MENU

Nobili d´oggi / Ma che bel castello

Pubblicato da: Categoria: COVER

15
SET
2016

Nata Favia, per matrimonio è la principessa Dentice di Frasso, Fabrizia per l’anagrafe e per gli amici. Sarà lei ad accompagnarci in un tour attraverso suggestioni che sanno di codici antichi e atmosfere d’altri tempi, in una delle residenze più prestigiose di Puglia.

Può la presenza di un castello determinare non soltanto la vita economica e sociale del luogo in cui fu pensato e costruito? Osservando in tutti i suoi particolari la bella struttura merlettata di San Vito dei Normanni la domanda meritava certamente una risposta. Se quel Castello di cui ci stiamo interessando fosse stato costruito in una città d’arte nota la risposta alla domanda sarebbe scontata. 
San Vito dei Normanni è un bel paese del brindisino ma resta sempre una realtà circoscritta come lo è ogni paese di provincia e per di più al sud.
Allora perché ce ne vogliamo occupare in queste pagine? Che cosa vogliamo scoprire e perché? A questi interrogativi corrispondono le domande poste alla nostra gentile interlocutrice, la principessa Fabrizia Favia in Dentice di Frasso, che con il marito, principe Giuliano, e i due figli abitano il castello che andiamo a conoscere.
 
Un bene culturale così importante e antico che vi appartiene per discendenza, ma anche per impegno che vi vede in prima fila negli ultimi tempi, non può non essere presentato ai lettori di Extra Magazine se non da voi.
 
Da quasi mille anni il vostro Castello continua ad incantare ancora oggi i visitatori. Perché?
«Perché è l’unico castello in Puglia ancora abitato dal 1700 dalla famiglia Dentice di Frasso ed è rimasto uguale nei secoli non avendo subito alcuna modifica strutturale conservando quindi tutto il suo fascino».
 
Delle trenta stanze che formano il corpo del Castello quindici ancora oggi sono chiuse al pubblico. Pensate di riaprirle?
«Le stanze che formano il corpo del castello sono più di quaranta, di cui una parte, su richiesta, viene messa a disposizione del pubblico per organizzare eventi (cerimonie, mostre, presentazioni di libri, concerti etc), visite su prenotazione e quanto altro, altre stanze saranno adibite a bed and breakfast e le restanti fanno parte della nostra privacy».
 
Quale è, secondo voi, la parte più bella e attraente del Castello immerso nel verde, nell’eleganza, nella oggettistica che coniuga la storia centenaria dello stesso?
«Il cortile con la torre quadrata del 1100 costruita da Boemondo il Normanno e la relativa cappella, il giardino con la loggia e i suoi alberi africani (fitolacca) nonché il susseguirsi dei saloni con maestosi camini e mobili antichi».
 
Quali famiglie nobili e storiche si sono alternate nel tempo, nella cura e nella gestione del Castello?
«Il castello è pervenuto alla famiglia Dentice di Frasso per via di un matrimonio con una Caracciolo, in precedenza si sono succeduti vari feudatari quali i Sambiasi, i Del Balzo-Orsini, i principi D’Aragona, i Palagano, gli Albrizio, i Serra e per finire i Belprato Marchese». 
 
I visitatori apprezzano certamente la struttura così come si presenta, ma quali commenti rilasciano sui cimeli e sulla oggettistica di pregio?
«I visitatori entrando rimangono intimiditi dall’importanza della struttura, dall’arredamento, complimentandosi con noi proprietari per l’impegno personale che dedichiamo per il mantenimento di questa dimora storica».
 
Perché solo tre stanze sono riservate alla funzione di B&B?
«Perché desideriamo che resti un posto esclusivo per pochi intenditori».
 
Quanto costa oggi mantenere una struttura così grandiosa?
«I costi per mantenere un struttura del genere oggi sono proibitivi. Lo Stato purtroppo non si rende conto che nella maggior parte dei casi queste dimore vengono ereditate e non acquistate, pertanto il proprietario ha l’onere di custodire e gestire un immobile storico privato nonché “vincolato” che, in quanto tale non può essere paragonato ad un immobile di lusso come invece hanno considerato i signori che ci governano».
 
C’è qualche storia particolare legata alla vita del Castello?
«Sì, in un delle visite dei Savoia al castello di San Vito dei Normanni, precisamente quando il Re Vittorio Emanuele e la Regina Elena partirono frettolosamente da Roma per lasciare l’Italia da Brindisi, portarono con loro un numero di capi di abbigliamento molto limitato, così quando arrivarono al castello fu chiesto ai nonni di mio marito la cortesia di mettere a disposizione loro degli indumenti. La cosa divertente è che essendo il Re di piccola statura, non fu trovato un granché negli armadi del castello in quanto il nonno di mio marito era molto alto».
 
Come vedono il Castello gli abitanti di San Vito dei Normanni, visto che per un periodo di tempo la Cappella fu usata come Parrocchia cittadina?
«La cappella del castello, tutt’oggi ancora consacrata, effettivamente è stata la prima parrocchia del Paese. Gli abitanti di San Vito considerano questo posto il simbolo storico tant’è che nel logo del paese è raffigurata la torre del castello».
 
