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Verso le elezioni/La sintesi migliore

Pubblicato da: Categoria: COVER

25
MAG
2017

Dal fallimento dell’amministrazione Ancona, alla candidatura di Eligio Pizzigallo. L’onorevole Gianfranco Chiarelli a tutto campo sulla Martina che è stata, e su quella che sarà

Onorevole Chiarelli, Martina si appresta a scegliere la prossima amministrazione dopo l’esperienza Ancona; dal suo punto di vista che esperienza è stata?
Sarebbe fin troppo scontato esprimere  il mio giudizio assolutamente negativo sugli ultimi quattro anni di governo della città; ma sono i fatti a parlare. E il primo dato è la fine anticipata della esperienza amministrativa di Franco Ancona. Una fine che, andando a rileggere ciò che avevo segnalato da subito, avevo abbondantemente previsto. Non certo per averlo letto nella sfera di cristallo, ma per aver verificato la consistenza, o meglio la inconsistenza, della coalizione di centro sinistra; estremamente eterogenea, composta non certo sulla base di affinità di idee o condivisone di valori, ma solo come ammucchiata messa insieme per occupare palazzo Ducale. Un’occupazione abusiva se pensiamo a quella che è la consolidata tradizione martinese che si fonda sui grandi valori di un popolo di moderati, liberali.
Epilogo a parte, cosa non l’ha convinta?
La scioglimento anticipato in ogni caso non è un dato irrilevante se consideriamo da un lato le cause, dall’altro il lungo periodo di commissariamento. La chiusura della fallimentare esperienza di Ancona è solo il capitolo finale di una lunga saga da soap opera caratterizzata da continue fibrillazioni della maggioranza. Parlare nel merito delle tante lacune sul piano della mancata attuazione del programma amministrativo di Ancona richiederebbe molto più del tempo a nostra disposizione. Ritengo che i martinesi abbiano una visione chiara di ciò che non è stato fatto, di ciò che è stato fatto male, di ciò che non andava fatto.
Ciò detto però ci sarà qualcosa che in particolare dal suo punto di vista non ha funzionato
Come ho già detto il disastro di questi anni di amministrazione Ancona è sotto gli occhi di tutti; non ritengo sia necessario parlare delle singole, tante, situazioni, perché il problema di fondo è tutto nella incapacità dell’amministrazione di proporre un progetto per Martina, concretamente realizzabile, per difetto di coesione della maggioranza e per assenza assoluta di idee. A ciò si aggiunga anche l’impostazione fortemente ideologica che si fonda sulla ostilità verso l’iniziativa privata, la vocazione tar-tassatrice, l’assistenzialismo. Ma è lo stesso Ancona a dare prova di ciò che dico. Nelle prime pagine del suo volumetto propagandistico si legge : “Le questioni importanti, complesse, per anni trascurate, non potevano essere risolte in qualche anno, ma l’impegno di tutti ci ha permesso di porre alcune pietre miliari”.  Fuori da ogni metafora mi pare chiaro che vi sia in questa frase la chiara ammissione di un fallimento. In quattro anni limitarsi a porre le “pietre miliari” , ovvero scrivere i titoli , mi sembra davvero poco.
Lei ha citato il volumetto che Ancona ha predisposto per la sua campagna elettorale; a leggerlo sembra che più di qualcosa sia stata comunque fatta, perché lei dice di no?
Ho letto quanto è stato scritto; come ho già segnalato l’incipit è già esaustivo: Ancona dichiara in modo inequivocabile di aver fatto poco, io dico nulla, e chiede di essere confermato per iniziare di fatto a fare qualcosa. Direi davvero fuori tempo massimo ormai. Se poi entriamo nel merito delle cose scritte io distinguerei tra attività realizzate da altri soggetti, Enti terzi, vedi ad esempio le giornate del FAI, piuttosto che il restauro della porta di Santo Stefano, di cui si auto attribuiscono i meriti, e progetti che sono stati avviati nel passato e che Ancona ha solo inaugurato. Non credo di dire qualcosa di nuovo o di strano se segnalo che Martina da sempre è centro di attrazione culturale e turistica; leggendo il libretto di Ancona sembra che abbiano inventato tutto loro. Anzi, la realtà è che in questi anni si è  frenata l’espansione turistica, anche grazie ad una serie di sciagurate decisioni che hanno creato confusione e disorientamento. Potrei parlare degli esiti nefasti del sequestro della SS. 172, come della querelle dei mercati, della organizzazione degli eventi, dell’eccesso di burocrazia, ma, ripeto, non è il caso di entrare nei dettagli. Credo che il massimo sia raggiunto nei capitoli in cui si parla di urbanistica, di impresa e di macchina organizzativa.
La proposta alternativa è sicuramente figlia di chi rappresenta oggi il massimo livello istituzionale a Martina Franca; come nasce la  candidatura di Eligio Pizzigallo?
