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EVA NESTORI / LA MAGIA DELL´UNICORNO

Pubblicato da: Categoria: COVER

29
MAR
2017


Alla notizia della candidatura di Michele Riondino al David di Donatello come migliore attore, abbiamo intervistato la compagna. Make up artist della celebrities, Eva è una donna forte dai capelli rosa, che ama la famiglia, la moda, la pasticceria e che sogna di fare “cose belle in giro per il mondo” insieme al suo grande amore

Sembrerà pazzesco ma ho perso la testa nel trovare un titolo adeguato che riassumesse, in breve, Eva Nestori. E dopo aver letto questa intervista, capirete il perché: arginare un fiume in piena è sempre stato molto difficile.
Ho conosciuto Eva poco più di un anno fa, in occasione di un evento a Taranto, dove Michele Riondino (si proprio lui!) era l’ospite d’onore. Michele, per farla breve, è il suo grande amore.
Di lei mi ha subito colpito il modo con cui aveva in  braccio sua figlia Frida che stringeva con amorevole passione, e come allo stesso modo e tempo seguisse Michele con il cuore e con lo sguardo premuroso, che solo una donna innamorata sa fare. E poi onestamente un pizzico di curiosità, di chi fosse e cosa facesse, e di come avesse conquistato (e se fosse il contrario?) uno degli attori bravi e amati del momento, mi ha spinto ha cercare qualche informazione su di lei, e di lì a poco ho scoperto che è una make up artist (truccatrice come ama definirsi) con un curriculum pazzesco, del suo amore per la moda e per il vintage (e della sua fantastica collezione di abiti e accessori), e delle sue origini ciociare. Pacata, gentile, niente grilli per la testa, paziente visto i miei innumerevoli sms e messaggi vocali, e super i suoi tagli di capelli.
A ricordami che fosse arrivato il momento di farmi una bella chiacchierata con Eva, è stata la notizia di Michele Riondino tra i candidati al David di Donatello come Migliore attore protagonista con il film La ragazza del mondo di Marco Danieli. Cosa si cela dietro i suoi capelli rosa? Nulla in realtà è come sembra. Mai.


Chi è Eva?
"Mi piace definirmi una ragazza di campagna, che ha avuto la fortuna di scoprire presto quale fosse la sua passione. Ho dedicato tanta energia e amore al mio progetto, inoltre è stato fondamentale avere la possibilità di fare esperienze professionali e personali importanti che mi hanno arricchito. Sono una mamma e una compagna innamorata, sono una donna fortunata perché faccio il mestiere più bello del mondo".

Cosa vuol dire essere la compagna di una celebrità?
"Quando è iniziata la nostra storia in realtà Michele non era ancora famoso, ci siamo innamorati un anno prima dell’uscita di Montalbano, quindi abbiamo imparato insieme a convivere con questa sua improvvisa notorietà e insieme abbiamo cercato di gestirla. Credo che la cosa più importante in ogni storia d’amore sia sostenersi in maniera sincera e reciproca, io sono la sua fan numero uno, ma quello che dico sempre è che lui è l’amore della mia vita e sarebbe così anche se facesse il falegname! Michele è una persona genuina, piena di valori, al primo posto per lui ci sono la famiglia e gli affetti, quindi la nostra vita non è cambiata molto in realtà, cerchiamo di goderci quello che abbiamo senza perdere di vista le cose  davvero importanti".

Il set del giovane Montealbano fu galeotto, ci racconti quando è scattata la scintilla?
"In realtà io e Michele ci siamo conosciuti circa dieci anni fa, era il compleanno di un'amica che abbiamo in comune, ma eravamo già impegnati in altre storie e per i successivi quattro anni non ci siamo quasi mai incontrati. Poi un giorno di marzo per caso ci siamo ritrovati e lì qualcosa è successo... ci siamo studiati e guardati da lontano per mesi, entrambi eravamo appena usciti dalle nostre rispettive storie precedenti (lunghe e faticose!) poi al ritorno da un mio viaggio negli Stati uniti, dove per altro avevo intenzione di trasferirmi definitivamente, ci siamo resi conto che stare lontani non era più pensabile, ed eccoci qui".

