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RIMBAMBAND/A suon di battute

Pubblicato da: Categoria: COVER

2
GEN
2015

 

Si definiscono cinque Rimbamb…ini che giocano con la musica. In realtà, al talento musicale uniscono quello comico, anche se la notte porta consiglio (e ispirazione) e il “Rosso” rimane sempre il più bravo

 

 

 

Apparentemente una banda di pazzi ma loro sono un quintetto di ottimi musicisti, ciascuno con una storia musicale. Reduci dai successi in giro per l’Italia tra piazze, teatri e sulle reti televisive nazionali abbiamo incontrato Raffaello Tullo, il capobanda.

 

Come e quando è nata l’idea di formare una (Rimbam)band?

«Nel 2001. C’erano con me altri musicisti poi negli anni ne ho cercati altri perché quelli non erano adatti a quel tipo di progetto e perché non erano pronti a profondere gli sforzi e le energie che un progetto così ambizioso richiedeva. Nel 2006 ho poi incontrato gli attuali elementi eccetto il Rosso che è subentrato in un secondo momento a Pasquale Maglione (che è tornato a fare l’insegnante, n.d.R.). Con loro è nata subito una certa empatia e una comunione d’intenti».

 

Eravate amici tra voi già prima di formare il gruppo?

«Lo siamo diventati dopo. Ci siamo conosciuti per esigenze di lavoro. Con Renato avevo già lavorato, c’era un rapporto squisitamente professionale, di collaborazione e di stima reciproca. Ci si conosceva professionalmente, ecco. Abbiamo poi unito le forze e con gli spettacoli poi sono arrivati gli appuntamenti importanti e siamo cresciuti con i nuovi progetti».

 

Come nascono le tue ispirazioni?

«Da una tormentata, distruttiva e autolesionistica... insonnia. Non riesco a dormire la notte per pensare ai pezzi».

 

Nei vostri show troviamo molte citazioni, da Fred Buscaglione a Nicola Arigliano e Renato Carosone, a beneficio dei più giovani che ancora non conoscono questi mostri sacri della canzone e possono farlo grazie a voi.

«Sì, è vero, e a quelli che hai citato si sono poi aggiunti anche il Quartetto Cetra e Giorgio Gaber. Sono peraltro gli artisti cui ci ispiriamo perché hanno portato nel loro tempo la qualità. Noi infatti cerchiamo di far ridere attraverso la musica, con qualità, garbo e fantasia».

 

Renato Ciardo cita spesso Tony Dallara durante le esibizioni imitandolo peraltro molto bene.

«Lui ha un amore per tutto ciò che è vintage, in particolar modo per gli anni ’60. E, tra i tanti, imita bene anche Franco Califano, Tina Pica, Pippo Franco, Bruno Lauzi… ha una galleria di personaggi tutti incredibilmente datati che magari qualcuno ha dimenticato e invece lui rispolvera con delle storie divertenti. Nel nuovo spettacolo peraltro Renato non “romperà le scatole” soltanto con uno di questi ma con tutti i personaggi che lui ama... ne vedremo delle belle».

 

Chi è tra voi il più Rimbamb…?

«Ognuno di noi lo è a modo suo. Se ognuno di noi si prendesse troppo sul serio stonerebbe con la Rimbamband. Di base siamo tutti un po’ rimbamb..ini».

 

Cosa vi accomuna?

«Siamo tutti dei bravi ragazzi cui piace giocare. Avendo tutti la musica a disposizione lo usiamo per raccontare le nostre “barzellette”».

 

Avete calcato il palcoscenico del Brancaccio che ha visto le esibizioni di grandi attori del calibro di Totò, Aldo Fabrizi, Gigi Proietti, Anna Magnani…

«Andare sul palcoscenico è sempre una emozione particolare. Ed è proprio l’emozione che senti dentro quella che ti dà la carica e l’energia e ogni volta sono emozioni diverse come quelle provate al Brancaccio ma anche al Parioli e a Milano. Detto questo, grande rispetto per questi mostri che tu hai citato».

 

L’esperienza a Zelig?

«E’ stato l’approdo davanti a una grande platea televisiva che ci ha dato ancora più visibilità».