Certamente il mio ruolo di parlamentare, nonché coordinatore provinciale di Direzione Italia, mi attribuisce una particolare responsabilità. Tuttavia prima che uomo delle istituzioni e di partito sono un martinese che ama la propria città e non può sottrarsi dall’impegnarsi per garantirne il massimo sviluppo. Martina Franca deve riappropriarsi del suo ruolo di riferimento produttivo e culturale della intera Valle d’Itria, e non solo, che le è sempre appartenuto ma che negli ultimi anni si è offuscato. La nostra coalizione nasce da una ampia convergenza su un programma ben preciso e vede presenti partiti e liste civiche. Il giusto mix tra la rappresentanza della cosiddetta “società civile” e la espressione di quelle formazioni intermedie che nascono da un preciso dettato costituzionale, che sono appunto i partiti. Credo si debba uscire dal recinto del qualunquismo che veste i panni dell’antipolitica. Anteporre la proposta alla sterile protesta fine a se stessa. La candidatura di Eligio Pizzigallo nasce da una serie di circostanze. La prima è la convergenza condivisa di 5 liste su di lui; poi l’intesa su un progetto che è sicuramente fondato sulla assoluta discontinuità rispetto al recente passato.
Si può parlare di coalizione di centro destra ?
Questo dibattito non mi appassiona, anche se ne sento parlare in giro. Non credo sia utile impiegare energie per disquisizioni che ormai  rientrano nell’ambito dell’analisi puramente semantica. La politica sta cambiando; questo non vuol dire certo rinunciare a determinati valori né alla  propria identità. Ma è finita l’epoca della contrapposizione ideologica. Il confronto oggi è sulle idee, sui programmi, sul progetto politico, nelle amministrazioni locali. E’ nelle cose che posizioni diametralmente contrapposte non possano convergere su uno stesso programma. Quindi non mi creerei troppe preoccupazioni né cercare a tutti i costi etichette. Nella nostra coalizione ci sono sicuramente sensibilità diverse; siamo in ogni caso accomunati da valori che rispecchiano la tradizione e la storia di Martina Franca.
La scelta di un medico come candidato sindaco è un modo per abdicare al proprio ruolo da parte della politica?
Anche in questo caso credo non vi sia merito per un dibattito. Chiunque alla sua prima esperienza politica proviene dalla “società civile”. Quando mi sono candidato la prima volta ero un avvocato e non un politico in senso stretto. Penso che anche queste categorie vadano superate; siamo tutti società civile e facciamo tutti politica. Ciò che ancora può distinguere è la posizione che si ricopre in un determinato momento della vita. Come ho già detto nella nostra coalizione convivono sicuramente sensibilità diverse. Eligio Pizzigallo rappresenta la sintesi migliore avendo riscontrato il consenso di tutti. Sicuramente sarà un ottimo sindaco per Martina Franca ma non dimentichiamo che oltre al sindaco vi sarà una maggioranza, una giunta, e in ogni caso un programma da rispettare.
A proposito di programma quali sono le priorità individuate?
C’è molto da fare e da recuperare; con tutta la coalizione abbiamo individuato alcune priorità. La prima è sicuramente la riorganizzazione della macchina amministrativa che dovrà essere più snella ed efficiente. Un’attenzione particolare andrà rivolta all’ufficio tecnico che rappresenta oggi uno dei nodi che frena lo sviluppo del territorio e crea anche molti contenziosi. Occorre ridare spazio alla iniziativa di chi voglia investire per creare PIL e lavoro; una totale inversione di tendenza rispetto alle politiche degli ultimi anni. Il lavoro è sicuramente la priorità delle priorità; occorre creare le condizioni perché le imprese espandano le attività. Qualcuno, utilizzando i soliti slogan propagandistici, dice che siamo vicini ai poteri economici. Al di là della dialettica elettorale sono i poteri economici che producono lavoro. Il lavoro non cade dal Cielo come la manna! Quando parliamo di lavoro e di economia in generale parliamo anche di commercio, di centro storico da rivitalizzare, di cultura, di turismo. Le risorse pubbliche sono sempre più ridotte, per questo occorre, da un lato intercettare i finanziamenti europei con una incisiva azione di progettazione, dall’altro creare le occasioni per attrarre investimenti privati. Non vi sono alternative.
Lei ha una personale importante esperienza in tema di sport, cosa prevede il vostro programma?
La vicenda stadio è nota, ma in generale l’offerta di strutture per i giovani che vogliano praticare uno sport non è al momento soddisfacente. Più in generale occorre rivedere le politiche sociali e quelle per i giovani; superare la logica assistenzialistica per puntare a provvedimenti che sostengano le start-up, i progetti di formazione, l’associazionismo attivo. Anche per la mia storia personale auspico che Martina  ritrovi una squadra di calcio che torni ai massimi livelli  potendo disporre di un impianto sportivo all’altezza.
Il quadro politico si presenta abbastanza frantumato, come valuta la presenza di diverse liste?
E’ un fenomeno che si presenta in molte realtà; a Taranto, ad esempio, ci sono 10 candidati sindaco. Non ritengo sia un dato positivo ma rientra nelle garanzie di un sistema democratico. Meglio avere una pluralità di candidati che l’uomo solo al comando! Certo avremmo tutti auspicato una diversa soluzione, ma allo stato ognuno presenterà il proprio programma e i propri candidati e gli elettori valuteranno.

 



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