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Taranto/Figlio ingrato

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

28
FEB
2014

 

A conclusione di serrate attività d’indagine, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto hanno sottoposto a fermo il responsabile dell’efferato omicidio commesso al quartiere Paolo VI in danno del pregiudicato tarantino Cosimo MOTOLESE, classe ‘59. L’agguato si è verificato intorno alle ore 20.30 di ieri 27 febbraio u.s. proprio innanzi all’abitazione dell’uomo, ubicata in Via della Liberazione, alle spalle della Corte d’Appello.

Il Motolese è stato raggiunto da quattro colpi di pistola calibro 45 che lo hanno attinto al capo ed alla spalla, ferendolo gravemente. L’uomo, soccorso dai sanitari del 118 intervenuti sul posto, veniva trasportato d’urgenza presso il locale nosocomio Santissima Annunziata, dove decedeva dopo circa un’ora dal suo ricovero per le gravi ferite al capo.

I militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Taranto avviavano immediatamente le attività di indagine indirizzate sia nel mondo della malavita locale che nella vita privata della vittima.

Tra le numerose persone ascoltate dagli inquirenti destava particolare interesse la ricostruzione dei fatti, non convincente, fornita dal figlio dell’uomo, il 20enne Eneo Motolese, già noto agli investigatori, il quale, dopo un lungo interrogatorio svolto innanzi al Sostituto Procuratore della Repubblica - dr.ssa Giovanna CANNARILE negli Uffici dell’Arma di Viale Virgilio – crollava, ammettendo le proprie responsabilità in ordine all’omicidio del padre, consentendo l’emissione di un fermo di indiziato di delitto.

Secondo quanto riferito dal giovane, nonché all’esito delle risultanze investigative degli uomini dell’Arma, si appurava che il predetto, esasperato dai comportamenti aggressivi subiti dalla madre ad opera del defunto padre, fortemente provato dalla tossicodipendenza, si determinava a porre fine a tale drammatica situazione familiare con l’uccisione del genitore, presentatosi sotto casa. Nel corso delle operazioni veniva rinvenuta e sequestrata l’arma del delitto, una pistola semiautomatica marca Colt con matricola abrasa, calibro 45, occultata dal giovane  in un terreno incolto del quartiere Paolo VI, poco distante dall’abitazione della vittima e prossimo alla facoltà di Ingegneria. I militari repertavano anche i 4 bossoli cal. 45 esplosi, nonché i capi di abbigliamento usati dal giovane durante l’azione delittuosa, alcuni dei quali macchiati di sangue. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale di via Magli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.  



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