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Per iniziare a raccontare la storia dei pannelli stradali installati nel centro storico di Martina Franca, ci tocca fare un salto indietro di diciotto mesi (per la precisione al 6 giugno 2013) quando, con la delibera n. 230, la giunta comunale “al fine di sopperire all’assenza di cartellonistica pedonale circa i siti di interesse turistico culturaleâ€, delibera di approvare e fare propria la proposta dell’assessore Pasquale Lasorsa di “provvedere alla realizzazione di pannelli stradali… mediante l’utilizzo di materiali e disegni idonei… come specificati negli allegati modelli con le specifiche tecniche ai quali si rimanda.â€
Ricevuto “mandato†dalla giunta comunale, il 30 luglio 2013, il dirigente del settore U.T.C. indice la gara per la “fornitura di n. 6 pannelli turistici… aventi le caratteristiche riportate nelle allegate schede tecniche.†Importo a base d’asta 6.140 euro (comprensivo di Iva) che, per un’Amministrazione che assegna incarichi diretti sulla soglia dei 40.000 euro, lascia il tempo che trova; ma tant’è. Â
Arrivano le offerte e tra tutte, la più conveniente per l’Amministrazione è quella di un’azienda di Frigento, provincia di Avellino, che si propone con un ribasso superiore al 50%; un vero e proprio affarone.
Passa un anno e a luglio 2014 i 6 pannelli turistici arrivano a Martina Franca dove vengono “stipati†nel garage della Polizia Locale fino al 5 dicembre scorso quando, finalmente, i primi vengono posizionati per le vie del centro storico.
E’ inutile ormai scrivere su come siano state tradotte le indicazioni perché, a torto o a ragione, se ne è parlato già tanto (a volte a sproposito) sui social network.
Qualche rigo invece va speso su come i pannelli sono stati realizzati e purtroppo pagati perché ancora una volta, come spesso accade a Martina Franca, per quanto la fornitura non coincida con quanto messo in gara nessuno ha mosso un dito.
Qualche esempio? Mancano le contropiastre per il sostegno; le insegne indicatorie non sono otto e non sono realizzate con adesivo rinfrangente; manca il trattamento con vernice opaca trasparente anti UV e il trattamento antigraffiti. Per la zincatura sarà solo il tempo a dire se e come è stata fatta.
Per tutto il resto è meglio stendere un velo pietoso perché, anche in questo caso, l’elenco sarebbe lungo. Basta vedere le lettere storte, i punti mancanti, gli accenti inutili o l’incapacità di stampare le piantina su di un foglio unico ricorrendo a due sovrapposti e facilmente staccabili.
E’ vero, non un appalto milionario ma è una questione di principio perché riguarda tutti i cittadini, i cui soldi vengono spesi male. Questa storia, chiaramente,  tocca anche l’assessore Lasorsa, che ci ha messo la faccia ed è stato “tradito†dai suoi “uffici†che, al contrario, dovrebbero metterlo al riparo da certe immeritate figuracce.Â