MENU

Enorme, pelosa e iconoclastica

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

26
DIC
2014

Ovvero, quando un’eco pelliccia rosa chiaro ti cambia la vita. E pure le vacanze di Natale

Non paga degli interrogatori natalizi (Quando ti sposi? Ma mangi? Stai comoda su quei tacchi? Quanto guadagni?), in questi giorni di festa (e tanta gente in giro) ho tentato uno dei miei “esperimenti fashion”, di quelli che o innalzano l’autostima o ti fanno venir voglia di tornare a casa e impiccarti con il filo delle luci dell’albero di Natale. Nelle vie del piccolo centro dove abito, sono uscita con un’enorme, pelosa e iconoclastica eco-pelliccia rosa chiaro. Un capo che è assolutamente normale sulle pagine di Vogue e addirittura “tradizionale” nelle photogallery dei fashion blog, dove apparirei trasgressiva come se indossassi un cachemire nero col filo di perle, ma in provincia è tutta un’altra storia. Devo confessarvi che la prima volta che l’ho messa, in trasferta, anch’io ho tentennato davanti allo specchio, perché insomma un filo di coraggio e tanta autostima ci vogliono per davvero. Il confine tra l’essere fashionista e ricordare il Tenerone – sì, dai… quello di Gianfranco d’Angelo – è in effetti molto sottile, ma io amo troppo la moda e sono talmente ligia a tutto quel che propina, che non mi chiamo mai fuori. E gli altri (o meglio, le altre)? Cominciamo dagli “indifferenti” (concedo l’aggettivo perché a Natale siamo tutti più buoni): posa rigida del collo e rotazione a 90° dello sguardo. Della serie, piuttosto che darti la soddisfazione di farti capire che ti sto guardando, mi faccio uscire gli occhi dalle orbite. Si annovera un 90% di donne. Seguono i “pura (e sana) invidia”, invidia buona che spesso provo anch’io davanti a un bel look. Ed è bello incrociare sguardi d’intesa. Unica accortezza, tenersi lontane da toilette, angoli poco illuminati e da vicoli solitari: certi sguardi concupiscenti inducono a credere che basti un attimo di distrazione e possa scattare una rapina. Non mancano certo i “puro (insano) compatimento”, anzi. I “poveretta, come si è conciata”, “pare un Manga giapponese”, “fa la cool ma è da prendere per il cool”. Amen, la realtà è che non sanno cosa si perdono a non prendersi sul serio. Poi c’è una categoria a parte, le “bipolari”, magistralmente rappresentata nella fattispecie dalla commessa di un negozio in cui sono entrata. Mi vede e le si allarga un enorme sorriso estasiato. Non può fare a meno di allungare le braccia e chiedermi: “Che bella! Posso toccarla?”. Cinque secondi dopo, ha lo sguardo del pupazzo di Profondo Rosso: “Eh, certo che bisogna saperla portare!”. Risatina. “Io non la metterei mai una cosa del genere.”. Altra risatina leggermente sadica.  “Io mi sentirei come a Carnevale, ma a te sta bene, eh. Allora, ti serviva?”. “Un lanciafiamme” viene voglia di rispondere, ma superato quell’attimo, meglio un sorriso. Va bene così, deve essere così. Senza conformismo, la moda non esisterebbe. E questo sì, che sarebbe insopportabile.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor