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Michele Pelillo/I conti che tornano

Pubblicato da: Categoria: COVER

18
GEN
2013

 

Sono i conti alla Regione, che ha gestito come Assessore al Bilancio e quelli delle primarie, che lo vedono candidato alla Camera. Ora c’è un altro conto da fare, quello alla rovescia, aspettando i giorni delle politiche a febbraio     
 
E’ il logico risultato di una carriera politica vissuta sempre in prima fila, culminata con il risultato delle primarie dove Michele Pelillo, 55 anni, avvocato cassazionista e assessore regionale al Bilancio, è risultato il primo dei tarantini.
 
Avvocato dopo una lunga rincorsa, eccola lanciata verso l’elezione certa alla Camera dei Deputati… 
«Sono soddisfatto del mio percorso politico e sono contento che il partito regionale mi abbia sollecitato a mettere a disposizione l’esperienza, tanta, acquisita in Regione per qualificare meglio la rappresentanza pugliese in Parlamento».
 
Come sono stati questi anni vissuti da Assessore regionale?
«Sono stati anni difficili, molto intensi, ma anche pieni di grandi soddisfazioni. Nonostante le tante difficoltà, oggi la Puglia è una regione che viene guardata con rispetto e ammirazione e presa a riferimento nel campo finanziario. Ho provato anche a dare significato a un’esperienza unica fino ad oggi, essere il primo Assessore regionale al bilancio della provincia di Taranto nella storia della Regione. Penso di aver contribuito in modo determinante a far contare di più Taranto a Bari, anche se molto resta ancora da fare». 
 
Il 20 dicembre scorso il Consiglio Regionale ha approvato il Bilancio di previsione 2013, l’ultimo dell’era Pelillo. Tra le altre cose lei è riuscito a far stanziare i fondi per i danni provocati dal tornado, per il centro salute-ambiente a Taranto ma, soprattutto, ha ottenuto la diminuzione dell’IRPEF e dell’IRBA (la tassa sulla benzina) della quale beneficeranno tutti i pugliesi. Alla luce della situazione finanziaria attuale, possiamo dire che si è trattato di un mezzo miracolo?  
«Non parlerei di “mezzo miracolo”. Parlerei di una gestione economico-finanziaria competente e rigorosa, che ha portato in breve tempo la Puglia ad avere i conti in ordine. Diffidate di quegli amministratori che si vantano di avere i conti in ordine senza aggiungere altro. L'unico riscontro per sapere se è vero, è verificare se realmente  si abbassano le tasse. Oggi la Puglia ha il più basso livello di tassazione del centro-sud e uno dei livelli più bassi dell'intero Paese».  
 
Recentemente è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la delibera del CIPE che assegna a Taranto i fondi per il nuovo ospedale “San Cataldo”, un’opera che lei ha voluto e difeso fortemente (nel novembre scorso ha “consegnato” simbolicamente il progetto al Comune e alla ASL ndr). Ritiene questo, tra tutti, il risultato migliore da lei conseguito?
«Non so se è il migliore, ma certamente è il più evidente. Si tratta della più grande opera pubblica mai concepita e finanziata dalla Regione Puglia sul territorio tarantino. L'opera è completamente finanziata per circa 210 milioni, non resta che affrettarsi a concludere la fase di progettazione e passare quanto prima alla fase della costruzione. Sarà un grande ospedale, con 700 posti letto, il più moderno d'Italia».
 
Qual è lo stato di salute della Regione Puglia che si appresta a lasciare?
«È una regione che ha fatto grandi passi in avanti, che ha maturato finalmente la piena consapevolezza di avere grandi potenzialità da troppo tempo inespresse. E' una regione che in questi anni è cresciuta in tanti settori, nella cultura, nel turismo, nell’agroalimentare, nella ricerca; è una delle poche regioni d'Italia a potersi vantare di avere i conti in ordine».
 
Sarà Donato Pentassuglia il suo successore in Regione?
«Posso solo augurarglielo e augurarcelo perché è una persona competente, che ama la sua terra e che ha acquisito una buona esperienza istituzionale». 
 
Si parla sempre più di “Emergenza Taranto”; quale sarà il suo impegno, questa volta da Deputato, su temi come sanità, rapporto salute/ambiente, sviluppo del porto?
«Non cambierà molto perché questi temi sono stati in tutti questi anni al centro della mia iniziativa politica e istituzionale. E' evidente però che bisogna insistere, bisogna portare a casa nuovi risultati per rispondere alle tante esigenze e preoccupazioni che in questo momento sono evidenti. Oggi Taranto, grazie anche al mio impegno, conta di più a Bari. Spero che succeda altrettanto nei prossimi anni a Roma».
 
Un tarantino per Taranto o per l’intera provincia di Taranto?
«Ho sempre considerato il territorio della provincia come una cosa unica, non ho mai fatto particolari distinzioni tra Taranto e la sua provincia, per cui è facile rispondere a questa domanda. Porterò avanti le istanze dell’intera provincia di Taranto». 
 
In Via Capruzzi il gioco di squadra con altri consiglieri ionici, Chiarelli e Pentassuglia,  ha dato i suoi buoni risultati. Crede che questo si ripeterà anche a Roma dove, oltre il suo, è previsto anche l’arrivo di Ludovico Vico e Gianfranco Chiarelli? 
«Me lo auguro sinceramente, perché i problemi sono tanti e sono grandi e l'unità d'intenti è indispensabile per provare ad affrontarli e risolverli nel modo migliore».
 
Manca poco più di un mese alle elezioni; alla luce degli ultimi sondaggi crede che nel centrosinistra inizi ad aleggiare il fantasma della “gioiosa macchina da guerra”?
«Ho imparato che gli unici dati che contano sono quelli che escono dalle urne - e non certamente quelli offerti dai sondaggi. Penso però che la proposta del PD e di Bersani sia oggettivamente la più credibile, anzi l'unica proposta carica di speranza. Non posso credere che gli italiani possano commettere ancora una volta l'errore di votare Berlusconi. Errare è umano, perseverare è diabolico».
 
Secondo lei la crisi che stiamo attraversando, ha portato all’allargamento del divario tra nord e sud?
«I dati dicono di sì ad eccezione della Puglia – e questo dimostra quanto bene si è operato negli ultimi anni». 
                                                                                                                                                           
Quali sono gli obiettivi del Partito Democratico per il mezzogiorno?
«L'unico obiettivo è quello di tornare a considerare il Mezzogiorno - cosa che il governo Berlusconi-Tremonti invece non aveva più fatto -  e a considerarlo non come un problema ma come una risorsa per l'intero Paese. Berlusconi e Tremonti sono stati i nemici del Mezzogiorno in questi ultimi anni e sono loro i responsabili dell'ulteriore impoverimento di questa parte del Paese».
 
Tenterete di “esportare” il modello Puglia?
«Sarebbe bello e sarebbe utile per l'intero Paese. L'alleanza PD - SEL in Puglia ha vinto una scommessa e potrebbe essere nelle condizioni di rivincerla, governando l'Italia».
 
Perché votare per il centrosinistra?
«Perché è l'unica proposta credibile ed è l'unica proposta che può offrire una prospettiva di speranza, soprattutto per i giovani. Dopo il disastro del berlusconismo e la successiva esperienza del governo tecnico è necessario un governo politico, vicino ai problemi della gente e con le competenze necessarie per affrontare e risolvere le tante questioni».
 


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