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MONICA CARADONNA/ Il bello della malattia

Pubblicato da: Categoria: COVER

11
SET
2015
Che fare quando si soffre di intolleranze che rendono impossibile mangiare, toccare denaro e annusare un profumo? E quando si è allergici anche ai farmaci che dovrebbero curare? Fate come lei: entusiasmo e gioia di vivere nel combattere il nemico nichel, e nel trovare i lati positivi: come lo champagne, per esempio
 
Non me ne voglia, anzi mi vorrà ancor più bene dopo questo scellerato incipit, ma non potevo non notare la somiglianza tra lei e il mio mito! Non credo che lo abbiate letto, ma vi consiglio un mio articolo di quando ero giovane e insolente, così capirete di cosa parlo: Posologia della STRONZA -  Indicazioni terapeutiche. Dose, tempo e modo di somministrazione. Possibili effetti indesiderati. Il nuovo farmaco per la brava ragazza che vuole risvegliarsi dal sonno di Bella e addormentata e diventare così la donna dei propri sogni! al seguente indirizzo web :http://sarahjayderosa.altervista.org/blog/posologia-della-stronza-indicazioni-terapeutiche-dose-tempo-e-modo-di-somministrazione-possibili-effetti-indesiderati-il-nuovo-farmaco-per-la-brava-ragazza-che-vuole-risvegliarsi-dal-sonno-di-bel/ . Non potevo credere che esistessero davvero esemplari in natura, ma Monica Caradonna, affetta da SNAS (Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel) e da altre diavolerie, lo è in carne e ossa! Questa donna è il vero prototipo della Signora Totalmente Realizzata Orgogliosa Non Zerbino Autonoma! Una signora realizzata nel lavoro che ama e che porta avanti con assoluta competenza; orgogliosa nell’esprimere se stessa e nel non reprimere la sua voglia di vivere; non zerbino perché se la SNAS pensava di averla messa al tappeto, ha incontrato la str.. ehm, la persona sbagliata e infine autonoma, perché Monica non attende sulla torre dell’inattività, di essere salvata. È lei il cavaliere con pennacchio e destriero di se stessa. Patologie e antidepressivi quindi, attenti a voi, perché Monica Caradonna è nei paraggi! 
Oltre a spiegarci come hai scoperto della tua malattia, Monica, hai voglia di raccontarci qual è stato il tuo primo pensiero dopo aver letto questo brutto acronimo SNAS (Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel)?
«Dunque, vediamo… da dove inizio? Ah, sì… Diciamo che per 15 anni della mia vita, ho avuto problemi di salute inusuali e sintomi apparentemente non collegabili tra loro. Svenivo molto spesso accusando difficoltà motorie, per poi arrivare al 2011-2012 ad avere l’anca completamente bloccata. Arrivavo a prendere tre Toradol al giorno per il dolore e facevo anche riabilitazione, ma la mia situazione appariva invariata. Mi reco fino a San Giovanni Rotondo per ottenere nuovi lumi, ma un reumatologo non fa altro che imbottirmi di cortisone. Nel mio peregrinare incontro finalmente a Lecce il mio Super Mauro, il Dott. Minelli, allergologo e immunologo, che mi rivela cosa caspita stava facendo impazzire il mio corpo! Avevo (e ho tutt’ora!) proprio la SNAS, oltre a una forte intolleranza al glutine e al lattosio, giusto così per non farmi mancar nulla, più un retrogusto di MCS, sensibilità chimica multipla! Quest’ultima delizia comporta sensibilità a profumi, cosmetici, prodotti per l’igiene del corpo, ma sono solo al primo stadio e quindi ho tranquillamente una vita sociale come tutti gli altri. La più grave fra le quattro antipatiche che mi hanno diagnosticato è di sicuro la SNAS perché il nichel si trova semplicemente ovunque! Sarebbe più facile rintracciare prodotti dove non c’è nichel, ma la cosa assurda è che anche il cortisone ne contiene e quindi curandomi con quella sostanza, non stavo facendo altro che complicare la situazione. Inutile dire che appena l’ho saputo, sono crollata, ho pianto e mi sono sentita più che annichilita, direi proprio annichelita! Ma perdermi d’animo non è da me e sono andata avanti…».   
La domanda sorge spontanea: come diamine fai a toccare l’unica cosa che ci permette la sopravvivenza giorno per giorno, e cioè il denaro?
«Oddio guarda, quante paranoie riguardo a questo argomento! La gente tende sempre a drammatizzare   anche inutilmente. Cosa ci può salvare? Un po’ di razionalità. È vero, l’euro è prodotto col nichel, ma perché la sostanza entri in circolo nel mio corpo, devo tenere in mano il denaro per un po’ di tempo, sudare e solo allora, attraverso il sudore, la pelle trattiene la sostanza. Semplicemente passo da un palmo all’altro un po’ più velocemente i miei soldi, ed eccomi qui sopravvissuta».
