiltà, passione, spirito di sacrificio coniugati ad un entusiasmo dirompente nel raccontare e nel raccontarsi sono le carte vincenti di Giuseppe Di Cera, giornalista e scrittore tarantino che non ha mai messo da parte la sua voglia di emergere, riuscendo a conquistare il mercato dell’editoria nazionale grazie alla fortunatissima serie di pubblicazioni sul Milan. E’ il calcio, infatti, uno degli “amori” principali di Giuseppe, che ha ereditato dal padre il sangue a tinte rossonere del Milan, fino a farne una vera e propria fede, riversando i propri “sentimenti” tra le pagine del suo ultimo libro “Il romanzo del grande Milan”, chicca imperdibile per tutti i sostenitori del club più titolato al mondo. Non male per un ragazzone che, da bambino, sognava già di fare il giornalista sportivo, non disdegnando tuttavia la carriera diplomatica. Ma per uno con la sua determinazione, mai dire mai, chissà…
Giuseppe, la Newton ti ha dato la possibilità di creare un connubio di passioni che ti ha portato a superare i confini regionali e farti conoscere ed apprezzare da un pubblico di lettori su scala nazionale. Com’è nata la collaborazione?
<<E’ cominciato tutto nel 2013. Un collega tarantino, che già collaborava con Newton Compton nella scrittura della collana di libri sull’Inter, mi comunicò che la casa editrice era alla ricerca di un giornalista che volesse portare avanti la stessa idea, ma sul versante opposto, quello del Milan. Vista la mia grande passione per i colori rossoneri, non ci ho pensato su due volte a candidarmi e, dopo una serie di incontri, mi è stato affidato l’incarico di lavorare alle pubblicazioni sulla mia squadra del cuore. Un’occasione unica e per cui non smetterò mai di ringraziare chi ha voluto puntare su di me>>.
“Il romanzo del grande Milan” è ormai il tuo terzo libro. Sicuramente si tratta di esperienze che ti hanno portato ad ampliare le tue conoscenze, attraverso ricerche, interviste e approfondimenti…
<<Assolutamente. Grazie a questo lavoro ho potuto conoscere da vicino alcuni protagonisti del mondo del calcio e del giornalismo, a livello nazionale. Su tutti Xavier Jacobelli (direttore editoriale, fra gli altri, dei quotidiani online del Corriere dello Sport e Tuttosport, n.d.r.), persona pacata e serena, all’ex campione del Milan Alberigo Evani, personaggio di poche parole ma con un animo sensibile e capace di sorprenderti, fino ad arrivare all’ex tecnico del Martina calcio Beppe Incocciati autore, quest’ultimo, della prefazione del mio ultimo libro>>.
Quando Giuseppe Di Cera capisce che la strada del giornalismo e, più in generale, della scrittura, sarà quella da seguire?
<< E’ un qualcosa che ho maturato dentro di me fin da bambino e ho consapevolmente maturato nel tempo. Mi è sempre piaciuto scrivere, documentarmi su ciò che accadeva nel mondo e intorno a me e far sapere il mio pensiero agli altri. Il giornalismo è da sempre una delle mie principali passioni. Non a caso, tra l’altro, mi iscrissi alla Facoltà di Scienze Politiche. Non mi sarebbe dispiaciuto intraprendere la carriera diplomatica>>.
Carriera diplomatica a parte, stai avendo la possibilità di toglierti le tue soddisfazioni in campo giornalistico, dopo tanti sacrifici. Impresa non semplice in un settore tanto affascinante quanto spesso in affanno.
<<Affermarsi nel mondo del giornalismo, in Italia, è difficile. Ma credo sia evidente come nel meridione la situazione sia meno rosea. Nella nostra provincia, poi, assistiamo da diversi anni alla chiusura di giornali e televisioni. Il giornalismo sta cambiando, anche a causa di internet. Non mi permetterei mai di puntare l'indice contro il web, sia chiaro: molti dicono che stia uccidendo il giornalismo tradizionale, quello cartaceo per intenderci; io invece dico che lo sta semplicemente trasformando "trasferendolo" sulla rete. Poi, i problemi del giornalismo sono altri, a cominciare dai bassi guadagni: se qualcuno pensa, fuorviato dai grandi giornalisti della televisione, di diventare ricco si sbaglia di grosso. Nulla ti viene regalato, ma un minimo risultato è frutto di enormi sacrifici e io in tredici anni ne ho fatti molti>>.
Come un giornalista si approccia alla realizzazione di un libro?
<<Sono ancora all’inizio del percorso. Il passaggio non è così semplice e naturale come può sembrare agli occhi della gente. Scrivere un articolo è un conto, scrivere un libro è un altro. Sembrerebbe una banalità, ma non è così. Non è facile e solo libro dopo libro si può davvero migliorare sotto ogni aspetto, nei contenuti e anche nella fluidità della scrittura. Io dico che una persona può anche essere preparata e conoscere alla perfezione un determinato argomento o una materia, ma se non è capace di divulgare quanto sa, la conoscenza diventa inutile>>.
E nel tuo caso, finora, l’argomento o materia che conosci alla perfezione e hai avuto modo di divulgare in maniera chiara e coinvolgente è stato il Milan. Per te un amore infinito quello per il Diavolo...
