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Mi manda mio cugino. E giù botte

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

22
NOV
2014

 

In esecuzione di un provvedimento firmato dal GIP, la dottoressa Patrizia Todisco, ed emesso su richiesta del Sostituto Procuratore Giovanna Cannarile, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto hanno eseguito ieri,  due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti del 43enne Cosimo Pulito e del 30enne Aldo Longobardi,  entrambi pregiudicati tarantini.

Il provvedimento trae origine dall’indagine eseguita dagli investigatori dell’Aliquota Operativa a seguito della denuncia di un imprenditore tarantino che, da tempo, era vittima di usura.

L’uomo aveva denunciato ai Carabinieri diversi episodi verificatisi sin da marzo scorso quando, in un momento di difficoltà economica e in stato di bisogno, si rivolse ad Antonio Longobardi, cugino di uno dei due arrestati, per ottenere una somma di denaro in prestito.

I problemi per il titolare della piccola impresa, a conduzione familiare, iniziarono dopo la seconda richiesta di denaro fatta sempre allo stesso uomo. In soli due mesi la somma di denaro da restituire, corrispondente al primo e al secondo prestito, comprensiva degli interessi si era raddoppiata, rendendo alla vittima praticamente impossibile rispettare i patti con il suo strozzino.

In particolare, a fronte di un prestito di 3.000 euro, ricevuto in tre differenti occasioni, l’aguzzino in soli due mesi pretendeva la restituzione di quasi 6.000 euro, considerato che nel frattempo aveva anche estorto, con una finta compravendita, uno scooter il cui valore risultava dagli atti di gran lunga inferiore rispetto a quello reale.

In poco tempo, dalle richieste di restituzione si passò alle minacce che, in un tempo ancora più breve, da verbali si trasformarono in fatti: prima un danneggiamento all’auto, poi una spedizione punitiva davanti alla sede dell’attività commerciale.

Nel secondo evento entrarono scena Cosimo Pulito e Angelo Longobardi, i quali picchiarono selvaggiamente, strappando loro dalle mani alcuni beni, il titolare dell’impresa e il figlio.

Dopo l’aggressione, la denuncia. Dopo pochi giorni i Carabinieri arrestarono, in flagranza di reato, Antonio Longobardi mentre ieri, a seguito di un’indagine condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, perquisizioni e audizioni di testimoni, si è arrivati all’individuazione e all’arresto dei componenti del commando punitivo.

I due, che sono stati condotti nel carcere di Taranto, dovranno rispondere dei reati di estorsione, usura, rapina e lesioni personali gravissime, in concorso con il loro Antonio Longobardi attualmente ancora detenuto.



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