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QUEL GRAN PARAGNOSTA DI EMILIANO

Pubblicato da: Categoria: COVER

8
MAR
2017

Siamo qui a difendere Renzi dalle intemperanze di Emiliano? No, il Pd è una gabbia di matti ma il Governatore pugliese non è certo migliore dei suoi contendenti alla Segreteria del Partito Democratico

Che gran paragnosta il nostro Michele Emiliano: dopo aver accompagnato all’uscio la minoranza che (contando sul suo apporto) faceva la fronda a Renzi, con una finta da bomber consumato, si è gentilmente accomodato al tavolo delle Primarie del PD fischiettando come nulla fosse, sicuro di poter finalmente recitare in solitudine il copione dell’unico vero contendente di sinistra alla Segreteria.
Adesso gioca a fare il duro e puro spergiurando che è tutto un malinteso e che lui mai si sarebbe sognato di abbandonare il Partito che ha contribuito a creare – da tifoso ultrarenziano aggiungiamo noi –  avendo come unico obiettivo quello di combattere la sua battaglia dall’interno.
Peccato che nessuno si fosse accorto del suo intento nobile, nemmeno i turlupinati Rossi e Speranza i quali si sono distratti un attimo credendo che quell’enorme presenza alle loro spalle fosse la corpulenta figura del Governatore mentre invece era un portone chiuso: quello della sede del PD.
Il resto è storia recente, paradossi da avanspettacolo che il nostro Michele inanella quotidianamente pensando di fornire ai frastornati elettori Dem un versione dei fatti in base alla quale Renzi è il demonio, Orlando è il compare di Renzi che fa finta di occupare il versante sinistro mentre lui, il giudice senza macchia, senza peccato e senza potenti alle spalle, combatte contro tutto e tutti nel nome della verità, dei buoni sentimenti e della bandiera rossa che trionferà. Applausi. Grazie.
 E per dimostrare ciò attacca tutti con una faccia di tolla fuori dal comune: dal pistolotto grillindipietresco sul caso Lotti-Renzi-Consip buttato nel mucchio in spregio a qualsiasi forma di garantismo (e nonostante nessuno abbia dimostrato fin qui dazioni di denaro) fino ad arrivare al presunto conflitto di interessi del Ministro Orlando.
Sul suo vecchio amore per Renzi trasformatosi in odio (puramente calcolato) stenderemo un velo pietoso perché non ci piace sparare sulla Croce Rossa mentre le esternazioni sul Ministro Orlando sono troppo belle per non essere commentate: “Il ministro Orlando è in situazione di potenziale conflitto di interesse, in quanto esercita il potere disciplinare sui magistrati che stanno indagando” sul caso Consip e “lo esercita anche su di me. Orlando è persona onesta, ho fiducia in lui e lascio a lui ogni tipo di decisione ma l’idea della discesa in campo di Orlando è a altissimo rischio di conflitto di interesse”. E poi aggiunge: “Avere il ministro della Giustizia che ha la sorveglianza sui magistrati e su di me come avversario e avere il figlio di uno delle persone indagate al processo che ha nominato il testimone d’accusa principale di Consip è una situazione che pesa e io mi immagino quanto pesi sugli elettori del pd“.
Quindi, il Partito nel quale il nostro Emiliano ha scelto di rimanere è dipinto come un posto infrequentabile data la presenza del figlio (le colpe dei padri ricadono sui figli) di un potenziale tangentista e di un Ministro che potrebbe utilizzare la sua carica per compiere delle nefandezze ritorsive anche contro il Giudice Michele Emiliano.
Emiliano dovrebbe sapere che i Magistrati rispondono solo alla Legge e godono di piena autonomia rispetto al potere politico (la storia ci insegna che spesso tale indipendenza è stata gestita nel peggiore dei modi) e quindi mente sapendo di mentire e drammatizzando ipocritamente.
Quanto alle vicende giudiziarie che lambiscono ambienti renziani, quella del Giudice Emiliano è una vera caduta di stile, perché dovrebbe avere cautela nell’esprimere giudizi così perentori.
E se si venisse a sapere che l’indagato - il cui figlio è suo contendente alla Segreteria del Partito Democratico – non ha fatto nulla come già accaduto a Mastella, Burlando, Guidi o Graziano?
E perché si accorge solo adesso degli indagati nel PD mentre, quando il Governo Renzi nacque con sei componenti sottoposti ad indagini, non proferì verbo?
Forse non conveniva pronunciarsi così come non conviene adesso parlare del fatto che un Magistrato in aspettativa – il quale dovrebbe essere e apparire svincolato dai Partiti – si candidi addirittura alla Segreteria di un Partito Politico.
Su questo aspetto il nostro Emiliano torna garantista visto che preferisce aspettare il CSM: “Io sono convinto non ci sia nulla di illecito. Io ho rinunciato a stipendio da magistrato, ho preso l’aspettativa”.
E quindi? Rinunciare allo stipendio non significa rinunciare allo status di Magistrato visto che un bel giorno si può rientrare nei ranghi e rimettere la toga.
Ma l’uomo è fatto così, approfitta in maniera disinvolta di tutto ciò che gli sembri utile usando modi tra il grottesco e lo spietato come quando si è messo a cavalcare la vicenda Ilva utilizzando il dramma per avere ribalta nazionale.
Sul tema, il Viceministro del PD Teresa Bellanova fornisce una interpretazione autentica del comportamento di Emiliano che la dice lunga su quanto il Presidente Sceriffo sia realmente interessato al problema industriale Ionico: "continui a fare come ha fatto in questi due anni nel ruolo di presidente della regione puglia quando non ha mai avvertito l`esigenza di confrontarsi né con me né con il governo su argomenti ben più seri come le crisi industriali che investono imprese pugliesi".
Poi un giorno ti svegli, capisci che Taranto ti può tornare utile e cominci a fingere di occupartene facendoti i selfie nei Ministeri e parlandone come se la cosa ti togliesse il sonno.
L’Aeroporto Arlotta, la sanità tarantina, gli atti amministrativi compiuti da Presidente della Regione e la composizione della sua Giunta dimostrano chiaramente quello che realmente Michele Emiliano pensi di Taranto. I fatti prescindono dalle chiacchiere.



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