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Nunzia Convertini/La lady di ferro

Pubblicato da: Categoria: COVER

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LUG
2015

È riuscita dove nessun altro aveva nemmeno provato: delocalizzare con successo il più grande evento della tradizione martinese dal centro urbano alla periferia residenziale. Intervista all’Assessore che vuole fare la rivoluzione: e ora tocca al mercato settimanale

 

 

Assessore Convertini, ora che le luci sono spente possiamo dire che é stata scritta un'altra pagina di storia?

«Certamente sì, Martina Franca ha finalmente potuto sperimentare la bellezza del cambiamento, anche radicale come in questo caso, solo così si scrive la storia, con coraggio».

 

Chi ha vinto e chi ha perso in questo braccio di ferro?

«Ha vinto la determinazione e il coraggio di lottare per le proprie idee, e per la propria città, ha perso chi non si mette mai in discussione e alza muri a prescindere».

 

Lo scorso anno é stata sommersa da una valanga di critiche; quest'anno per lei è stata una bella rivincita.

«L'anno scorso ho tratto degli insegnamenti importanti, ho capito che la concertazione è delicata, ma fondamentale, che il gruppo fa la differenza, che non si può governare per la popolarità ma per il miglioramento della vivibilità. Quest'anno la rivincita è stata dimostrare che la coerenza paga».

 

Ritiene di aver ricevuto qualche critica ingiusta?

«No, la democrazia per la quale lotto ogni giorno, deve esprimersi sempre con rispetto e onestà, ingiuste le polemiche senza proposta e ad ogni costo, ma questo chi vota lo sa e non se lo dimentica».

 

Prima é riuscita a ripristinare le regole in piazza d'Angiò; ora a delocalizzare il luna park. Prossimo obiettivo il mercato settimanale?

 

«Sì, il piano del commercio è già stato depositato, inizia a settembre la fase delicata della concertazione per una migliore sistemazione delle bancarelle. Siamo impegnati a trovare una soluzione complessiva che ingloba il Tursi e il Pergolo, fino ad allora dobbiamo cercare di convivere con un mercato in area centrale, chiedendo agli operatori di venire incontro alle esigenze dei residenti, dell'ambiente e delle aree pubbliche».

 

Lei ha una delle deleghe più delicate, eppure a differenza di altri suoi colleghi assessori non ha un dirigente esclusivo al settore. Perché?

«Ho un dirigente, molto preparato e propositivo, la dottsa Navach, che però non si occupa solo di attività produttive. La scelta di ridurre le dirigenze era condivisa dalla maggioranza per ridurre le spese, questo certamente a discapito di alcuni settori. Quella del personale è una questione delicata su cui il Pd si confronta da quando ci siamo insediati, speriamo di riuscire a disegnare un assetto dirigenziale efficace per terminare il programma di governo».

 

Avete stanziato 20mila euro per incentivare l'apertura di nuove attività nel centro storico. Crede che come misura sia sufficiente?

«No, penso sia ancora una cifra esigua, ma era giusto iniziare e verificare gli andamenti economici. Nel nuovo bilancio ci sono anche fondi startup per le nuove imprese, con il piano del commercio poi metteremo in campo diverse politiche incentivanti coerenti con la visione di sviluppo del centro storico e dell'intera città».

 

Secondo lei per un rilancio completo, di cosa ha bisogno la città? 

«La città ha bisogno innanzitutto di unità e di dire basta alle divisioni perché la forte diffidenza e l'individualismo imperante frenano anche le idee di investimento. Sburocratizzare poi, sarebbe indispensabile per rilanciare anche la piccola economia».

 

Se mai chiesta: chi me l'ha fatta fare?

«Avere dubbi è normale, avere dei momenti di rabbia anche, ma poi penso che rappresento la mia città, sono amministratore di quasi 50000 abitanti, non posso tirarmi indietro, devo lavorare duro per farcela a fare il bene». 

 

Tornerebbe indietro?

«No, perché dovrei? ogni passo che ho messo ha un senso, ogni persona che ho incontrato un dono, ogni atto per la città un onore. Avanti sempre come un treno!».

 

Un sogno nel cassetto? 

«Non lo dico, se si avverrà la chiamo e glielo racconto!».

 

Meglio segretario del Pd o assessore? 

«Sono due esperienze formative molto diverse tra loro. Il Pd è il mio partito, sono nata politicamente con la sua costituzione nel 2007, è stato un onore per me essere il primo segretario del circolo di Martina Franca, è stata un'esperienza molto bella e avvincente che, come ogni cosa in politica, deve avere un inizio e una fine. Fare l'assessore mi carica di responsabilità diverse, le mie scelte hanno ricadute su tutti, lo sento come un compito per cui non ci si può tirare indietro. Sono orgogliosa di rappresentare le istituzioni, mio nonno ne sarebbe andato fiero, perché le istituzioni si rispettano, non si diffidano e non si ricattano, ma con loro si cerca il dialogo e la soluzione».

 

Si può fare di più?

«Si può fare molto di più, ma ci vuole tempo e programmazione, oltre che cuore, altrimenti non si agisce per il bene».

 

 



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