Saprebbe dirmi qualche nome di personalità o del mondo dello spettacolo che hanno conosciuto il vostro Castello?
«Nei secoli si sono succeduti molti personaggi illustri. Negli anni recenti si sono affacciati Vittorio Sgarbi, il Prof. Vittorio Zecchi, la nipote di Gandhi, Tara, Gabriele Salvatores, Mariella Caracciolo, la regista Cristina Comencini che ha girato all’interno del castello alcune scene del suo ultimo film “Latin Lover” con Virna Lisi, Neri Marcorè, Angela Finocchiaro, Bruni Tedeschi e Claudio Gioè. In forma privata sono venuti anche i reali di Danimarca e Maria Pia di Savoia con il marito Michael di Borbone».
 
I pugliesi conoscono e in che misura questo gioiello presente in San Vito dei Normanni?
«I pugliesi conoscono il castello tramite le varie forme di pubblicità che insieme a mio marito facciamo».
 
Ci sono richieste per un uso sociale e conviviale del maniero?
«Certamente, come ho già detto il castello su richiesta viene messo a disposizione o affittato a quanti vogliono fare degli eventi privati o pubblici, visite e quant’altro».
 
Perchè Lei, oltre a dedicarsi a tutto ciò che comporta la funzione di madre di famiglia, si dedica anche a decorare piatti e bicchieri?
«Sono mamma di due gemelli dodicenni, avvocato barese, collaboro con mio marito nella gestione del castello e delle attività che si svolgono all’interno di esso e nei ritagli di tempo mi dedico alla mia passione nata casualmente da meno di due anni: incido vetri, personalizzandoli».
 
Come è nata la sua passione? In cosa consiste precisamente?
«E’ iniziato tutto per gioco quando un bel giorno rovistando fra i bauli nelle soffitte del Castello ho trovato un attrezzo con delle punte metalliche. Ho subito intuito che quell’arnese dovesse servire anticamente per incidere qualcosa quindi ho provato ad utilizzarlo su di un barattolo di vetro ottenendo da subito un risultato entusiasmante! Cosi mi sono messa subito all’opera iniziando a fare le mie prime incisioni su vetro (bugie, bicchieri e sottopiatti) regalandole poi alle amiche che mi hanno incoraggiata a perseguire tale passione. Con mia grande sorpresa ho scoperto quindi di avere una vena artistica nascosta che attendeva solo di essere portata alla luce. All’interno del castello ho ricavato così un laboratorio con annesso un piccolo atelier dove incido ed espongo i miei vetri a coloro i quali   passano per visitare il Castello. Si tratta di un artigianato di lusso nato a Murano nel lontano 1500 che qualcuno ha definito l’alta moda dell’arte della tavola in quanto si incide a mano con frese diamantate su vetri veneziani che,  personalizzati di volta in volta con stemmi, iniziali o disegni, si trasformano in pezzi unici e preziosi da realizzare quindi solo in piccole serie. I miei lavori ultimamente sono stati oggetto di grande interesse da parte di paesi esteri tanto che sono diventata partner di un progetto che promuove in Europa e nel mondo l’artigianato di nicchia pugliese avendo quindi la possibilità di far conoscere i miei oggetti fuori dall’Italia tramite l’allestimento di varie esposizioni».
 
Nell’immaginario collettivo vivere da “principe” e da “principessa” rappresenta uno status symbol di cui tutti vorrebbero rivestirsi. Mettendo da parte corone, anelli e araldi, nel concreto, nel vostro vivere quotidiano cosa vi differenzia dalla vita di un normale cittadino?
«Siamo persone normalissime come tutti».
 
I vostri due figli vivono con gioia, con distacco o con un certo senso di differenza la loro giovanissima vita nel Castello?
«I nostri figli frequentano scuole pubbliche e stanno ricevendo da parte nostra un’educazione più che spartana. Nel duemila sarebbe ridicolo comportarsi diversamente. L’unica cosa su cui non transigo è l’educazione. Ai miei figli ripeto sempre una frase del bisnonno di mio marito: dovete essere sempre degni  di portare il vostro cognome. L’educazione e il rispetto altrui sono fondamentali e talvolta possono anche disarmare il nemico».
 
Come pensate di rilanciare la conoscenza e l’uso della struttura?
«Attraverso le varie forme di pubblicità».
 
Avete altre proprietà di famiglia?
«Sì, la famiglia era proprietaria del castello di Carovigno, castello di Serranova, Villa Madama a Roma e del castello di Kravsko in Cecoslovacchia, oltre ad una vastissima proprietà terriera (da Brindisi ad Ostuni) confiscata dallo Stato ai tempi della riforma agraria».
 
