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ANTONINO CANNAVACCIUOLO/TI "SPEZIO" IN DUE

Pubblicato da: Categoria: COVER

29
AGO
2014
È riuscito a unire i sapori del nord e del sud: insomma è il Garibaldi della cucina italiana. Mole imponente, il famoso chef ha l’aria da duro, ma a casa sua comandano la moglie e la figlia
 
 
Quando te lo ritrovi di fronte incute quasi un certo timore. Noti la somiglianza con Bud Spencer ma lui non è un attore, nonostante quell'aria da duro, non picchia nessuno e anzi delizia il palato di molti con la sua cucina stellata.
E' Antonino Cannavacciuolo, lo chef che degnamente rappresenta a suo modo la migliore tradizione culinaria campana e che avendo impalmato una donna originaria del Nord, la sposa con quella piemontese in un luogo per così dire insolito: nei suoi piatti.
Non tradisce le sue origini partenopee in quanto mantiene i sapori semplici fatti di pomodori del Vesuvio e ostriche, pesce di mare e pasta di Gragnano con l'accurata ricerca dei prodotti migliori fondendo passato e presente con creatività e stile.
Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Extra.
 
Ciao Antonino, sei riuscito a mescolare tradizione napoletana e piemontese. Come hai fatto?
«Abbinando le materie prime che più mi emozionano, i prodotti della terra, tipici del nord e del sud, cercando non solo di esaltarne le qualità ma anche di abbinarli armoniosamente tra loro».
 
Il tuo stile in cucina come lo definisci?
«Creativo e frizzante».
 
I tuoi cavalli di battaglia?
«Ci sono alcuni piatti presenti da alcuni anni nella carta del mio ristorante a Villa Crespi che i clienti mi chiedono in continuazione, tra cui: linguine di Gragnano, con calamaretti spillo, salsa al pane di segale».
 
L'ingrediente che non deve mai mancare nel tuo mestiere?
«L'olio extra vergine di oliva».
 
A tavola: il tuo piatto preferito?
«Posso definirmi un buongustaio e una buona forchetta… ma adoro anche i semplici piatti soprattutto quelli legati alla mia tradizione, come gli spaghetti al pomodoro, l'impepata di cozze e la pasta e fagioli».
 
Uno dei piatti più richiesti e apprezzati dai tuoi clienti tra quelli che proponi a Villa Crespi?
«Ce n’e sono più di uno, e oltre le linguine sopra elencate, devo dire che anche il piccione, al momento proposto come "Suprema di piccione, fegato grasso al grué di cacao, salsa al Banyuls" sta riscuotendo un successo non indifferente».
 
Chiudi il tuo programma in stile western dicendo "Addddios". Ti ispiri a qualche personaggio?
«La prima volta che l'ho detto, mi è venuto così… dal niente… e lì è rimasto».
 
Il tuo libro s’intitola "In cucina comando io"… ma a casa chi comanda?
«Mia moglie e mia figlia».
 
Nel programma Cucine da incubo" cerchi di salvare i ristoranti sull'orlo della chiusura. Alla fine di ogni puntata tutto sembra sistemato dopo il tuo intervento. Dopo che succede? 
«Durante ogni intervento, cerchiamo di fare del nostro meglio dando consigli in merito alla gestione dell'attività. Quanto succede dopo, dipende solo dai ristorantori, e dal loro desiderio o meno di fare tesoro dei nostri consigli».
 
C'è qualche situazione che ti ha particolarmente colpito durante le tue "visite" nei vari ristoranti?
«In generale mi hanno colpito quelle situazioni in cui le parti a soffrire maggiormente erano le donne. Le lacrime di una donna credo non lascino nessuno indifferente».
 
Affronti lo staff dei ristoranti in modo molto deciso, alla fine sembri quasi il loro papà. Il vero Cannavacciuolo qual è? Quello visto durante tutta la puntata o quello finale?
«Il vero Cannavacciuolo è, nei momenti in cui non si deve scherzare ma dedicarsi al lavoro, è fermo e deciso, poi nei momenti in cui ci si rilassa e si fanno quattro chiacchiere, sono una persona scherzosa e allegra… resto comunque dell'idea che il lavoro è lavoro!».
 
Un consiglio a chi avvia la propria attività nella ristorazione?
«Cercare di differenziarsi, puntando sulla qualità delle materie prime e i prodotti locali».
 
Come dev'essere l'organizzazione ideale della cucina di un locale?
«Credo che ogni cuoco possa sapere in base al proprio istinto come organizzare la propria cucina. Non dovrebbero comunque mancare la costanza, l'impegno e soprattutto la passione».
 
Progetti per il futuro ?
«Sicuramente la voglia di continuare a crescere. Ho tanti progetti per la testa, sempre legati al mio amore per la cucina… vedremo… l'importante è credere sempre in qualche cosa!».
 
Antonino ti ringraziamo, ti aspettiamo a Taranto magari in occasione di una puntata di "Cucine da incubo" e ti salutiamo alla tua maniera : Adddios !
«Addiosssssssssssss!».
 
 


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