 

Nel programma Giass con Luca e Paolo andato in onda nei primi mesi del 2014 il vostro “raggio d’azione” è sembrato un po’ limitato, date le vostre potenzialità.

«Guarda, abbiamo fatto ciò che era possibile fare in quei pochissimi minuti che ci sono stati concessi. Era impossibile fare dei miracoli per il poco tempo, ma ci siamo destreggiati al meglio. Di sicuro “la situazione” a noi confacente è sul palcoscenico di un teatro, lì possiamo esprimerci avendo anche più tempo a disposizione».

 

In quello stesso programma avete incontrato Pino Caruso, Andy Luotto, Nino Formicola (conosciuto al grande pubblico come Gaspare, orfano del defunto Zuzzurro), Ficarra e Picone, Pino Campagna e tanti altri. Qualcosa di loro che vi ha impressionato?

«Di Pino Caruso ricordo la sua professionalità e la sua serietà, Andy Luotto la sua “follia”, Luca e Paolo molto bravi, dei grandi professionisti».

 

Siete stati negli anni scorsi la resident band del Festival del Cabaret e del Tour Risollevante del presidente Giovanni Tagliente.

«Sì, è stata una esperienza importante per noi perché ci ha dato anche la possibilità di provare nuovi skatch, ci ha messo a contatto con il pubblico ed è stata anche una occasione di confronto con gli altri comici che ha contribuito a migliorarci».

 

Il complimento più bello che avete ricevuto?

«Ricordo una ragazza che ci ringraziava per aver regalato un sorriso alla sua mamma ammalata. Siamo stati contenti di aver dato un momento di sollievo».

 

Un programma cui partecipereste?

«“Indietro Tutta” del maestro Arbore. Ci saremmo trovati davvero bene in un programma che vedevamo tagliato per noi».

 

Il segreto del vostro successo?

«Il nostro essere sempre gioiosi, attivi e soprattutto mai volgari».

 

Dove avete avuto le maggiori soddisfazioni ?

«A Milano. E’ una città che ci dà sempre soffisfazioni anche perché è piena di pugliesi e il dialetto barese di Renato Ciardo è ormai comprensibile ovunque e piace sempre. Ma anche le serate al Teatro Forma di Bari le ricordiamo con molto piacere».

 

Sentite di dover ringraziare qualcuno?

«Sentiamo di ringraziare la nostra caparbietà, i nostri sforzi e il nostro lavoro. Crediamo sia l’unico modo per raggiungere gli obiettivi».

 

Ma chi fa ridere a voi?

«A me piace Charlie Chaplin, a Renato il padre Gianni Ciardo ma anche Stanlio e Ollio, Troisi, Totò, Albanese, tanto per citarne alcuni».

 

Chi di voi ha più successo con le donne ?

«Beh, oggi l’unico single è Niccolò Pantaleo. Io sono fidanzato da otto anni, Renato Ciardo e gli altri sono sposati. Devo dire che ormai non ci facciamo nemmeno più caso. L’unico che potrebbe rispondere è proprio Niccolò».

 

Il vostro sogno nel cassetto ?

«E’ quello di continuare a proporre ciò che sappiamo fare».

 

Avete mai pensato di condurre un vostro show? Se sì, come lo immaginate?

«Sì, ci abbiamo pensato sebbene riteniamo che il nostro ambiente ideale sia sul palcoscenico e non in tv. Chissà in futuro».

 

Prossime tappe del vostro spettacolo?

«Continueremo a esibirci un po’ in tutta Italia con una cinquantina di date da sud a nord: il Teatro Manzoni di Milano, il Teatro Colosseo di Torino, il Teatro di Rifredi a Firenze per dieci giorni, poi Catania e Napoli tra le altre. (Qui le date dei prossimi show http://www.rimbamband.it/calendario.html n.d.R.)».

 

Progetti per il futuro?

«Siamo vivi e attivissimi. Dopo i nostri due spettacoli “Rimbamband show” e “Il Sol ci ha dato alla testa” che stiamo portando in giro per l’Italia e dopo il progetto per il web “Pausa Rimbamband” (http://pausa.rimbamband.it/ n.d.R.) stiamo lavorando al terzo spettacolo che debutterà la prossima stagione».

 

Ragazzi vi ringraziamo per la vostra disponibilità.

«Grazie a voi».

 

 



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