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Per morire c'è sempre tempo

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

12
FEB
2014

 

Una donna si sente male all’interno della camera mortuaria dell’ospedale “Perrino” di Brindisi; i parenti chiedo soccorso ma il personale sanitario risponde: “spiacenti non possiamo intervenire perché per qualsiasi operazione di soccorso il protocollo prevede la chiamata alla centrale del 118 che smista i mezzi.” Così la malcapitata viene soccorsa con un’ambulanza arrivata da Mesagne, nonostante un automezzo fosse lì a poche decine di metri, dinanzi al Pronto Soccorso dello stesso ospedale brindisino.

Questo, in breve, il racconto di quanto accaduto ieri un episodio che ha suscitato non poche polemiche e prese di posizione in Consiglio Regionale.


Per Maurizio Friolo, capogruppo del Nuovo Centro Destra in Consiglio regionale “è certamente una sconfitta per la nostra comunità, ma è anche e soprattutto una fotografia nitida di un fallimento, il fallimento del governo regionale in materia di sanità.
Il fallimento di un deficit mostruoso accumulato in pochi anni, dopo aver cavalcato facili demagogie e messo in atto politiche scriteriate.
Il fallimento di un Piano di rientro e riordino ospedaliero tradotto in realtà solo nella fase più semplice, quella dei tagli draconiani, ma che rimane un’incognita nei servizi al territorio e nella creazione di nuovi riferimenti e strutture, alternative e sempre più necessarie per scongiurare il collasso annunciato degli ospedali sopravvissuti.
Il fallimento di gestioni confuse e disomogenee di servizi di fondamentale importanza, come il 118, internalizzato in alcune realtà ed esternalizzato in altre, come se la Puglia non fosse una sola, come se il diritto alla salute in alcune aree fosse più marcato e in altre più labile, come se alcuni operatori fossero meritevoli di maggiore considerazione ed altri meno, senza una logica, senza un criterio razionale e giustificabile”., “è in questo caos normativo e burocratico che nascono casi paradossali come quello di una donna che si sente male in una struttura ospedaliera e per essere soccorsa necessita dell’intervento di un mezzo proveniente da un’altra struttura. Un caos che espone medici e operatori in prima linea, sempre più disorientati e stressati, alla bolla mediatica della ‘malasanità’, e che protegge i veri responsabili, i veri protagonisti di una stagione che occorrerebbe finalmente archiviare, con tutte le sue contraddizioni e incongruenze, permettendo invece a quegli stessi dirigenti, medici e operatori di operare al meglio. Solo così è possibile salvare la sanità pugliese e tutelare non solo i cittadini e gli utenti, ma anche quanti quotidianamente vivono sulla propria pelle le conseguenze, spesso drammatiche, di decisioni e orientamenti e politiche profondamente sbagliate, fallimentari e inique” la sua conclusione. 

“Cambiare subito il regolamento sull’utilizzo del servizio 118, per evitare che il cittadino oltre al danno sia vittima anche della beffa.”: è quanto invece sostiene il presidente de “La Puglia prima di tutto”. “Se non fosse che la vicenda poteva anche avere risvolti drammatici – afferma De Biasi – si potrebbe raccontarla quasi come fosse una barzelletta. Come è mai possibile che un cittadino vittima di un malore all’interno di uno dei più grandi ospedali della regione, non possa essere soccorso direttamente, ma debba attendere l’arrivo di un’ambulanza del 118? Peraltro, un’ambulanza che è partita da Mesagne, neanche da Brindisi. Il che vuol dire che per essere ligi al regolamento si è messa a repentaglio una vita umana”.

De Biasi ricorda un altro episodio simile, accaduto a Bari circa un mese fa: “Anche in quell’occasione – spiega – un cittadino fu vittima di un grave malore appena uscito dal Cup, dove si era recato per prenotare un esame. C’era un’ambulanza parcheggiata a trenta metri, eppure si rese necessario chiamare il servizio 118 e quindi un mezzo che proveniva dall’esterno del Policlinico. Assurdo, considerato che il pronto soccorso è praticamente alle spalle del Cup, nell’area dello stesso padiglione ‘Asclepios’. Siccome è accaduto due volte in mese, ed entrambe le vittime sono state fortunate perché si sono riprese, non è il caso di continuare a sfidare la sorte. E’ tempo che i dirigenti delle asl, di concerto con la Regione, intervengano subito per trovare una soluzione: avere un malore in ospedale deve tramutarsi in un vantaggio, non in una beffa che rischia di diventare dramma”.

 “Appare ingiustificato agli occhi del cittadino che le pratiche burocratiche impediscano ad un ambulanza e al personale medico di intervenire con immediatezza di fronte ad una persona che sta male. Tale comportamento, pur rispettoso delle procedure, può mettere a rischio la salute e finanche la vita di una persona”.

È quanto ha scritto il presidente del Gruppo regionale UDC, Salvatore Negro, in un’interrogazione rivolta al Governo regionale. “Un fatto grave”, ha detto il presidente del Gruppo Udc che, nell’interrogazione, ha chiesto al Presidente Nichi Vendola e all’assessore alla Sanità Elena Gentile di “conoscere con esattezza cosa prevede il protocollo del servizio sanitario pugliese in casi di emergenza come quello verificatosi nell’ospedale di Brindisi; se in presenza di una persona in difficoltà si possa derogare alle norme dello stesso protocollo e quali provvedimenti eventualmente si intendano assumere se si dovesse verificare che in tale occasione vi erano gli estremi per prestare le immediate cure alla donna e successivamente avvertire la centrale”.
 



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