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Il sogno non si realizza

Pubblicato da: Categoria: Flash news

5
SET
2013

 

 

Il CONI dice no all'accesso agli atti e così la storia del 13 mancato, si arricchisce di un nuovo capitolo. E' l'ufficio stampa di Martino Scialpi a riportare i dettagli del diniego del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

«In trent’anni di storia sono cambiate tante cose, al sig. Martino Scialpi, al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed al CONI. Tanti i processi e le sentenze che sono state emanate fra Taranto, Bari e Roma su un 13 contestato dal CONI ma riconosciuto dalla magistratura, fino all’ultimo grado. Non è cambiato, invece, l’atteggiamento dei vertici del CONI, o di quella parte di esso che da trent’anni ha costretto un cittadino italiano, che ha regolarmente giocato una schedina in una ricevitoria SISAL, come da insegna esposta, a doversi difendere in Tribunale, per poter vivere quel sogno divenuto realtà e che in ogni spot pubblicitario viene garantito agli italiani in caso di vincita: “Così non è! Il sogno ancora non si realizza” ha dichiarato il sig. Scialpi, “nemmeno con la sentenza passata in giudicato, perché da nessuno contestata, del 10/02/1987 presso il Tribunale di Taranto. Con quella sentenza è stato riconosciuto che ho il sacrosanto diritto di accedere agli atti del 1981 in cui è riportata la mia giocata vincente. È un mio diritto accedere a quegli atti, perché un Tribunale italiano, quello di Taranto per competenza, ha riconosciuto legittima la mia giocata e quindi posso accedere a verificare quei documenti, perché sono stato legittimato a farlo da un Tribunale. E non è più possibile che il soggetto che da 30 anni mi sta contestando la giocata, il CONI appunto, possa ancora assumere atteggiamenti contrari alla legge”. Il sig. Martino Scialpi fa riferimento alla risposta che la sede centrale del CONI ha formulato rispetto alla richiesta di accesso agli atti che, attraverso il suo avvocato Guglielmo Boccia di Martina Franca, il vincitore Scialpi ha presentato lo scorso 18 luglio, inviata anche alla sede regionale di Bari e al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Ministero ha risposto al sig. Scialpi con una nota lo scorso 22 agosto 2013 in cui si dichiara che “la documentazione a cui si richiede di accedere non risulta essere agli atti dello scrivente”. Il Comitato Regionale CONI per la Puglia ha inviato una sua risposta giunta il 28 agosto in cui dichiara: “si fa presente che gli atti relativi allo svolgimento dei concorsi pronostici sono stati trasferiti al CONI di Roma a seguito delle Zone Totocalcio a fine 2004, ivi compresa quella Bari”. Sorprendente la risposta della Segreteria Generale del CONI a firma del segretario Roberto Fabbricini. “Esaminata l’istanza e le motivazioni che la sostengono, Lei non appare legittimato all’accesso perché, per soddisfare le Sue pretese al pagamento di un premio di prima categoria nel concorso Totocalcio n.11 del 1.11.1981, dopo aver esperito i rimedi endoprocedimentali previsti, si è già rivolto all’Autorità Giudiziaria, che ha rigettato la Sua pretesa con la sentenza definitiva della Corte d’Appello Civile di Roma n.2107/1985, passata in giudicato, avvero la quale Lei ha proposto tre domande di revocazione, tutte respinte con pronunce della medesima Corte d’Appello confermate dalla Corte di Cassazione, da ultimo con sentenza n.671/2012”. “Si continua a negare la vittoria appellandosi a sentenze che nulla hanno a che vedere con la vincita” dichiara l’avv. Guglielmo Boccia, “il CONI persiste nell’assumere un atteggiamento di chiusura e di negazione del diritto alla riscossione del sig. Scialpi e fa riferimento a richieste di revocazione, due e non tre come scritto dal Segretario Generale, della sentenza del 1985, periodo in cui il processo per verificare la legittimità della vincita era ancora in corso, essendosi concluso il 10/02/1987. Indi, assolutamente non inerenti alla legittimità della vincita, come invece si vuol far credere. Quella sentenza riguarda altri aspetti in merito ai quali siamo in attesa di giustizia. È un’azione tesa a tergiversare, perdere tempo, creare confusione”. Le conclusioni dell’avv. Boccia sono amare: “Si perdura in questo atteggiamento di chiusura e di mistificazione della realtà, facendo riferimento a documenti e a sentenze volutamente errate, per  evitare di rispettare un diritto sacrosanto riconosciuto da un Tribunale della Repubblica Italiana ad un onesto cittadino, quale è il sig. Martino Scialpi. Continueremo nella nostra battaglia di giustizia finché non vedremo soccombere l’ignominia.”»



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