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"I Feel Good" perché non pago le tasse

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

8
MAG
2015

Una nota società sportiva dilettantistica di Cellino San Marco, la "Feel Good", con piscine, palestra e centro wellness pubblicizzato anche sul web si dichiarava al Fisco come non lucrativa per poter versare solo qualche migliaio di euro di imposte l’anno pur avendo un giro d’affari milionario.

Questo ha indotto i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Brindisi, insospettiti dall’elevato tenore di vita dei proprietari e dei loro familiari, a sottoporre a verifica fiscale l’attività dell’ente “no profit”.

I finanzieri brindisini hanno scoperto - dall’esame di migliaia di messaggi di posta elettronica e della contabilità parallela, contenuta in una pen drive rinvenuta durante l’ispezione - che, degli utili conseguiti dall’ente “non lucrativo” e quindi non distribuibili, una parte invece finiva sistematicamente nelle tasche dell’amministratore e dei suoi familiari, mentre la fetta più consistente veniva trasferita ad un’altra società della stessa famiglia utilizzando contratti e fatture falsi.

Anche i 126 lavoratori impiegati nella struttura, che erano stati “ingaggiati” con lettere di collaborazione sportiva al solo fine di non pagare contributi e imposte, in realtà, percepivano più di quanto risultasse dalle carte della società.

Al termine dell’ispezione, le Fiamme Gialle hanno denunciato 6 persone per reati tributari d’importo consistente, per cui la Procura della Repubblica di Brindisi ha proposto al Giudice per le Indagini Preliminari il sequestro per equivalente di beni e disponibilità finanziarie degli indagati a garanzia del recupero effettivo delle imposte evase.

In esecuzione di un apposito decreto il Nucleo Polizia Tributaria ha, da ultimo, eseguito il blocco di fondi d’investimento, conti correnti, quote societarie, una villa di pregio e 25 immobili, tra fabbricati e terreni, oltre ad un’auto di lusso, per un valore complessivo di 1 milione di euro. Parallelamente vanno avanti i procedimenti amministrativi nei confronti delle due società “di famiglia” per l’accertamento di redditi imponibili pari a 4 milioni di euro, un’Iva dovuta per 700 mila euro, e mancati versamenti di contributi INPS ed INAIL per circa 400 mila euro.



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