Ti sei sentita limitata nella tua vita, o ritrovata? 
«Più che limitata mi sono sentita discriminata. In tutto, nel modo di truccarmi, nella possibilità di alimentarmi. Avevo voglia di un bel rossetto? Andavo in farmacia sì, ma i prodotti senza nichel avevano un cattivo odore e dei colori così tristi, oltre che un prezzo per nulla accessibile. Il cibo poi, diventa un tabu per tutta l’ignoranza che gravita attorno alla SNAS. Ero a Firenze tempo fa, e un mio amico prenota ben una settimana prima del nostro arrivo, un bel tavolo presso un ristorante stellato. Arriviamo gioiosi e affamati, e veniamo a sapere che non hanno nulla da farmi addentare! Risposta laconica dello chef: “Caspita, l’allergia al nichel è proprio un casino!”. Beh, mi mancava in effetti una rivelazione così… Per non parlare delle compagnie aeree: venti giorni fa parto per Tokyo e guarda caso, non c’era nulla che potessero darmi da mangiare nonostante fossero stati avvisati per tempo. Ringrazio un passeggero dolcissimo, che ha diviso il suo riso con me in quelle interminabili tredici ore di volo! Ritrovata, dici? Credo di avere sempre avuto molta forza dentro di me, ma di sicuro questo mio nuovo status di vita ha fatto sì che ridiventassi ancora più spericolata di prima e innamorata della vita! Povero il mio Super Mauro, lui si che ha molta pazienza con me…».
Temo che questo commento riveli che sei una paziente atipica, diciamo così?
«Io invece temo di essere proprio una pessima paziente! Sai com’è, io adoro la mia vita, amo mangiare e bere, e devo ammettere che se ho voglia di un cibo che non posso permettermi o di un cocktail, prendo preventivamente un Bentelan e quando il mio adorato Dott. Minelli scalpita per la mia insolenza, gli rispondo: “Doc, faccio così perché ho la malattia dei ricchi: bevo solo champagne!”. Lo stendo sempre con le mie battute, (accompagnate dagli occhioni da Gatto con gli Stivali di Shrek – ndr)… Dico questo però, per un motivo: lo champagne viene fatto fermentare in bottiglia e non passa dai silos in metallo e quindi pieni di nichel, come succede per la maggior parte dei vini ad esempio. Ecco perché, paradossalmente, posso bere solo il nettare dei ricchi. Ritornando seri, il mio medico, mi ha ridato dignità e libertà: di recente, avendo lui collaborato con importanti laboratori di ricerca, ha trattato un terreno totalmente privo di nichel e lo ha coltivato. Ne sono usciti pomodori e quindi salsa, che mi ha gentilmente fatto provare. Inutile parlarvi della mia emozione nell’assaporare dopo anni, del buon sugo. Anzi non vi anticipo nulla, cliccate sul mio blog e scoprirete da soli di cosa parlo».
Il tuo blog infatti dice già tutto di te, grazie a un titolo geniale: Annichelita ma figa – Storie semi serie davvero accadute (http://annichelitamafiga.com) . Dove si riesce a trovare la forza per non rassegnarsi all’evidenza patologica, continuando ad affrontare la vita con umorismo?
«Credo che ognuno di noi abbia dentro di sé la forza per superare le prove che gli si sono parate davanti. Io ho sempre avuto un carattere forte e la mia malattia mi ha fatto capire che nella vita si vince e si perde è vero, ma che a me non piace perdere. Lavoro moltissimo, sono sempre in giro per il mondo, amo la vita, amo circondarmi di gente e non intendo crogiolarmi nell’inattività. Non a caso mi sono tatuata sul braccio l’immagine di una guerriera, per ricordarmi sempre chi sono. Non è sempre facile, perché la SNAS fa comportare il tuo corpo come un burattino: lei strattona i fili già sottili e malconci, e il tuo sistema immunitario impazzisce. Io però mi impegno ad avere un approccio positivo alla vita. Annichelita ma figa, significa proprio questo: avere un approccio figo alla vita. Di certo non ero io figa, eh? Anzi, ho anche la cellulite a pensarci bene, anche se devo dire che da quando ho scoperto di avere la SNAS, ho perso tredici chili e sono addirittura più in forma! Insomma, ci tenevo solo a rassicurare gli utenti in rete. Concludo comunque col dire, gente, che la vera malattia è nella testa, quindi…».   
Ci vuoi parlare del tuo progetto lavorativo, che ha trasformato un presunto limite, in una svolta non solo nella vita, ma anche nel marketing?
