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Categoria: CRONACA
La loro attività consisteva prevalentemente nell’affittare stanze e nel servizio taxi messo a disposizione delle loro inquiline. Peccato però che quelle “inquiline” fossero prostitute (prevalentemente brasiliane e colombiane) e per la legge italiana quel tipo di “servizio” corrisponde a un reato di natura penale: favoreggiamento della prostituzione.
Per questo motivo quattro martinesi e una brasiliana ora rischiano il rinvio a giudizio per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
L’accusa principale nei loro confronti è quella di aver affittato a una cinquantina di prostitute e a cinque trans, tra il luglio e l’ottobre 2012, a un costo variabile dai 50 ai 70 euro giornalieri a persona, degli alloggi dove poter svolgere l’attività di meretricio.
Secondo le risultanze delle indagini, c’era chi si occupava di trovare gli immobili da affittare (intestando i contratti a dei prestanome); chi, a seconda dei casi, pubblicava sul sito “Subito.it” gli annunci di fitto o contattava direttamente le probabili clienti e chi faceva la spesa per conto delle ragazze o le accompagnava nei loro spostamenti.
Particolare è la posizione di uno del gruppo che, spacciandosi per carabiniere e sotto la minaccia di far intervenire altri “suoi colleghi”, avrebbe costretto una delle ragazze ad avere un rapporto sessuale.
Ora bisognerà attendere il passare dei venti giorni a disposizione degli indagati, per presentare memorie, depositare documentazione o rilasciare dichiarazioni a propria difesa per confutare anche le intercettazioni telefoniche e ambientali utilizzate nelle indagini. Decorso tale termine, si deciderà per il proscioglimento o per il rinvio a giudizio.
