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Antonio Greco/E io continuo a camminare

Pubblicato da: Categoria: COVER

20
GEN
2014
Per la serie: “Eroi di tutti i giorni”. Non può più avere indietro la sua gamba, ma almeno pretende il contrassegno per i parcheggi riservati agli invalidi che gli è stato negato  
 
Erano circa le 19 del 1 febbraio dello scorso anno quando, nel quartiere Paolo VI, a poca distanza dall'ufficio della sua impresa edile, Antonio Ferdinando Greco, all'epoca 58nne, si è ritrovato ad affrontare la morte, a seguito di un colpo di fucile a pallettoni, sparato da un suo ex dipendente. Solo la pronta reazione, e uno spirito davvero combattivo,  lo ha salvato. In presenza di più ferite a entrambi gli arti inferiori, infatti,  ha rischiato  di morire dissanguato. Tolta la cintura dal pantalone ha bloccato la forte emorragia e ha potuto così chiamare il 118. Prima il  ricovero al Moscati e poi il trasferimento al SS. Annunziata. Salva la vita, ma non la gamba sinistra. Dopo una serie di interventi chirurgici alla fine i sanitari hanno dovuto amputare l'arto al di sopra del ginocchio. Greco, come si è detto, non si lascia abbattere facilmente. Mentre l'autore dell'agguato ha patteggiato la pena, e a breve potrebbe lasciare  le patrie galere, l'imprenditore di Crispiano prosegue la sua vita e continua a lavorare, anche se con non poche difficoltà. Ha raccontato la sua storia, e quanto di davvero incredibile accadutogli negli ultimi giorni, nel corso di una conferenza stampa. Attualmente cammina con l'ausilio di una stampella e una protesi provvisoria. Ai giornalisti ha spiegato che è necessario che si assesti definitivamente la ferita chirurgica, e quanto altro è riferibile alla amputazione sofferta, per poter ipotizzare l'impiego di una protesi definitiva, che gli consenta una maggiore capacità di deambulazione autonoma. Insomma c'è poco da dire ancora: siamo in presenza di una persona sicuramente molto determinata, coraggiosa, forte d'animo, ma pur sempre gravemente mutilata e in condizioni di chiaro deficit fisico. Greco, come si è detto continua a esercitare la sua attività imprenditoriale che, naturalmente, richiede anche frequenti spostamenti. Ha una macchina con cambio automatico che gli consente di essere autonomo. Restano però tutte le problematiche di chi comunque, protesi o non protesi, ha una sola gamba. Per questo ha fatto richiesta di contrassegno invalidi per poter usufruire dei parcheggi riservati ai disabili. Secondo procedura si è sottoposto a visita medica, in data 8 gennaio 2014, da parte dell'apposita commissione medica (la 5^ commissione di Martina Franca), che ha così refertato: "[…] non ha capacità di deambulazione sensibilmente ridotta". Al di là della forma utilizzata, abbastanza contorta, il senso è chiaro, quanto incredibile: Greco, a cui manca una gamba, secondo la commissione, non avrebbe particolari problemi di deambulazione. Può tranquillamente parcheggiare la sua auto, magari a un chilometro dalla sua destinazione, e farsi pure una bella passeggiata! Vogliamo credere che chi ha sottoscritto questa, davvero incomprensibile, diagnosi, abbia avuto le sue ragioni per assumere una decisione così stranamente rigorosa. Strano davvero che si rifiuti un permesso a una persona che ha una sola gamba, quando tutti vediamo ogni giorno parcheggiare nelle aree per disabili macchine, anche di un certo tipo, quali imponenti suv ad esempio, alla cui guida tutto si incontra tranne che persone disabili! Ma, al di là di questa annotazione, su cui comunque non guasterebbe qualche approfondimento da parte di chi dovrebbe vigilare in materia, la vicenda appare davvero paradossale. Nel caso di Greco si intrecciano situazioni diverse che hanno però un filo conduttore unico. L'agguato subito dall'imprenditore di Crispiano ha la sua matrice nella grave crisi che attraversiamo e che in particolare ha colpito il comparto edilizio. Ovviamente crisi o non crisi, l'atto in questione è inquadrabile solo come fatto delinquenziale, senza se e senza ma. Tuttavia giova evidenziare come il contesto dell'accaduto sia quello di un territorio in ginocchio, in cui qualcuno si suicida, altri invece uccidono, o provano a farlo. E in questo contesto si inserisce, in generale, il ricorso di molti a tutti i possibili sotterfugi per tirare a campare. Ciò non autorizza però ad assumere comportamenti che, più che rigorosi, appaiono chiaramente irrazionali. C'è davvero da augurarsi che alla fine si sia trattato solo di un errore di valutazione, anche se nutriamo qualche dubbio a dire il vero, e soprattutto che si ponga rimedio al più presto. Greco ha spiegato che la sua iniziativa non è motivata dalla necessità di ottenere la richiesta autorizzazione, che ragionevolmente per noi gli va comunque concessa, ma per sollevare pubblicamente una questione che per lui riguarda la giustizia e il rispetto dei cittadini. E noi  condividiamo.
 


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