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Mariangela Gigante/ La mia anima bianca

Pubblicato da: Categoria: COVER

2
FEB
2017

È entrata a MasterChef ruggendo come una tigre ma puntata dopo puntata si scopre di lei un lato tutt'altro che solare. Ecco chi è l'avvocato pugliese (anche se vive a Matera) alle prese con i "terribili" giudici del più famoso show cooking d'Italia


Creativa e curiosa, Mariangela Gigante ha imparato a cucinare grazie alle nonne e alla madre. È vegetariana da quando ha 11 anni, ma la sua cucina non ha limiti. Crede che l’arte dei fornelli sia paragonabile a quello della geisha: cucinare è una coccola per se stessa e il marito. Il suo sogno?Aprire una galleria d’arte con ristorante di nicchia annesso. Ecco chi è la concorrente più "tosta" di questa edizione di MasterChef.

Qual è il tuo piatto forte?
《Le melanzane ripiene e le strascinate con le cime di rapa, ma, in generale, tutti i piatti genuini e semplici della tradizione pugliese e lucana》.

Il piatto a cui sei particolarmente affezionato e che ti evoca emozioni?
《Da pugliese naturalizzata materana, la purea di fave con verdura campestre, piatto dal sapore e dal ricordo bucolico che mi colloca a cavallo tra due diverse e meravigliose regioni, ma similari per realtà culinarie. Gustandolo mi fa sentire in ogni dove, a casa! Prepararlo è come compiere un balzo nel passato, in un tempo ormai  lontano, scandito dalla genuinità e dalla semplicità, in cui contavano i “valori”, ma soprattutto le persone!》

Hai un cuoco a cui ti ispiri?
《Mi ispiro alla creatività,  anche se la mia cucina, oltre a risentire inevitabilmente delle contaminazioni regionali, è anche caratterizzata ed ispirata a quel taglio tradizionalistico che mi è stato trasmesso da mia madre e dalle nonne》.

L'ingrediente che non manca mai nella tua cucina?
《Prima di tutto il peperoncino e il pepe, insieme alle altre spezie ed erbe aromatiche, poi l’alloro, il basilico, il prezzemolo e il rosmarino, odori e sapori tipicamente mediterranei, nonché, da vegetariana, ortaggi e verdure》.

Il tuo punto debole in cucina?
《I dolci》.

Raccontaci un tuo aneddoto divertente legato alla cucina.
《In occasione del 41° compleanno di mio marito, avevo deciso di preparargli una cenetta romantica a sorpresa. Avevo trascorso la mattinata ad ideare e a scegliere con accuratezza gli ingredienti del mio menù.  Passato l’intero pomeriggio dietro ai fornelli, preparando innumerevoli manicaretti e leccornie, avevo curato ogni dettaglio, dalla tavola all’atmosfera: luce soffusa e musica  romantica in sottofondo. Avevo persino adornato la stanza di candele.  Ammirando con  soddisfazione quel che era stato fatto e pensando all'espressione che mio marito avrebbe avuto in viso al suo ritorno, sentii squillare il telefono: era mio marito che mi diceva di raggiungerlo perché gli amici gli avevano organizzato una festa a sorpresa… È inutile dire  che la vera sorpresa, però, fu fatta a me!》

Cosa ti piacerebbe si dicesse di te come chef? 
《In un momento particolare come l’attuale, dominato dagli eccessi, dalle continue contaminazioni e dalle artificiose sperimentazioni in cui la cucina è divenuta oltre che espressione artistica, accademismo scientifico, vorrei che si pensasse a me come uno chef in grado di propinare una cucina “glocale”, ovvero diffondere nel mondo, nel globale, la caratterizzazione culinaria della mia realtà territoriale, locale. Un ritorno alle origini, alla semplicità, alla smarrita atavica purezza del gusto. Vorrei che la mia cucina diventasse cinestesica, simulacro iniziatico, cibo e nutrimento non solo del corpo e dei sensi, ma principalmente dello spirito, interscambio sensoriale di anime, ovvero, tra quella donativa dello chef e quella recettivo-degustativa dei convitati》.  

Che musica ascolti mentre cucini?
《Ascolto i più disparati generi, adoro la poliedricità armonica, quindi: la musica classica (Mozart, Giovanni Allevi, Ludovico Einaudi), il jazz, il country, la musica celtica ed artisti come Mark Knopfler e Norah Jones. Mi piace anche la musica più festosa dalle sonorità più latine, quelle brasiliane e caraibiche》.  

Sei innamorata? 
《Perennemente! Non oso immaginare  la mia esistenza scevra dall’“Amore”, inteso anche come “Bello”, “Giusto” e “Vero”. In generale, ritengo di essere innamorata della vita in tutte le sue forme, sfaccettature e manifestazioni¡.

Chi non ha mai smesso di credere in te?
《Le persone che amo: mia madre, mio padre e mio marito, ma più di tutte…Sophie Noir (mio pseudonimo artistico-pittorico), la parte più autentica che c’è in me. È l’altra me stessa, la parte sognatrice e creativa, è il faro nel buio delle mie incertezze,  che mi sorregge quando claudicano le mie forze e che mi spinge, da guerriera della luce, a lottare per quello in cui credo. Ricorrendo ad un’allegoria platonica, è l’uno dei due cavalli che trainano la biga della mia esistenza, la mia anima bianca, il trait d’ union con l’ignoto, con la mia parte più spirituale》.
 



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