<< Come spesso accade, si sceglie inizialmente una squadra per cui tifare, perchè magari hai un padre che ti vorrebbe tifoso della propria squadra del cuore. E così è andata anche per me. Non poteva essere diversamente, con un padre che nel 1969 seguì il Milan persino in Inghilterra per per sostenere da vicino la squadra impegnata con il Manchester United nella semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni. Vinsero gli inglesi, ma il Milan si qualificò per la finale, che fece sua contro l'Ajax. La mia prima partita vista del Milan vista dal vivo, invece, risale a quando avevo 13 anni: fu mio padre, ovviamente, a farmi una sorpresa regalandomi il biglietto per un Lecce-Milan. Vinsero i rossoneri per 2-1 e per me fu l'occasione giusta per ammirare da vicino grandi campioni come Baresi, Rijkaard e Van Basten, solo per citarne alcuni>>.
Un Diavolo che oggi, però, è in declino e in netta difficoltà. Cosa serve al Milan, secondo Giuseppe Di Cera, per tornare ai fasti del passato?
<<Un tifoso milanista non può che essere grato al presidente Berlusconi che ha regalato alla squadra la più importante e lunga ribalta nazionale che abbia mai avuto. In trent'anni ha rivoluzionato il modo di pensare il calcio, come hanno dimostrato le scelte di Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti per la panchina. Ma allora, rispetto ad oggi c'era una maggiore disponibilità di denaro e anche una minore concorrenza. Adesso petrolio, denaro, a volte di dubbia provenienza, e nuovi magnati dell'economia hanno fatto il loro ingresso nel mondo del calcio sconvolgendolo nuovamente. Per tornare grandi bisogna tornare a spendere, ma non basterà: sarà necessario riorganizzare la società e capire chi, a parte Berlusconi, avrà realmente voce in capitolo, se la figlia Barbara o Galliani. Tenendo conto che Galliani non potrà certo rimanere ancora a lungo nel Milan>>.
Che effetto fa sapere che i tuoi libri sono sugli scaffali delle librerie di tutta Italia? Non accade spesso che un autore delle nostre parti “spopoli” in tutto il bel Paese, riscuotendo tra l’altro notevole successo di vendite…
<< Beh, sapere che in tutte le librerie d'Italia ci siano i miei libri, mi inorgoglisce molto. Non posso nasconderlo. Spesso i libri sulle grandi squadre sono scritti da giornalisti nati, cresciuti e residenti nelle stesse città, ma per fortuna non è questo il caso: per questo motivo è molto importante leggere molto, documentarsi e, quando possibile, recarsi sui luoghi della storia. Io mi sono recato spesso a Milano, per esempio, con l'intenzione di conoscere l'ubicazione delle sedi societarie del Milan: è stato un bellissimo viaggio all'indietro nel tempo che regala tante emozioni>>.
Domanda che potrà sembrare banale, ma che in realtà mira a stuzzicarti. Cosa legge un giornalista sportivo, che ha bagnato il suo esordio da scrittore con ben tre libri sul calcio?
<< Leggo molto. E si tratta soprattutto di articoli e libri di politica internazionale: le relazioni tra Stati mi hanno sempre affascinato. E non nascondo che un giorno mi piacerebbe scrivere libri di politica estera. Il mio primo libro letto, invece, è stato “Ventimila leghe sotto i mari”, di Jules Verne. Un libro che per un ragazzino di sette, otto anni rappresenta un’inesauribile miniera da cui la fantasia può attingere>>.
E allora mettiamo il caso di ritrovarci un Giuseppe Di Cera pronto ad intraprendere la carriera politica. In quale ruolo si vedrebbe bene il diretto interessato e perché?
<< Indegnamente risponderei Ministro degli esteri (sorride, n.d.r.). Perché assumerei una responsabilità che coinvolge tutte le mie passioni>>.
E a proposito di passioni. Giornalismo, sport, calcio, politica. Cos’altro stimola la tua grande curiosità?
<< Mi piace molto viaggiare. E appena possibile mi ritaglio il tempo per una bella vacanza, alla scoperta dei posti che più mi affascinano. L'ho fatto soprattutto in Europa, ma al momento mi mancano tre mete che ritengo molto interessanti: la Russia, la Spagna e la Norvegia. Archeologia e storia sono le mie altre passioni, per cui quando scelgo un posto da visitare, verifico prima la possibilità di scoprire, vedere e gustare le vestigia del passato. Da diversi anni, inoltre, faccio parte del gruppo speleologico martinese, con cui studiamo le grotte della Valle d'Itria e quelle della zona di Sant'Angelo a Fasanella, in provincia di Salerno. Entrare in una grotta regala sensazioni uniche. Mi da serenità, allo stesso modo di una bella musica celtica, ascoltata mentre si è intenti a leggere>>.
Per chiudere, puoi anticiparci qualcosa sul tuo prossimo progetto in cantiere?
<<Per il momento non sarà un libro di politica estera. In vista del Natale 2016 sto lavorando, sempre per la Newton Compton, ad una quarta opera sul Milan. Si tratterà di una sorta di enciclopedia della squadra rossonera, un vademecum del tifoso milanista>>.
 


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