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Stampa vs tablet/Metti Gutenberg con un iPad

Pubblicato da: Categoria: COVER

14
SET
2012

 

A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, tra la crisi economica e le nozioni sempre più digitalizzate, ci si chiede se la spesa dei libri sia davvero indispensabile. Buon senso ed equilibrio sono gli ingredienti per un matrimonio felice fra libri e tecnologia. Nessun aut aut
 
A ogni avvio di anno scolastico sono sempre in tante le questioni che occupano i vari media: carenze strutturali e di organico, dati numerici e qualitativi sugli studenti dei vari cicli, spesa media sopportata dalle famiglie per l’acquisto di libri e materiale scolastico, questione che quest’anno la crisi economica fa prevalere su tutte le altre. Anche l’occhio del passante più distratto può cogliere il leitmotiv che domina gli spazi pubblicitari cittadini e le offerte relative all’acquisto del materiale didattico: “sconti”. E intanto, non a caso, nelle scuole è la rivoluzione digitale che polarizza l’attenzione e divide: da un lato i sostenitori del cartaceo, del rassicurante libro di testo e dall’altro i sostenitori delle nuove tecnologie, dei tablet e degli iPad che scavalcherebbero i libri tradizionali, proponendo contenuti digitali a costi contenutissimi, se non addirittura a costo zero e scatenando una vera e propria euforia digitale che può fa perdere di vista il senso della rivoluzione, del cambiamento che riguarda non tanto i mezzi quanto l’obiettivo: la conoscenza, i saperi forti a cui la scuola deve tendere. E così capita di ascoltare, di leggere, anche sui social network, accesi dibattiti fra genitori che, contagiati dall’euforia di cui sopra, propendono per una scuola “senza libri”, nella quale è il clic a fare la differenza, anzi lo sfioramento, visto che i tablet si avvalgono del touchscreen. E’ opportuno, quindi, fare chiarezza, onde prevenire indesiderati effetti di un uso sconsiderato del digitale, come accade con l’alcol.
Cosa vogliamo dire quando parliamo di rivoluzione digitale nella scuola? Intendiamo LIM (Lavagne Interattive Multimediali), notebooks e tablet al posto di libri cartacei? Assolutamente no. Scuola digitale significa ambiente di apprendimento rispondente ai processi cognitivi che le tecnologie (tutte, anche il telecomando per l’accensione della TV) hanno di fatto modificato. In parole semplici: l’apprendimento non è più quello di una volta. Questo impone una riforma organica della didattica, nella quale anche l’utilizzo delle tecnologie digitali è imprescindibile. Nessuna guerra al libro. Nessun àut àut. La scuola digitale va vista come un ambiente di apprendimento che apre un nuovo canale informativo, attraverso il quale accedere alla conoscenza in modo più rapido, senza giustapporsi ai canali preesistenti, in primis i libri, bensì interagendo con essi. Libri, tecnologie digitali e risorse di rete danno forma diversa ai saperi che sono sempre gli stessi. Posta in questi termini la prospettiva auspicabile è quella del dialogo tra i libri tradizionali e le tecnologie. In fondo il libro nella sua forma cartacea non è altro – come sostiene il prof. Roberto Maragliano – che la macchina del sapere scolastico, tanto quanto il tablet. Ciò che occorre è creare nella scuola le condizioni per un approccio consapevole e critico a entrambi, favorendo l’attitudine a contestualizzare le informazioni e a integrarle in un insieme che dia loro senso. Il problema cruciale del nostro tempo è quello della necessità di un pensiero in grado di raccogliere la sfida della complessità del reale, cioè di cogliere le relazioni, le interazioni e le implicazioni reciproche, i fenomeni multidimensionali, le realtà nello stesso tempo solidali e conflittuali. Nessun antagonismo, pertanto, tra libri e tablet, in quanto si tratta di due diverse messe in forma del sapere: una rafforza l’altra, permettendo il confronto. Insomma una convivenza efficace e solidale. Il matrimonio perfetto.
 


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