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Dietrologie/La loggia delle Cozze pelose

Pubblicato da: Categoria: COVER

8
GIU
2017

L’ultima moda è quella del dossieraggio sui candidati alla carica di Primo Cittadino. Giocano tutti ad ipotizzare scenari foschi come se i poteri forti avessero imposto i loro uomini a Taranto. Il vero problema è che i poteri forti non si interessano a noi. Altrimenti conteremmo qualcosa

Taranto ultimo atto: siamo a ridosso delle elezioni e adesso in riva allo Ionio impazza la teoria cospirazionista.
Chi c’è dietro la Candidata Baldassari? Suspance per cortesia: Ta-mbu-rra-no. Ohhh paura!
E chi c’è dietro il candidato Melucci? Trepidante attesa, grazie: Ludovico Vico e Mi-che-le Pe-li-llo. Doppia paura!
Questi sarebbero gli uomini forti che determinano le sorti della città? Non è un po’ pochino?
Vorrebbero insomma farci credere che il mondo politico tarantino si divide in candidati dell’apparato mossi da qualche influente puparo e candidati con le mani libere mossi soltanto dalla voglia di salvare l’umanità manco fossero Mazinga Z.
Questo ultimo vano tentativo di dare dignità ad una campagna elettorale assolutamente sotto tono e priva di spessore non è altro se non un esperimento goffo teso ad ammantare di leggenda una città auto relegatasi in provincia che invece crede di essere al centro di chissà quali grossi giri.
Riteniamo che questa narrazione di una Taranto attenzionata da oscure forze massoniche riconducibili alla Loggia della Cozza Pelosa non stia in piedi per una serie di evidenti motivi.
In primo luogo, dire che dietro un candidato ci sia uno schieramento politico di riferimento (nonostante il richiamo demodè al civismo anni novanta faccia ridere i polli) è un’affermazione tanto banale quanto attribuibile a tutti: ma perché Fornaro non fa conferenze stampa con Bonelli, la sinistra oltranzista non appoggia Sebastio, Labdem di Bitetti non è benedetta da Pittella, dietro Mario Cito non c’è Giancarlo, dietro i cinquestelle non c’è Grillo? E allora? Dove sarebbe lo scandalo? Forse nel finto civismo? Il candidato fintamente scelto tra la società civile è una di quelle bagattelle da dilettanti che solo ieri hanno scoperto l’espediente logoro della lista civica trasformata, data la caratura delle forze in campo, in lista chiavica.
A parte lo spettacolo pietoso offerto da chi goffamente aveva la tessera del PD ottenuta nel Circolo A. Volta e lo ha negato, questo voler agitare grandi interessi che si muoverebbero intorno ai candidati è una trama buona per un romanzo ma lontana dalla molto più modesta realtà.
Ciò soprattutto perché gli unici veri nodi che ingolosiscono chi vuol lucrare su Taranto (Ilva, Porto, Aeroporto, Università, sanità, ambiente) sono già stati sbrogliati e in stanze altre rispetto alla Casa Comunale.
Che il Sindaco sia Tizio o Caio, poco importa a Roma o a Bari – veri avamposti decisionali per le sorti di Taranto  - anche perché le ordinanze o le decise doglianze del primo cittadino Ionico saranno comunque trattate come è stata trattata fino ad ora la vicenda Ilva (nessuno ha chiesto il parere del Sindaco) o la vicenda Arlotta (in Puglia volano ovunque tranne che a Taranto) o la vicenda Università (eterno polo distaccato e precario di Bari).
Ciò sta a significare che, al contrario, il vero problema è che dietro alla politica tarantina non ci sono pezzi da novanta a muovere i fili ma mezze figure.
Se alle vicende tarantine partecipassero personaggi influenti o, ancora meglio, se la classe dirigente tarantina fosse inserita in un contesto più ampio, quella potrebbe essere la nostra salvezza.
Queste elezioni, in definitiva, non spostano assolutamente nulla sullo scacchiere venendo derubricate a qualcosa che assomiglia a poco più di una lite di condominio tra vecchie carampane che lottano contro la noia e qualche giovanotto che aspira ad emergere diventando un Vip che spopola tra Corso Umberto e Via D’Aquino (ma non un metro di più).
Lo ripeteremo fino alla noia: la battaglia della vita non è sul piano locale ma su quello nazionale. Fino a quando Taranto non conterà nelle sedi regionali e nazionali, non ci sarà trippa per gatti e la politica sarà solo un passatempo di corta gittata.
Se Taranto vuole finalmente fare qualcosa per sé, archivi il prima possibile queste amministrative ed inizi a lavorare sulla propria classe dirigente pensando con un atteggiamento diverso, come se dopo “Le Caggiune” ci fosse qualcosa.
Altrimenti, di questo passo, la città continuerà a subire le decisioni altrui con il risultato che l’unica “dietro -logia” da praticare in riva allo Ionio sarà quella che, come di consueto, vedrà il cetriolo insidiare i cittadini.



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