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Marcello Bellacicco/La mia Taranto spartana

Pubblicato da: Categoria: COVER

8
AGO
2014

Dalle origini della città la via di uscita per un nuovo sviluppo alternativo alla grande industria. Il sogno di un medico, che vorrebbe fare, anzi farla, come Filonide: addosso ai potenti.

Si fa un gran parlare di Taranto spartana. Come in ogni cosa c'è chi ne parla con cognizione di causa, chi scimmiotta, chi dice fesserie, chi specula. Si tratta di un fenomeno culturale, con la C maiuscola, che potrebbe rivelarsi la panacea per curare i mali inferti al territorio ionico da decenni di industrializzazione, di assenza di una visione strategica, di amministrazioni distratte. Artisti Uniti per Taranto con Marco De Bartolomeo e Saverio De Florio ha ideato un progetto che parte proprio dalle origini spartane per puntare a uno sviluppo alternativo alla grande industria. E' stato anche depositato un brand in Camera di Commercio. Secondo alcuni studi Sparta rappresenta un brand di diffusione mondiale; la ricerca su Google riporta decine di milioni di siti che ne parlano! Taranto è l'unica città spartana superstite al mondo. Per capirne di più ne abbiamo parlato con il dott. Marcello Bellacicco, noto professionista tarantino, medico neurologo, persona illuminata e al tempo stesso scomoda a molti, per il suo modo di essere sempre diretto, chiaro, a volte anche ruvido nel suo rapportarsi con chi lo merita (e a Taranto sono in molti). Ci riceve nell'ipogeo che si affaccia sullo storico lungomare del "borgo antico"; quello che con la associazione Filonide ha pazientemente restaurato. Restaurato è un po’ limitativo come termine; in realtà come ci ha raccontato, lo ha letteralmente riportato alla luce liberandolo da montagne di spazzatura e porcherie varie: «Abbiamo cominciato a promuovere la spartanità di Taranto circa dieci anni fa; l'ipogeo è stato ricavato dagli spartani. Ci troviamo nella culla della cultura spartana. Inizialmente la penisola tarantina era luogo di culto, c'erano solo templi. Ci abitavano le sacerdotesse e gli uomini di culto. Per costruire i templi procuravano il materiale scavando in loco. Qui si trova la calcarenite tarantina, ovvero il carparo. Un carparo durissimo; le pareti dell'ipogeo datano circa 175 mila anni! Quando siamo entrati in possesso di questi locali li abbiamo trovati pieni di spazzatura. Abbiamo impiegato circa due anni solo per ripulire il sito. Si tratta di una struttura nata nel 700 a.C. ».

La metafora dell'atto di Filonide, il tarantino che fece la pipì addosso ai romani!

Abbiamo detto di un Bellacicco che non la manda a dire e che non si omologa facilmente, anzi!; la scelta del nome Filonide per l’associazione che presiede la dice lunga a tal proposito. E' lui stesso a raccontarci la genesi di tale scelta: «La storia di Filonide è più attuale che mai. Quando i romani stavano conquistando il mondo intero puntavano a Taranto, città allora ricca, potente, difficile da conquistare. Inventarono il trattato di Capolacinio, località in Calabria. Secondo questo trattato si poneva un confine che passava appunto da questa località. I romani non avrebbero dovuto superare questo limite e quindi non arrivare a Taranto. In realtà il trattato fu subito violato. I Romani superarono Capolacinio e giunsero vicino a Taranto. Ci furono combattimenti e furono catturati prigionieri tra gli invasori. Per definire un accordo alcuni ambasciatori romani furono ricevuti pubblicamente a Taranto. Furono introdotti in un teatro con i tarantini seduti sugli spalti. Gli ambasciatori si presentarono in condizioni inusuali per i tarantini: strani vestiti, strane acconciature ma soprattutto non parlavano il greco, circostanza all'epoca considerata segno di barbarie. Filonide era un uomo del popolo, grasso, tarchiato, abbastanza ignorante. Tuttavia Filonide capì le reali intenzioni degli ambasciatori, giunti a Taranto per studiare il territorio. Filonide scese dagli spalti e fece la pipì addosso agli ambasciatori (fatto raccontato da Tito Livio). La metafora dice di un atto di dignità fatto da un uomo del popolo, senza alcuna carica, nei confronti dell’arroganza del potere armato. Filonide pensava: ci conquisterete prima o poi, ma per ora sono io a prendere qualche soddisfazione. Oggi continuiamo a essere terra di conquista. Il nostro essere Filonide oggi consiste nell'opporci all'arroganza del potere con strumenti culturali, senza paura di chiamare ignorante chi è ignorante».