«Mah, in realtà il mio progetto non ha nulla a che fare col marketing, ma è un vero e proprio progetto etico. Vogliamo ridare libertà e dignità alle persone affette da SNAS. Vogliamo che le donne con la SNAS ritrovino il piacere di truccarsi e di far esplodere la propria femminilità. Ecco perché nasce la mia linea Nice Pomade. Però in effetti, devo fare una premessa. In una notte buia e tempestosa, esattamente la sera stessa in cui scopro di avere la SNAS, ritorno a casa e mi fiondo in rete per capire cosa diavolo potessi ancora mangiare! Mi trovo davanti siti con elenchi vaghi di cibi vietati e non. Solo un insieme di ricette dalla dubbia efficacia per chi come me, invece, è pluriallergico. Ecco che quella stessa notte, creo il mio blog, Annichelita ma figa. Da quel giorno inizio a inserire, dopo un’attenta ricerca, le mie ricette per chi soffre non solo di SNAS e ho l’idea di creare proprio un libro di ricette, scientifico da un lato e un po’ brillante dall’altro, come me» ride, ndr «Nice Pomade invece nasce per garantire prodotti di bellezza e cura per il corpo, assolutamente privi di petrolati, parabeni, EDTA, senza le proteine del grano e senza nichel naturalmente. Ho dovuto chiamare la linea Nice, perché mica potevo chiamarla figa come il blog…». (fa spallucce, ndr.) 
Stai pensando a una diffusione anche europea del tuo progetto, e quali collaboratori hai il piacere di ringraziare?
«Nonostante la mia proverbiale follia imbevuta di entusiasmo, credo che noi di Nice Pomade si debba andare un po’ per gradi. Attualmente sette farmacie in diverse regioni italiane hanno ben accolto il nostro progetto e siamo in contatto anche con un farmacista di Valencia, ma il nostro impegno ora è lavorare e lavorare, per poter dire di avercela fatta davvero, in ogni boccetta delle nostre creme. Ricordo, durante una delle mie visite nelle sale d’attesa di un ospedale, di aver incontrato una giovane babysitter con la SNAS. All’epoca per un siero, ero costretta a spendere anche 130 euro e parlando con questa ragazza lei mi disse: “Caspita, allora io sono finita. Faccio la babysitter, guadagno non più di 500 euro al mese. Come faccio ad alimentarmi come dovrei e a curarmi del mio corpo? Non posso con questi prezzi…”. Il volto ingiustamente rassegnato di quella ragazza ha fatto scattare in me la rivalsa e caso fortuito, ho trovato subito due collaboratori efficienti che sono stati le colonne portanti della beauty revolution di Nice Pomade. Parlo di Luca Spagnolo, farmacista specializzato in cosmesi senza metalli che dopo avermi dedicato la sua tesi di specializzazione, si è messo al servizio della nostra idea e di Francesco Falcone, mio grandissimo amico, commercialista, che gestisce l’aspetto fiscale della società. Francesco è la mia scatola nera, sempre al corrente della mia vera me e ogni volta che nella mia vita inciampo, lui è sempre lì a sorreggermi e a portarmi in qualche luogo spirituale per ritrovarmi. Non posso non ringraziare i miei genitori: ho una madre a dir poco meravigliosa che mi è stata sempre accanto e un padre che quando ero costretta sulla sedia a rotelle mi accompagnava ovunque perché proprio non avevo intenzione di abbandonare il mio lavoro. Io sono un po’ tutti loro…». 
Si dice che per ogni fase della vita, ci sia la colonna sonora adatta. La Monica di oggi, quale brano musicale è?  
«Premetto che da quando hanno inventato Spotify e la possibilità di ascoltare musica illimitata, sono la donna più felice di questo mondo! Vedi, dormo quattro ore per notte, pochissimo in effetti e per ammazzare il tempo d’attesa del mio prossimo giorno, ascolto una quantità abnorme di musica. Sono un ipod vivente, ma se penso a me oggi, credo che Apriti cuore di Lucio Dalla mi identifichi al meglio. Sono in una fase della vita in cui ho proprio voglia di riaprire il mio cuore…».
 
Citazione preferita?
«L’avete visto il cartone animato La spada nella roccia? Io l’avrò rivisto miliardi di volte… C’è una parte in cui, il giovane Artù/Semola cade e il buon Merlino lo tranquillizza dicendogli: “Semola, ormai sei caduto in basso. Non puoi fare altro che risalire!”». 
Gironzola attorno al pc e intravede la foto che andrà in copertina:
«Oh, hai scelto questa con la camicetta rosa e la collana di perle? Bella, sì! Qui sembro quasi buona…».
Squisitamente incorreggibile! 
 


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