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Marina Di Guardo/La mia parte Chiara e quella thriller

Pubblicato da: Categoria: COVER

7
GIU
2018

Scrittrice tra le più interessanti del nostro panorama letterario, ha scelto un genere completamente diverso da quello che ci si aspetterebbe. E adesso sta per diventare anche la madre della sposa più famosa d'Italia

E’ di pochi giorni l’annuncio tanto atteso della data del matrimonio tra Chiara Ferragni e Fedez,  e già si è messa in moto la “macchina scoop” per scoprire quale sarà la location siciliana che ospiterà l’evento e si fanno mille ipotesi sull’abito: colore, lunghezza, stilista… ma come in ogni sposalizio che si rispetti gli occhi sono puntati anche sulla mamma della sposa ed è per questo che noi vogliamo  fermare l’attenzione sulla scrittrice Marina Di Guardo che è stata ospite a San Giorgio Jonico e  a Martina Franca per presentare il suo ultimo libro “Com’è giusto che sia”.
Ho avuto il privilegio di dialogare con lei per la presentazione del libro, di trascorrere un po’ di tempo insieme e di poterla intervistare per Extra Magazine e posso confermare tutto quello che il pubblico ha percepito di lei, anzi anche di più: una persona assolutamente squisita.

Per Lei che ha collaborato a lungo per lo showroom Blumarine a Milano, com’è nata questa passione per la moda, il buon gusto, lo stile? Innata o ricercata?
"Venendo da una famiglia patriarcale con soli fratelli maschi, è stato naturale distinguermi anche curando l’aspetto e l’abbigliamento. Sono presenti entrambi gli aspetti: una propensione forse innata, che poi ho curato e coltivato col tempo, perché il  bello, l’ordine, la ricerca del particolare sono prima di tutto una forma di rispetto verso sé e verso gli altri".

E il suo ultimo libro, addirittura un thriller? Un genere che sembra molto lontano dal mondo della moda.
"Purtroppo la cronaca ci mette quasi quotidianamente difronte a notizie riguardanti la violenza sulle donne, così ho deciso di scrivere un libro ribaltando il punto di vista. Dalia, la giovane protagonista, decide di diventare paladina di quella giustizia che pensa non ci sia, colpendo gli uomini che hanno usato violenza verso le donne. Insomma c’è un passaggio da vittima a carnefice".

“Com’è giusto che sia” è un libro che ti prende dalle primissime pagine, non ammette segnalibri, né tantomeno piegature all’angolo della pagina, perché non vorresti lasciarlo, vorresti sapere subito come va a finire. So che la scrittura ha richiesto nove mesi di lavoro, è stata una gestazione difficile?
"Ogni storia richiede un lavoro serio, preciso, non certo semplice. Questo è il mio quinto libro, ma non per questo è stato più facile scriverlo, sicuramente per l’argomento trattato, ma anche per i personaggi che si muovono nella storia…".

E infatti tutti gli ambienti e i personaggi vengono descritti dettagliatamente, con dovizia di particolari, sempre presente, come nelle altre sue opere, l’introspezione psicologica, il problema relazionale tra uomo e donna… come educatrice ho spesso riflettuto: molto è dovuto alla incapacità degli uomini di accettare un rifiuto, di elaborare un no.
Un famoso libro si intitola “I no che aiutano a crescere”, ma i genitori moderni pronunciano molti meno no e la maggior parte delle volte non li pronunciano affatto. Cosa ne pensa?

"E’ così, il mestiere di genitore non è assolutamente semplice, ma è necessario dare ai figli delle regole e farle rispettare, essere presenti, sostenerli: i genitori non sono gli amici. Anche la coerenza è una qualità fondamentale".

Ritorniamo al libro: è assolutamente vietato far anche solo intuire il finale. Possiamo dire però che la conclusione è un vero e proprio colpo di scena, decisamente inaspettata.
"Sì, me lo dicono tutti i lettori ed è voluto, anche nel prossimo libro, che ho appena consegnato alle stampe, il finale vi sorprenderà".

Un’ultima curiosità. Seguendola sulla rete le foto postate rendono evidente  che lei ha visitato quasi tutte le località del mondo, ha soggiornato negli alberghi più lussuosi, indossato abiti, scarpe e borse da sogno, ha una meravigliosa famiglia e tanto altro ancora. Nonostante questo, c’è ancora un sogno nel cassetto?
"Ci sono ancora tanti, tantissimi posti che vorrei visitare, e tanti sogni da realizzare, ma il più importate di tutti è la felicità delle mie figlie... e di Leone, il mio meraviglioso nipotino".
A intervista finita, è un peccato salutarci ma si tratta sicuramente di un arrivederci, perché come Marina ha affermato più volte ama la Puglia e i pugliesi e presto sarà nuovamente qui.



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