Avete una bellissima bambina con un nome speciale, Frida. Sono sicura che avrai da raccontarmi un'altra storia d’amore.
"Potrei parlare per ore di lei… Frida è la cosa più importante della mia vita, voluta e desiderata fortemente. Inutile dire che la nostra vita è stata completamente stravolta dal suo arrivo ma questo succede a tutti i genitori che sanno bene quanto sia l’esperienza più straordinaria di tutte che ti regala emozioni che non somigliano a nessun’altra. Frida mi costringe ogni giorno all’autenticità del sentimento, lei mi guarda dentro ed è impossibile barare. Triste, felice o arrabbiata: lei mi vuole così come sono ed ecco che il naturale senso di colpa nei suoi confronti, dovuto alla paura di sbagliare, viene meno quando mi guarda e si accorge se fingo. Con lei ritrovo la purezza dell’intima condivisione… io la chiamo “l’importanza dell’unicorno”: per lei gli unicorni esistono e io imparo dalla forza di quella sua verità. Ho i capelli rosa anche un po’ per questo!
Non ti nascondo che all’inizio però e stato difficile, la maternità purtroppo non è ancora qualcosa che si vive con leggerezza, specialmente in un paese che la considera un ostacolo, un deterrente nelle assunzioni, e direi anche penalizzante per le donne che hanno desiderio di costruirsi una carriera professionale. Ho ricominciato a lavorare quando Frida era molto piccola, l’ho vista pochissimo per quasi un anno, dopo il quale ho scelto di fermarmi un po’ e di dedicarmi completamente alla famiglia. Mi ritengo molto fortunata per questo e sono solidale con le mamme che non si possono permettere pause prolungate dal lavoro e sono costrette a ritmi folli per conciliare famiglia e lavoro".


Sei una bravissima make up artist, senza blog, frizzi, lazzi e canale YouTube. Una scelta radical chic o da una professionista old school?
"Old school mi sembra il termine più azzeccato! Infatti ridendo e scherzando sono quasi sedici anni che faccio la truccatrice, mi sono diplomata all’accademia nel 2001 e quando ho iniziato a lavorare i social non avevano ancora un ruolo così “prepotente e predominante” nel nostro mestiere. All’inizio sicuramente è stato difficile, ma ho incontrato persone che hanno creduto in me, e da allora sono riuscita a muovermi e crescere grazie al passa-parola: chi lavorava bene con me passava il mio contatto ad altre produzioni, altri fotografi e così via. Questo non vuol dire che i social network non siano importanti, infatti sto cercando di adeguarmi, con fatica in realtà perché non sono una persona molto “social”, ma mi rendo conto che il mondo cambia e va veloce ed è importante non restare indietro.
Infatti a breve inaugurerò il mio progetto Instagram, il tema sarà il makeup naturalmente che ho voluto unire ad un’altra mia passione: la pasticceria e la convivialità che ne deriva".

Da quando ci siamo conosciute hai cambiato colore ai capelli spesso, facendo scelte cromatiche radicali: prima platino poi rosa. Animo irrequieto o sperimentazioni modaiole?
"Il cambiamento è il cuore pulsante dell’evoluzione mentale, l’idea di trasformazione è alla base di ogni progetto. Sono sempre partita dai capelli! È quasi un’esigenza, dopo un po’, cambiare radicalmente taglio, colore e ripartire da lì. Mi fa sentire bene mi dà l’idea del movimento, dell’azione".

Cosa è per te la moda?
"Sicuramente uno stimolo, un’ispirazione, un punto di partenza per creare qualcosa di nuovo e personale. Colleziono abiti vintage (e non solo) da quando ero adolescente, almeno una volta a settimana ricordo che entravo tardi a scuola perché dovevo andare al mercato dell’usato a comprare abiti a mille o duemila lire! (mamma mia quanto sono anziana!) ed entravo a scuola (liceo artistico A.G. Bracaglia di Frosinone) con lo zaino che scoppiava, ovviamente non di libri. Così per questo e altri motivi (mia madre aveva un negozio di abbigliamento negli anni ’80 e mi sono rimaste moltissime cose) mi ritrovo oggi con un magazzino fornitissimo di abiti di varie epoche che sono una continua fonte di ispirazione e sono parte integrante delle mie ricerche e del mio lavoro".

Hai truccato tanti artisti, da poco hai seguito Gianna Nannini nel suo tour. Avresti mai immaginato per te questo futuro professionale?
"Quando mi sono trasferita  a Roma per lavorare non avevo idea di tutto quello che sarebbe successo di lì a poco. Ho avuto la fortuna di avere delle occasioni importanti e ho cercato di buttarmi senza pensarci troppo, rischiando, a volte, di trovarmi in situazioni molto più grandi di me e ci ho messo poco a capire quanto conta l’esperienza in questo mestiere meraviglioso e complesso. Ho iniziato a collaborare (era il 2003) con una produzione romana che si occupava di videoclip e con loro, per i successivi 11 anni, ho avuto l’opportunità di lavorare con i più grandi artisti della musica italiana e internazionale.
Ho incontrato Gianna per la prima volta mentre giravamo il suo videoclip a Torino (“ATTIMO” con Valeria Solarino per la regia di Cosimo Alemà) e abbiamo avuto da subito un’intesa professionale importante. Quindi da quel momento ho iniziato a seguirla come truccatrice e, in seguito per il tour, come assistente personale. Gianna e una persona speciale, ha un’energia che ti travolge, la sua aura luminosa si avverte fortissima quando entra in una stanza e non puoi fare a meno di entrare nel suo vortice di passione. Energia pura".