Il progetto per una Taranto diversa: chi oggi sottovaluta avrà di che pentirsi!

La conoscenza della storia di un popolo non è solo un fatto culturale inteso appunto come sapere, ma ha un suo alto valore nel momento in cui insegna ad agire -bene- per il futuro. Questo è in sintesi l'idea della spartanità secondo Bellacicco: «Per la dignità di un popolo è fondamentale conoscere la storia delle proprie origini; ma ciò non deve restare un fatto culturale fine a stesso. Occorre guardare al futuro. La nostra robusta storia deve servire a progettare una nuova Taranto. Ci sono tanti altri luoghi meno importanti di questo che fondano la loro fortuna economica su questi dati. A proposito di Sparta, se andiamo nel Michigan troviamo la Spartan Arena; la squadra locale si chiama Spartan. Se andiamo nei paesi dell'est, in quelli orientali, la spartanità è sempre presente e sfruttata economicamente. Taranto è l'unica città al mondo a essere davvero spartana. E perché non dobbiamo partire da questo elemento per costruire un nuovo sviluppo? Uno sviluppo fondato sulla nostra robusta storia. L'alternative economica vera è questa. E' scattato un momento magico. Noi ne parliamo da almeno 10 anni. Ultimamente ho ricevuto la gradita visita di Marco De Bartolomeo che mi ha fatto visionare un progetto che definisce concretamente quella che è una idea che da tempo ho nella mente. Si tratta di un progetto concreto. Come associazione ci siamo assunti il compito della divulgazione. Ovunque io sia presente parlo di Taranto e della spartanità. Insieme a De Bartolomeo ci sono diverse alte professionalità. Si parla di infrastrutture, porto, aeroporto, trasporti; si parla di arredo urbanistico, adeguato. Tornare agli antichi simboli di Taranto; nella antichità dopo il colosso di Rodi veniva lo Zeus di Taranto alto 18 metri. Riproponiamo i vecchi simboli. Realizziamo la spartan arena con intorno la cittadella dello sport. Inseriamoci con il brand Sparta nel sistema mondiale. Parliamo di economia non solo di cultura! Via l'Ilva ovviamente. Puntiamo a una economia alternativa. Occorre mettere sul tappeto la questione; proporre idee e progetti concreti. Gli imprenditori in presenza di strumenti che consentano di investire concretamente arriveranno sul territorio. Chi oggi sta sottovalutando tutto questo avrà di che pentirsi!».

La spartinità da Taranto a Bruxelles, la porta Rosa D'Amato.

Mentre ascoltavamo Bellacicco nell'ipogeo è giunta Rosa D' Amato, neo europarlamentare eletta nelle file del M5S. A Taranto per presentare alcuni fondi europei, è passata da Bellacicco per ritirare alcune magliette che riportano il brand Taranto Spartana, che intende portare al Parlamento Europeo: «E' giusto che in Europa non si parli solo dell'Ilva e dei problemi ad essa correlati, ma che si faccia conoscere Taranto, la sua storia, la sua antica civiltà, le sue bellezze. Il futuro si gioca su due piani: portare Taranto in Europa per farne conoscere gli aspetti più positivi, e portare l'Europa a Taranto facendo conoscerne le opportunità. In questi giorni sono in città per illustrare alcuni fondi a disposizione. Intendo in seguito proseguire su questa strada e fare in modo che tutte le opportunità siano colte dal territorio anche attraverso una necessaria formazione di europrogettisti."



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