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ROSSELLA BRESCIA/Quando si ama (troppo)

Pubblicato da: Categoria: COVER

19
SET
2014
Reduce dal successo della tournée teatrale di “Carmen Cassandra Medea – Il processo”, la ballerina pugliese farà presto tappa a Martina Franca per raccontarci la storia di tre donne, accomunate da un’unica colpa
 
 
A poche settimane dal Festival del Cabaret, non si può non pensare a una regina della comicità – ha condotto per diverse stagioni Colorado Cafè – e sovrana indiscussa anche di radio e teatro, a cui Martina Franca ha dato i natali. Parliamo della meravigliosa Rossella Brescia (la cui voce ci fa compagnia ogni mattina su RDS), la quale ha trascorso l’estate nei più meravigliosi teatri italiani con lo spettacolo “Carmen Medea Cassandra – Il processo” dove ha condiviso il palco insieme a Vanessa Gravina e alla compagnia Danzitalia. Ma gli impegni di Rossella non finiscono qui…
 
Rossella, nei mesi scorsi sei stata impegnata con uno spettacolo teatrale che ha conquistato il cuore del pubblico.
«Infatti. Per tutta l’estate, con la compagnia DCE Danzitalia e la bravissima Vanessa Gravina, abbiamo portato in tournée lo spettacolo “Carmen Medea Cassandra – Il processo”, la storia di tre donne della mitologia indimenticabili, colpevoli di aver amato troppo. Sono molto contenta del successo che ha riscontrato, perché è uno spettacolo che fa riflettere, che fa pensare, e soprattutto perché porta avanti una causa che mi sta molto a cuore, in quanto si propone di aiutare l’associazione Intervita nella campagna contro la violenza sulle donne. Infatti una parte della quota del biglietto viene donata proprio a questa meravigliosa Onlus che offre un sostegno incredibile su tutti i fronti, dagli ospedali ai centri di accoglienza e così via».
 
Un problema, quello della violenza, di cui si sente parlare purtroppo molto spesso.
«Si ascoltano casi del genere ogni giorno, ma la cosa che mi lascia maggiormente sconvolta è il fatto che la maggior parte di essi avvenga tra le mura domestiche. Quello che, cioè, dovrebbe essere un rifugio sicuro, un nido protetto, diventa scenario delle più brutte nefandezze. Inoltre, basti pensare ai continui stupri di cui le donne sono vittime in ogni luogo o al mondo arabo, dove la popolazione femminile non gode di alcun diritto, non può votare né addirittura farsi guardare in faccia. Si parla tanto di emancipazione, ma la verità è che su alcune cose siamo davvero indietro. Bisogna affrontare questo problema dilagante e bisogna farlo in fretta».
 
Se il tuo spettacolo offre un’occasione per farlo, e soprattutto per aiutare Intervita, è assolutamente imperdibile, dunque.
«Assolutamente. Unisce prosa e danza e ci sono dei protagonisti strepitosi, come la già citata Vanessa Gravina, Gennaro Di Biase, Amilcar Moret e il suo eventuale sostituto, José Perez. La regia e le coreografie sono invece di Luciano Cannito, mentre la drammaturgia è di Paolo Fallai. Per tutta l’estate ci siamo esibiti in zone archeologiche meravigliose, ma lo spettacolo verrà riproposto anche nei prossimi mesi a Martina Franca, cosa di cui sono molto felice».
 
Ecco, Martina Franca. Non perdi occasione, anche sui vari social, di parlare della tua città e delle bellezze della Puglia. Del resto, nonostante ti sia dovuta allontanare giovanissima, continui ad avere in Valle d’Itria due grandi punti fermi, come la famiglia e la tua scuola di danza.
«A cui tengo moltissimo. La mia scuola mi dà moltissime soddisfazioni e ha realizzato il mio sogno, quello cioè di offrire una possibilità a chi non vive in una grande città di fare questo mestiere e di farlo ad alti livelli. Grazie alla scuola ho raggiunto il mio intento di accorciare le distanze tra la periferia e i grandi centri, dando l’opportunità ai miei allievi di studiare con dei veri professionisti. Ogni anno, infatti, si organizzano laboratori coreografici con maestri internazionali, audizioni per enti lirici e persino corsi di teatro e cinema, con Clarizio Di Ciaula. Ho cercato di coniugare, infatti, teatro, danza e recitazione, perché ritengo che un ballerino debba essere prima di tutto un grande interprete. È una scuola che sta viaggiando, che sta crescendo e questo mi riempie di gioia. Una allieva, Roberta Russano, è appena entrata in accademia a Roma e moltissimi altri lavorano oramai in diversi musical e in teatri importanti. Io rappresento, per i ragazzi che studiano, il filtro con Roma. Ci sono passata, ho studiato anche io e so come vanno le cose. Per questo, grazie anche all’aiuto di Eliana Oliva, bravissima ballerina pugliese, cerco di dare il massimo».
 
Cosa consiglieresti a chi vuole fare questa professione?
«Di partire con molta umiltà, di avere una grande concentrazione e di mostrare dedizione e voglia di imparare. Non sopporto chi si approccia al mondo della danza con l’intento di diventare famoso. Quello, nel caso, viene dopo. Quando ho cominciato io non pensavo affatto “Voglio diventare famosa”! Ho iniziato a studiare danza perché mi piaceva da morire, perché mi rendeva felice. Ciò che c’è stato dopo è stato un di più. Inoltre, si può fare danza anche semplicemente per mantenersi in forma e per rendere il corpo armonioso. È adatta anche a chi ama la cultura, perché attraverso i balletti di repertorio si studia la storia della danza, della musica e perché no, della letteratura».
 
Dopo tanto teatro, tuttavia, trovi anche il tempo per la radio…
«RDS è la mia seconda famiglia, adoro lavorare in radio. “Tutti pazzi per RDS” ha appena vinto il premio Cuffie d’oro, un trofeo che ci rende molto orgogliosi e grati per tutti gli ascoltatori che ogni mattina ci dimostrano il loro affetto. L’unica cosa negativa è la sveglia: suona troppo presto! Basta pensare che quando finisco di lavorare per RDS la mia giornata è ancora agli inizi».
 
…e per la tv. Ma come fai a far tutto?
«Seguo il modello americano, dove gli artisti devono saper fare tutto: cantano, ballano, recitano. Io amo mettermi alla prova, scoprire sempre nuove cose e intraprendere nuove avventure. A tal proposito, a ottobre mi vedrete in un nuovo programma, The Chef, in onda su La 5 e su Canale 5, dove si sfideranno cuochi stellatissimi, chef di grande talento. In fondo il segreto è proprio questo: fare sempre cose di grande qualità!».
 


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