Se una giovane aspirante Mua (make-up artist)  ti chiedesse un consiglio per far carriera cosa le diresti?
"Le consiglierei prima di tutto di scegliere un buon corso professionale, il più completo possibile perché è solo con solide basi che si può crescere davvero. Le direi di non sentirsi mai arrivata, perché in questo lavoro non si smette mai di imparare, io imparo qualcosa ogni giorno e lo faccio attraverso le persone che incontro. Le direi di non smettere mai di essere curiosa e di aggiornarsi, le direi che l’ispirazione può venire da tante cose ma la sicurezza si conquista solo con lo studio e l’approfondimento".

Nel tuo presente oltre i pennelli e palette, è arrivata da poco una macchina da cucire. Una passione rispolverata o una  nuova avventura  all’orizzonte?
"In questo momento sto frequentando un corso di sartoria di base e lo faccio soprattutto perché mi piacerebbe creare degli abiti con le mie mani, vorrei dare una forma materiale alle idee che ho in testa e poi perché mi è capitato in passato di occuparmi di costumi in vari progetti come spettacoli teatrali o video, quindi cerco di prepararmi e di aggiornarmi. Credo che sia importante sapersi reinventare e coltivare i propri interessi, è un modo per continuare a crescere e per aprirsi più strade".

Cosa vuole dire essere una make-up artist oggi?
"Vuol dire confrontarsi con un ambiente difficile e a volte un po’ spietato, per questo è importantissimo aggiornarsi sempre e non avere paura delle sconfitte che fanno naturalmente parte del gioco. Altrettanto importante è il confronto con gli altri, parlo dei colleghi ma anche di tutti gli addetti ai lavori del nostro settore. Ho la fortuna di essere circondata da donne straordinarie: bravissime makeup artist, fotografe eccezionali, bravissime attrici che sono prima di tutto amiche care e preziose che mi danno la possibilità di confrontarmi e ricevere input importanti. Il mio sogno è una factory di donne di talento, un posto dove esprimersi al meglio insieme e tirare fuori idee e realizzare progetti".

Che rapporto hai con la città di Taranto?
"Mi ricordo che la prima volta che sono arrivata a Taranto arrivando in macchina dalla 106, la prima cosa che ho notato sono stati i muri, gli edifici, gli alberi e tutto quello che si trova a ridosso dell’Ilva, completamente ricoperti di rosa e ricordo di aver pensato a quanto era bella quell’immagine e subito dopo aver realizzato quello che in realtà quel colore volesse dire per questa città così martoriata dagli interessi e dalla politica, e pur così piena di energia. L’ho amata da subito! Per una serie di motivi tra i quali il fatto che non mi aspettavo di trovare una città così bella, con un mare così straordinario, con una parte vecchia così ricca di storia, avvolta da un’ atmosfera unica, quasi da sembrare il set di un film. Una città accogliente, come la famiglia di Michele così calorosa e naturale tanto da  ricordarmi la mia, anche noi ciociari siamo accoglienti e “caciaroni” almeno quanto i tarantini. Perché ho conosciuto persone splendide che lottano tutti i giorni per far valere il proprio diritto alla salute, al lavoro, alla vita. Ormai la considero anche un po’ casa mia".

Se un giorno Michele ti dicesse: andiamo a vivere a Taranto?
"Dovrebbe essere un giorno molto lontano però! Nel senso che magari quando saremo un po’ più grandi, quando avremo fatto tutto quello che ci piace in giro per il mondo, perché no! Magari ci prenderemo una casetta a Taranto vecchia e nelle sere d’estate, dopo aver mangiato le orecchiette (che io avrò imparato a fare benissimo!) ci metteremo in terrazza a guardare  il mare più bello del mondo".


Credits

Abiti e scarpe: Ettore Bilotta, @ettore_bilotta
Stylist: Veronica Lopez  http://veronicalopezcostumi.wix.com/verlocostumes#!home/c185t

Foto: Gioia Casale, www.gioiacasale.com
Bijoux: Caterina Mariani



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