Come si evince dalle risposte, non soltanto abbiamo scoperto ai nostri lettori la bella struttura  che sembra, come un’aquila buona, stendere le proprie ali protettive su San Vito dei Normanni, ma abbiamo conosciuto anche due splendide persone che tengono alto il rango originario dei fondatori del maniero e che soprattutto hanno saputo leggere nei bisogni del momento del territori offrendo, a chi lo volesse, l’opportunità di trascorrere una vacanza veramente serena in un luogo splendido ed affascinante al tempo stesso, lontano dai rumori della città.
 
 
Altri tempi - Il fascino di quelle antiche mura
 
Un po’ di storia
La storia del Castello Dentice di Frasso coincide con la storia della Città di San Vito dei Normanni. La costruzione della Torre, nucleo principale del Castello, viene attribuita a Boemondo il Normanno (morto nel 1111 e sepolto a Bitonto), quando era in guerra con il fratello Ruggero per il dominio della Puglia e della Calabria. La torre presenta sulla sommità merlature, feritoie e caditoie, mentre internamente si sviluppa su tre piani, di cui il pian terreno è costituito dalla cappella di famiglia (prima chiesa parrocchiale di San Vito), il primo piano da un salone dove anticamente i signori tenevano le vettovaglie ed un ultimo piano che talvolta veniva utilizzato come carcere. 
Sul portale d’ingresso della cappella si può ammirare scolpito lo stemma araldico (un dentice) con il motto della famiglia Dentice “Noli me tangere”. Intorno alla Torre nacque contemporaneamente il "borgo antico" di San Vito, precedentemente detto degli Schiavoni a causa di insediamenti di popolazioni slave. La zona era ricca di selve e di fauna ed è verosimile che al principio la torre sia stata una residenza di caccia. I primi feudatari furono i Sambiasi fino al 1400 circa. A loro succedettero i Del Balzo-Orsini. 
Quindi, per vendite successive la Torre pervenne a Federico I D'Aragona, Principe di Altamura e di San Vito, al quale nel 1500 subentrarono prima i Palagano e nel 1600 il Principe di Avetrana Giovanni Antonio Albrizio. A metà del Seicento il feudo divenne di proprietà del Barone Ottavio Serra, al quale subentrò Giuseppe Belprato Marchese e, successivamente a seguito di matrimonio con Maria Francesca Carracciolo, agli attuali proprietari Principi Dentice di Frasso. Il complesso, anticamente circondato da un fossato, ha subito continui restauri sino alla fine del secolo scorso eseguiti dall’architetto Gaetano Marchietzek di Lecce su mandato dell’allora proprietario Principe Luigi Dentice di Frasso. 
L’ingresso principale del castello è costituito da un arco a sesto acuto risalente all’ultimo restauro (1900).
 
Gli interni
All’interno del castello, che vanta di avere circa 30 stanze, si potrà assaporare il gusto unico ed indimenticabile di vivere in un luogo che narra la sua lunga storia attraverso oggetti preziosi e ricordi di famiglia, che i proprietari mettono a disposizione dei loro ospiti. Nel castello, secondo un manoscritto del 1700 conservato nell’archivio di famiglia (dichiarato dal Ministero dei Beni Culturali di interesse storico nazionale), abitavano circa 50 persone, comprendenti la famiglia del Principe, la Principessa e gli uomini di corte. Di particolare bellezza sono i salotti detti “Fumer” e quello “delle Dame” aventi pavimenti in ceramica proveniente da Vietri, nonché soffitti elegantemente affrescati. I nomi di dette stanze derivano dall’uso che all’epoca si faceva delle stesse : infatti i signori dopo cena si appartavano per discutere, tra un sigaro e l’altro, di politica, mentre le donne a loro volta si riunivano nella stanza attigua per parlare di cultura ed attività sociale. Alcuni saloni inoltre hanno camini di pregevole fattura in pietra leccese che ancora oggi riscaldano le giornate fredde creando quindi un’atmosfera ricca di storia. Alcune sale sono arredate da grandi “carboncini” del pittore austriaco Pausinger (1839 - 1915) nonché da trofei di caccia provenienti dalla Cecoslovacchia dove i Principi Dentice di Frasso erano soliti recarsi. 
 
I servizi
Il Castello Dentice Di Frasso ospita banchetti nuziali sia d'estate che d'inverno, offrendo agli sposi l'opportunità, qualora lo desiderano, di pernottare in una suite indipendente. È disponibile il servizio fotografico.
Il castello mette a disposizione del banchetto nuziale 30 stanze, tra cui vale la pena di ricordare i salotti Fumer e il Salotto delle Dame.
Durante la stagione estiva, si può utilizzare la terrazza, dove gli sposi ed i loro ospiti potranno godersi la frescura del giardino. La capienza massima è di 150-200 persone.
Inoltre, il castello mette a disposizione la propria cappella per celebrare la cerimonia nuziale.
Per chi voglia pernottare, il castello dispone di suite e stanze doppie, che possono essere utilizzate come singole. Il giardino dispone di giochi per bambini.
Il castello si presta ad ospitare cene di gala, battesimi, comunioni, cresime, congressi, convegni, riunioni di lavoro, sfilate di moda, esposizioni, mostre e fa persino da set pubblicitari, televisivi e cinematografici.


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor