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MARTINO CONVERTINI /L´UNICA SOLUZIONE

Pubblicato da: Categoria: COVER

16
OTT
2015
Una camera d’aria, una valvola, un filtro ai carboni attivi: un nuovo dispositivo igienico-sanitario rivoluzionerà il sistema di tumulazione attualmente vigente. A brevettarlo, un martinese
 
- Nel suo cervello c’è una tenia. Mi spiace dirlo, ma, se non la eliminiamo, entro domenica lei sarà morta. -
- L’ha vista o lo immagina? –
- Quando starà meglio le farò vedere le mie lauree. – 
Nonostante ciò, la paziente continua a rifiutare le cure, per un motivo ben preciso:
- Voglio solo morire con un po’ di dignità… -
- È inutile sperarlo. Il nostro corpo va in rovina, a volte a novant'anni, a volte nasce difettoso, ma è il nostro destino, non c'è dignità in tutto questo. Non importa che uno veda, cammini, la morte è sempre orrenda, sempre. Si può vivere con dignità, ma non morire. – 
Conclude così il Dr House, il cinico medico claudicante più noto del piccolo schermo, nel dialogo con la sua paziente Rebecca Adler. Ma se non fosse così come sostiene Gregory House? Se esistesse un modo per affrontare la fase post mortem nel modo più dignitoso possibile, evitando i tristi inconvenienti di bare che scoppiano e gas corporei maleodoranti che si diffondono nei cimiteri? Per non parlare dello strazio di un parente che si vede costretto, in base alle normative di legge di tutta Italia, a disturbare il sonno del proprio caro defunto per constatare se sia rimasta ancora qualche sua traccia organica. Ma non facciamone un caso di sentimentalismi, dirà qualcuno. Allora parliamo di salute: la decomposizione produce gas maleodoranti. Le inalazioni di tali gas sono molto pericolose per l’organismo dei vivi, e ci riferiamo in questo caso, ai lodevoli addetti ai lavori nei cimiteri. Ebbene, un cittadino martinese, assolutamente estraneo a questo campo, ma con la propensione naturale alla “risoluzione dei problemi” e con talento di inventore da vendere, ha appianato tutti questi dilemmi. Studiando una soluzione, coperta da un brevetto industriale, in grado di stravolgere completamente la prassi di sepoltura, ed evitando così in un colpo solo, tutte le spiacevolezze di cui accennavamo prima. Ecco che Martino Convertini, ci parla personalmente della sua straordinaria invenzione.
Sig. Convertini, ci vuole raccontare della sua esperienza e di come è nata l’idea del dispositivo Eco Tomb?
«Sono un pensionato Telecom, che per 35 anni ha lavorato nel campo delle telecomunicazioni, curando la manutenzione di apparati elettronici e elettromeccanici. Ho studiato e messo in pratica ogni tipo di conoscenza relativa alle telecomunicazioni dal 1974 a oggi. Ecco che lavorando e continuando a studiare, aggiornandomi costantemente sulle nuove tecnologie, ho sviluppato negli anni una naturale attitudine al “problem solving”. In parole povere, ho una propensione genetica forse» sorride, ndr «alla risoluzione di problemi di qualsiasi tipo. Nel mio percorso di inventore e in particolare negli ultimi 4 o 5 anni dall’inizio della pensione, ho elaborato diverse soluzioni tutte coperte da brevetti, in particolare nel settore della sicurezza domestica, mentre l’ultimo ha, mi rendo conto, utilizzo e finalità a dir poco atipiche rispetto alle mie esperienze. Le posso assicurare però, che l’evento che mi ha portato all’ideazione di questo dispositivo è vita reale e interessa tutti. Mi spiego meglio: 3 anni fa purtroppo in famiglia abbiamo dovuto affrontare la morte di mia suocera. Oltre al dolore per la perdita, ho avuto modo per la prima volta di impattarmi nel problema a me fino ad allora sconosciuto: gli odori nauseabondi del cimitero. Tutto ciò che mi è stato detto quel giorno, è ormai una situazione conosciuta e mal tollerata nei cimiteri di tutto il mondo: a causa dei gas della putrefazione che fuoriescono dalla decomposizione della salma, l’odore che ne deriva è insopportabile. Neanche il profumo dei fiori nei cimiteri riesce a mitigare l’odore nauseabondo che fuoriesce dai feretri. Un grave disagio per tutti, per noi parenti e per chi lavora nei cimiteri che vive giorno per giorno questo genere di inconvenienti. Mi viene in mente quindi, di provare a risolvere questo problema, mettendomi subito al lavoro e facendo ricerche in rete. Scopro infatti, che il cattivo odore era solo una parte del problema della fase post mortem. L’odore fuoriesce da un apposito  filtro posto all’interno delle bare, ma quando questi filtri si intasano, non depurano più e a volte quello che accade è sconvolgente: le bare scoppiano. Non le nascondo che sono stato costretto a sospendere le ricerche più volte per prendere una boccata d’aria, specie quando ho scoperto che, tra l’altro, la pratica attuale costringe spesso i parenti ad assistere alla riesumazione dei propri cari, ancora non completamente decomposti. Ed è proprio cercando una soluzione che risolvesse tutti questi problemi, che ho dato “vita”» sorride di nuovo, ndr «a EcoTomb».
Ci spieghi in cosa consiste il suo brevetto e quali problematiche risolve…
«Il dispositivo consta di una camera d’aria con due valvole indipendenti e di un filtro ai carboni attivi, il tutto montato all’interno della bara. Con questo sistema si annulla la fuoriuscita di gas corporei maleodoranti, l’esplosione delle bare e si favorisce con l’immissione di aria l’accelerazione della decomposizione, rendendo quindi l’ambiente, igienico e salubre».
Sembra così semplice apprenderlo dalle sue parole… Ma come si procede nella presentazione di un progetto come questo e chi l’ha sostenuta nel suo percorso?
«In effetti la realizzazione è semplice, come è semplice il montaggio, ma questo doveva essere un passaggio obbligato: un dispositivo di difficile funzionamento e di complicata collocazione, non ha ragione di esistere. Presentarlo già ha le sue problematiche, perché ogni brevetto deve subire una fase di analisi e veridicità attestata dall’Ufficio Europeo Brevetti,  ma una volta superato questo step, ed EcoTomb lo ha fatto, la strada è tutta in discesa. Pensi che l’unico brevetto che in maniera lontana proponeva una soluzione, ovviamente poco funzionale, risale al 1872; mi pare si trattasse di un prototipo americano. Fino a oggi però, nessuno aveva inventato una soluzione semplice, pratica e che risolvesse integralmente la problematica del post mortem. Quando mi sono accorto della grande utilità e dell’innovazione del mio dispositivo, ho contattato un’azienda emiliana venuta alla ribalta internazionale per la creazione della famosa barella che ha consentito di salvare la vita al medico di Emergency, che aveva contratto l’ebola. Se lo ricorda? Quella barella ideata dalla Tecnoline Srl di Concordia Sulla Secchia (MO), ha permesso di trasportare il malato impedendo il contagio degli altri medici che lo assistevano e la morte certa del paziente. Quando ho parlato del mio progetto al proprietario dell’azienda, Stefano Provasi, ne è rimasto subito affascinato ed essendo una persona pratica, esperta e concreta  si è dimostrato fin da subito disponibile a supportarmi e a partecipare a questa impresa. Ringrazio anche l’Avv. Franco Terruli, Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Lavoro di Martina Franca che ha creduto in me e in questa rivoluzione della pratica di sepoltura».  
Anticipando le domande dei nostri lettori, non posso non chiederle dei costi di tale dispositivo…
«Senza entrare nel dettaglio, le posso assicurare che il costo reale di EcoTomb è notevolmente inferiore ai costi di ordinaria tumulazione e della prassi di riesumazione dopo un dato periodo di tempo, per constatare la completa decomposizione della salma. Segue poi la deposizione delle ossa in altro loco. Con la vecchia prassi tra l’altro, ci tengo a ricordarlo, molto spesso le salme erano ancora parzialmente integre e ciò causava un dispendio inutile di denaro, oltre allo strazio dei parenti nel dover presenziare alla pratica, purtroppo dovuta per ordinamento comunale. Con Eco Tomb ridiamo dignità ai defunti che non vengono così disturbati, ai parenti e agli addetti ai lavori, che possono godere di tutte le tutele igienico-sanitarie, senza incorrere in infezioni da inalazioni. Che altro dire? Venite a trovarci il 24 ottobre alle 10.00, nel Salone delle Adunanze della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Lavoro di Martina Franca, quando presenteremo ufficialmente Eco Tomb in esclusiva mondiale».
Un’ultima domanda: ritiene che a parte le difficoltà logistiche e burocratiche immancabili in Italia, il vostro progetto dovrà lottare anche contro le consuetudini e le convinzioni comuni? Nonostante l’indubbia efficacia del dispositivo, alcune persone potrebbero avere dei dubbi perché forse troppo legate alla tradizione, anche in fatto di tumulazione…
«Ma guardi, ho già una certa esperienza nel proporre novità tecnologiche e devo dire che è così. All’inizio ci sono delle perplessità dovute alla poco conoscenza delle nuove soluzioni. Poi pian piano si realizza che il dispositivo forse funziona. Dopo un po’ si comprende che funziona veramente, e in seguito a un primo periodo di perplessità, ognuno fa propria la scoperta e la prima applicazione delle novità tecnologiche. Credo che quando si fa una scoperta o si realizza un’invenzione che di fatto non era mai esistita, un po’ di resistenza iniziale del pubblico sia quasi dovuta. Ma quando parliamo di una reale soluzione a un problema che interessa tutti, dal cittadino, all’ASL, al Comune, alle imprese funebri, allora non vedo dove sia la questione. Purtroppo quasi sempre, ci si preoccupa di qualcosa sempre dopo che è successo. Perché quindi non prevenire? Non penso che ci saranno complicazioni e anzi sono fiducioso che il nostro lavoro verrà considerato per quello che è: un venire in contro alle esigenze di tutti, mettendo in campo le nostre conoscenze e dando un senso vero e pratico, alle tecnologie moderne facendo capire alla gente, che il futuro non sarà solo applicazioni social su uno smartphone o su un tablet. Il futuro è innovazione al servizio della comunità». 
 


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