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L´Italia riparte. E Taranto?

Pubblicato da: Categoria: COVER

4
AGO
2016
L’inaugurazione di una nuova porzione del Museo Archeologico attira il  Presidente del Consiglio e l’attenzione dei media. Risultato: le strade del centro. 
ripulite, almeno per un giorno, gavettoni a politici impopolari, regresso sociale invariato. E il Museo? Sì, bello, ma…
A Matteo Renzi piace tagliare nastri. Meglio ancora se tagliandoli può oscurare un po’ l’autoreggente Dario Franceschini, che trama nella Manica Lunga per farlo stare sereno prima possibile.
Così nei giorni scorsi Renzi era a Taranto, a inaugurare il Museo Archeologico Nazionale: uno dei venti supermusei che Franceschini sostiene di aver miracolato imponendo loro le mani dell’autonomia.
«Museo archeologico, risanamento Ilva, le scuole del quartiere Tamburi, Arsenale, il porto, le bonifiche. Impegni concreti e scadenze rispettate. A Taranto i problemi non mancano ma il Governo c’è. E fa terribilmente sul serio», ha twittato il Presidente del Consiglio. E ancora: «Taranto. Dopo anni di promesse non rispettate, #finalmente ci siamo».
Peccato che le cose non stiano proprio così. Chissà se Franceschini ha detto a Renzi che il Marta è uno scatolone vuoto. Appena dieci giorni fa, una supplichevole circolare della Direzione generale del Mibact per l’Organizzazione faceva sapere a tutti che «con nota del 5 luglio il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto ha rappresentato la grave carenza di personale», chiedendo se ci fossero volontari disposti a «prestare servizio temporaneamente a Taranto». Cioè a tappare i buchi del Museo: aprendone di identici nelle loro sedi, tutte afflitte da una disastrosa mancanza di personale (esattamente come quando erano ministri Bondi o Ornaghi, anche se ora non lo dice più quasi nessuno).
Per far capire cosa manca a Taranto, veniva allegata alla circolare la nota della direttrice scelta dalla mitica commissione voluta da Franceschini. E la lettura è impressionante. La carenza di personale è «grave», ed è stata inutilmente fatta presente in «numerose note». La dotazione di personale – a cui il Mibact di Franceschini risponde solo con un risibile appello ai volontari–  è «estremamente urgente».
Tra le figure che mancano ci sono ben 6 funzionari archeologi: «assoluta necessità di tale professionalità per la creazione dell’inventario digitale delle collezioni, totalmente assente, per la creazione di un team di curatori, per la creazione del servizio educazione e ricerca totalmente assente, per la creazione di un team addetto alla politica editoriale della struttura museale». Ma allora, uno ci chiede, cosa diavolo ha inaugurato Renzi, a Taranto?
A leggere questa desolante confessione si capisce perché Piero Guzzo si sia dimesso dal Consiglio scientifico del Museo.
Ma la ciliegina sulla torta arriva dall’ultima riga della direttrice: mancano anche «8 unità di personale di accoglienza, fruizione e vigilanza poiché il personale ora in dotazione è del tutto insufficiente a garantire l’apertura al pubblico del percorso espositico del II piano del museo di prossima inaugurazione, che si terrà nel mese di luglio alla presenza del ministro onorevole Dario Franceschini e probabilmente del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi». Meraviglioso: le sale inaugurate da Renzi, richiuderanno dunque subito per mancanza di personale.
«Taranto. Dopo anni di promesse non rispettate, #finalmente ci siamo». Non è vero: è una menzogna, una balla spaziale. Grottesca propaganda. Ma non importa: # l’Italia riparte. Per un’altra inaugurazione.
 
 
 
* Professore ordinario di Storia dell’arte moderna, Università degli studi di Napoli ‘Federico II’
 


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