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Valentina Persia/ Io, Monica e i panzerotti

Pubblicato da: Categoria: COVER

26
GEN
2017

Erede delle grandi donne della commedia italiana (Vitti e Marchesini, due punti di riferimento), nelle vene le scorre la "romanità" più vera, pur essendo d'origine abruzzese e amante della Puglia. I suoi gemelli, lo spettacolo più bello. Ma non le parlate di politica e di certi disturbi

 
Valentina, sei davvero donna di palcoscenico: non tutti sanno che tu  sei anche ballerina, con tanto di diploma di danza presso l'Accademia nazionale di Roma. Alla luce della tua attuale carriera che esperienza è stata?
《Tengo moltissimo a ricordare quegli anni. Una persona in particolare ha lasciato un segno indelebile nella mia vita. Si tratta del maestro Zarko Prebil (ballerino, coreografo e maître de ballet, croato ndr). Ricordo con grande affetto che l’anno in cui mi stavo diplomando, quando durante le pause si scherzava con i colleghi e io ogni tanto mi concedevo le imitazioni di alcuni docenti,  mi disse che avrei avuto un grande futuro come attrice comica. Vent’anni dopo sono tornata da lui, in Accademia, con un fascio di fiori e non ci siamo più lasciati. L’anno scorso è scomparso lasciando un grande vuoto. È stato lui, quindi, ad “accendere la lampadina” della mia carriera…》.
 
Sin dalla tua partecipazione a La sai l’ultima?, programma che ti ha consacrata al grande pubblico, tutti hanno notato che hai tempi comici perfetti, sei esplosiva nelle interpretazioni dei personaggi che inserisci nei tuoi spettacoli. La fonte di ispirazione di questo variopinto mondo qual è?
《A Massimo Troisi avevano posto una domanda simile. Nel suo caso, avevano detto cosa Eduardo e Totò gli avessero lasciato. Lui rispose: <<Niente!>>. Una fonte di ispirazione è un punto di partenza, mai un punto di arrivo. I personaggi a cui guardo sono tanti, penso ad Anna Marchesini, ricordo l’eleganza di Monica Vitti e direi che la “romanità” di per sé è un grande punto di riferimento. Io, inoltre, attingo da casa, dagli affetti, in particolar modo da mio padre, dotato di un grande umorismo, molto “cervellotico”. Con due genitori di origini abruzzesi se ne vedevano e sentivano delle belle a casa mia…》.
 
Due anni fa ti è successa una cosa. Anzi, te ne sono successe due. Carlotta e Lorenzo. Chi sono?
《Carlotta e Lorenzo sono il mio spettacolo più bello e io sono il pubblico》.
 
Sui tuoi profili social, pubblichi video reali, della tua vita di donna, di mamma, oltre che di artista, ovviamente. Hai numerosissimi followers. Quindi nel mondo del virtuale, c’è spazio per le vere situazioni come quelle che tu trasmetti?
《La tv oggi cerca in maniera ossessiva la parte di “visibilità totale” dell’individuo; pare che interessi molto, e troppo forse, l’immagine “privata”, talvolta “dolorosa” della vita di una persona. Io sono una persona naturale. Valentina Persia è una donna, una mamma naturale, normale. I followers a cui ti riferisci apprezzano proprio questa mia spontaneità, questa mia naturalezza. Otto milioni di visualizzazioni per vedermi cucinare mentre i bambini dormono… non sono pochi. Ho realizzato un video con una mia amica e lo abbiamo girato così, mentre cucinavo e mentre Carlotta e Lorenzo dormivano. A questo poi ho aggiunto il mio divertimento sincero, reale》.  
Come concili il ruolo di mamma con quello di artista?
《Il ruolo della mamma è molto difficile, bisogna essere sinceri. In Italia pochi conoscono cosa voglia dire essere mamma. Il ruolo è duro da assolvere, le notti in bianco, le cure, le attenzioni, non tutto è semplice. Ovviamente tutto è ricompensato in maniera meravigliosa...》.
Cosa è la felicità?
《Lorenzo e Carlotta》.
Corre voce che i comici siano persone malinconiche, addirittura tristi nel privato. È vero?
ã€ŠÈ un’ affermazione che non mi appartiene, non mi rispecchia per niente. Soprattutto ora con due bambini non potrei fare altrimenti, loro adorano le mie smorfie, i miei personaggi nati appositamente per loro!》.
Ci sono numerose trasmissioni che danno spazio a comici e comiche. Quali differenze scorgi rispetto ai tuoi esordi?
《In Italia si vive poco di meritocrazia. Tutti possono ambire a essere attori, ad essere comici. Un video pubblicato su un social ti consacra attore, ti consacra comico. Basta un cosiddetto tormentone e il gioco è fatto! Il risvolto negativo è che poi quel successo dura il tempo di una trasmissione televisiva. Non avendo fatto la gavetta, quella vera,  alla fine di quel rapido successo sei artisticamente “morto”. E subito si apre lo spazio per un altro.
Noto con amarezza che la gavetta oggi è un problema, una nota negativa. Ti dicono: "tu sei troppo brava. Hai troppo talento, abbiamo grande difficoltà ad inserirti!”》.
Quale argomento, secondo te, deve evitare un comico?
《Io, personalmente, non riesco a scherzare su problemi gastrointestinali. Lo trovo fortemente volgare e credo che non abbia mai fatto ridere veramente》.
Quale argomento, invece, un comico non può fare a meno di trattare?
《Sembra che non si possa fare a meno di parlare di politica. Io non lo faccio, non mi piace, anche se sembra che per essere al passo lo si debba fare…》.
Ti hanno mai censurata?
《Avoja! (dal romano, tanto!, molto! ndr) Censurata alla grande ed è forse il motivo per cui oggi lavoro poco…》.
Quando? Chi? Perché?
《Prossima domanda!》.
Abbiamo condiviso uno spettacolo teatrale. Fuor da ogni sviolinata - lo dico a ragion veduta - sei una donna eccezionale, piena di energia, soprattutto un’artista preparata, professionale e nello stesso tempo umile. Oggi, se sei umile, ti schiacciano. Se sei invadente, ti allontanano. Ma come si deve essere in questo mondo dello spettacolo?
《Come io non riuscirò a essere mai. Capace di scendere a compromessi, anche se ne varrebbe la pena. Quando mi strucco la sera voglio guardarmi allo specchio, serena!》.
A Martina Franca, sei stata ospite qualche tempo fa del Festival del Cabaret. Cosa ricordi di quell’esperienza?
《Una bellissima città, ricordo tante pietre lucide. Ricordo, inoltre, che prima di entrare nell’atrio del Palazzo Ducale, si mangiavano i fantastici panzerotti!》.
La comica che ti fa più ridere?
《Monica Vitti》.
Il comico che ti fa più ridere?
《Antonio Albanese》.
La prima cosa che pensi appena sveglia.
《Oddio… se ricomincia!》.
L’ultima prima di addormentarti.
《E anche oggi è andata!》.
Buona fortuna Vale e abbracciaci Carlotta e Lorenzo.
 



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