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Mario Desiati/Tutte le mie ossessioni

Pubblicato da: Categoria: COVER

16
DIC
2016
L’autore del  “romanzo abissale”, come  lo definisce Saviano, racconta il perché abbia scelto la pornografia come tema principale di “Candore” e il suo senso del pudore, fra trasgressioni – vere o presunte – e letteratura
 
 
 “Ora, finalmente Candore è uscito ed è un romanzo abissale”. Con queste parole Roberto Saviano saluta l’arrivo dell’ultimo libro di Mario Desiati, sottolineando, inoltre, come ci siano voluti tanti anni d’attesa, prima che questo romanzo “sul porno” venisse alla luce.
Desiati da parte sua fa sapere che tale pubblicazione è stata alquanto sofferta e che altro non è che l’undicesima versione di dieci che negli anni sono state accartocciate e buttate via.
Cos’ha sostanzialmente di diverso l’undicesima versione di Candore, rispetto alle altre che negli anni sono state cestinate?
«Non ricordo se è l’undicesima, ma in quelle precedenti c’erano tanti personaggi protagonisti che ne facevano un romanzo corale. Erano diverse esperienze che si riunivano all’interno di una storia che aveva anche altri temi. Ma nessuna voce mi convinceva quanto quella di Martino Bux. Alla fine ha vinto lui».
Saviano afferma che i suoi amici, ma in realtà, tutti coloro che la conoscono bene, aspettavano con ansia e sapevano che prima o poi sarebbe uscito il suo romanzo dal tema “pornografico”, come lei lo definisce.  Ma perché era così importante per Mario Desiati scriverlo?
«Per me era importante raccontare l’ossessione per una sfera del postmoderno come la trasgressione e il rapporto tra senso del pudore e società».
Martino Bux è un diciottenne in libera uscita durante la visita di leva, quando scopre che i sogni possono diventare realtà.  Per Martino, ben presto, la pornografia diviene un'ossessione.  Si innamora solo di ragazze che somigliano ad attrici hard, lavora solo in posti in cui regnano libertinaggio e sensualità esplicita, si affida a chiunque possa concedergli un attimo di felicità del corpo. Attraversa così un trentennio di storia del porno, passando per i giornaletti, i film di Rocco Siffredi, i locali di striptease, e poi internet e i privé, fino ad arrivare a oggi. 
Questa in breve la trama del libro, questa la storia che si muove tra le strade di Roma, ma che forse potrebbe svolgersi ovunque.
E’ proprio Rocco Siffredi, il porno attore per antonomasia, che afferma di aver letto con interesse il libro e di essere convinto che, per descrivere come Desiati ha fatto quel mondo, e soprattutto il momento del “reclutamento” degli attori, è necessario essere stati “nel giro”, dice infatti “ troppo preciso, non può essergli stato raccontato, chi lo ha scritto lo ha visto, c’era”.
Ospite del programma televisivo “Quante storie”, mi pare lei  abbia lasciato inevasa la domanda di Corrado Augias che le chiedeva di dare una risposta “plausibile” alle affermazioni di Rocco Siffredi. Vuole dare a noi lo scoop?
Come ha fatto a essere così preciso?
«Si potrebbe chiedere la stessa cosa ad Asimov o Dick, sono mai stati su una navicella spaziale?».
La segretaria dell’impresario Riccardo Schicchi, Debora Attanasio, ha detto “quello che io organizzavo nell’ufficio l’ho letto nel libro”.
Nei libri, come nei film è importante essere fedeli alla realtà o pensa che lo scrittore di un romanzo debba necessariamente superarla? 
«La giornalista Attanasio ha un’esperienza nel settore e ha apprezzato la mia precisione. Io però credo molto a una letteratura che faccia vedere sempre qualcosa in più di quello che appare. E credo la grandezza di certi scrittori e romanzi sia proprio nella porzione di realtà in più che il nostro occhio interiore percepisce dopo la lettura».
Il titolo è stato definito gelido, algido, sicuramente in contrasto con il contenuto o con l’idea che della pornografia si ha nell’immaginario comune. 
A chi si deve la scelta del titolo?
«L’ho scelto un anno fa, perché è il sentimento che Martino ha verso le cose che vede e vive. Era giusto dargli un tema “apparentemente” distopico, ma vero».
Sempre Augias esprime parere positivo sulla scrittura che definisce magistrale, io sottolineo la scelta accurata di molti termini e la ricerca quasi spasmodica di parole desuete.
E’ voluto l’uso di termini particolarmente ricercati? E’  frutto di un lavoro,  di una scelta o fanno parte del suo vocabolario “quotidiano”?
«Credo di scrivere come mangio».
In pochi mesi, precisamente dal 27 settembre, giorno d’uscita di “Candore”, si è già alla quarta edizione. Questo ci permette di parlare senza ombra di dubbio, senza paura di smentita, di un grandissimo successo come le pubblicazioni precedenti del nostro Mario Desiati.
“Il paese delle spose infelici” libro sulle donne del sud; “Foto di classe”, con sottotitolo rigorosamente in martinese, sui giovani costretti a lasciare il sud per potersi realizzare nel lavoro e nella vita; “Ternitti”, “ le fabbriche di cemento-amianto, che promettevano una vita nuova nascondendone il prezzo”; “Candore”, l’ossessione del porno. Per citare solo alcuni dei suoi bellissimi libri. Cosa la muove nella scelta del tema da trattare?
«L’ossessione».
Da un po’ di tempo la seguo su Facebook, è interessante leggere i suoi post: istantanee di vita vissuta, emozioni provate, immagini di quotidiana realtà. Quale il suo rapporto con i social network?
«Mi sono tolto daTtwitter e forse tra un po’ mi toglierò da Facebook, ho il terrore di essere raggiunto da tutti, ma so anche che non si può fare a meno di quel minimo contatto con una parte del mondo che oggi esiste lì. È come essere senza telefonino, ma presto forse perderò anche quello».
Perché   “u wagnòne se n'i scióute...” addirittura  in Germania?
«Berlino, è molto diversa dal resto delle città che conosco, Berlino è anche molto diversa dalla Germania. È una città aperta, trasgressiva, dove io sono più libero di quanto non lo sia nel resto del mondo».
A quanto il libro su… La prossima fatica parlerà di… di chi, di cosa?
«Un romanzo sulla tecnho e la neve».
Rimaniamo in attesa, mentre ascoltiamo Desiati  affermare che  “la pornografia è un modo per liberarsi e che spesso è supplente di un educazione sessuale assente” ed è così che  queste parole diventano vita in Martino Bux, raccontata con quel  Candore che mai potrà diventare, per chi la legge, motivo di… rossore.
 


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