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LOVE THERAPY/Noi, generazione Fiorucci

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

24
LUG
2015
Elio Fiorucci aveva compiuto da poco 80 anni e qualche giorno fa, in silenzio, ha lasciato un vuoto nel mondo della moda  e del costume. Il nostro ricordo dedicato a chi, in fatto di tendenze, ha fatto scuola
 
Nel 1967 rivoluzionò il mondo delle passerelle aprendo un megastore nel centro di Milano, uno spazio innovativo rivoluzionario e pop, che rese la moda accessibile e “democratica”. Un umile visionario che con grinta nel cuore e nel cervello ha rappresentato la fantasia della moda  italiana nel mondo, ispirando tante generazioni di ragazzi e ragazze, al lavoro, al sacrificio e alla creatività.
Generalmente la morte di un personaggio famoso la vivo con la giusta amarezza e consapevolezza di chi lascia questa vita terrena per qualcosa di più grande, ma la  notizia della morte di Elio Fiorucci (1) mi ha scosso e tanto. Era proprio quel personaggio meraviglioso che avrei volto incontrare per dirgli : “Grazie. Grazie per avermi risvegliato dal torpore dalla crisi di mezza gioventù (cosa faccio della vita mia e dove sto andando e dove andrò) ed indicato tra angioletti, fiori e nanetti da giardino quale fosse la mia strada. Moda, creatività e soprattutto non fermarsi alle apparenze, perché dietro a una apparente idea banale c’è studio, genialità e un pizzico di sesto senso”. L’inventore “ fast style” e l’animatore, prima e dopo, di tutto ciò che fa tendenza oggi: capi in colori flou, puttini,  jeans con toppe, t-shirt stampate con angeli e cuori, loghi in evidenza, texture di prati e fiori, scritte improbabili e oggetti inutili, kitch e strampalati, che ri-animano il grigiore dei tempi moderni. “Feci disegnare il negozio da una scultrice, tutto trasparente, con luci come uno studio fotografico”, amava spiegare ricordando i suoi inizi, “l’impianto musicale era curato da Cesare Fiorese, che aveva progettato molte discoteche della costa spagnola. Al centro di una Milano rigida, fra boutique di lusso, noi siamo arrivati con le minigonne, i colori, le luci, la musica alta. È stato uno shock per la città, ma pure la mia fortuna. Ebbi un grosso articolo su Panorama, che ha sconvolto tutti i benpensanti”. (Da intervista ad Elio Fiorucci, il Fatto Quotidiano). La prima intuizione geniale, che Fiorucci ammette sempre essere un gioco di squadra (incredibile, complice l’architetto e designer Italo Lupi!) è la prima linea di jeans super comodi (2) e sexy con il loghetto, super famoso in tutto il mondo:  due cherubini, un moro e uno biondo (3). Come le veline, anzi le veline come loro. Ispirati forse dagli angioletti, guardiani della luce e delle stelle, raffigurati nel celebre dipinto di Raffaello? (4). I negozi Fiorucci aprono a Torino, Londra e New York conquistando anche Andy Warhol (5.6. Fiorucci e Andy Warhol presso lo store di NY) che scelse di lanciare la promozione del suo giornale Interview (7.New York, 1977. Andy Warhol e Truman Capote vendono copie di Interview nello store Fiorucci), proprio dalle vetrine dello store della grande mela. Sono gli anni 80 è Fiorucci “fa il botto”! Capi d’abbigliamento, gadget di qualsiasi tipo, pubblicità provocatorie (8. 9. 10. Fiorucci è molto amico del fotografo Oliviero Toscani) e negozi che sembrano lunapark, musica a palla e luci ovunque, senza addetti alle vendite che ti stressano. Si può girovagare tra scaffali e corridoi per ore (11.12.13.) Un ambiente pop-olare (ma luccicoso) che fa il verso all’alta moda. Sono gli anni di Flashdance, di Madonna e lo stilista cavalca l’onda producendo calzamaglie, scalda muscoli e body. L’artista Keith Haring (14) fa dello store di Milano, il suo quartiere generale, qualche anno dopo la collezione delle figurine Fiorucci-Panini diventa un cult, 25 milioni di bustine vendute. (15. collezione 16. riproduzione figurine dedicata alla cantante pop Madonna) Fiorucci è ovunque, nell’armadio di tutti, nell’immaginario di tutti, quello erotico compreso (17.18 le famose manette peluche ) Nel 1991 il patrimonio Fiorucci viene acquistato azienda alla giapponese Edwin International, con un susseguirsi di cause e storie giudiziarie. Nel 1999, infatti, lo stilista milanese contesta la registrazione del marchio “Elio Fiorucci” e dopo diversi anni di cause legale vince pure in tribunale e nel  2003 lancia la nuova  linea di produzione home made Love Therapy (19), quella con gli gnomi da giardino in primo piano. Ancora un intesa storia d’amore e creatività di successo, che segue con il decennio successivo con pillole collection, per la Perugina, K-Way, Superga, Naomi Campbell, Hip Hop,Hunday , fino ad arrivare al 2012 con il colosso svedese Ikea con un progetto di retail. 
Un vita intensa quella di Elio Fiorucci, un progetto terreno, umile, generoso, non convenzionale, grande quanto il mondo, partito dal basso, dalla bottega di pantofole del padre. Un storia tutta italiana, una storia di una volta ma maledettamente attuale. Oggi più consapevole di prima conserverò  quella scatola di latta con i cherubini: dove custodirò la laurea, il master, i sacrifici e lungimiranza. Grazie. Perché:“Fiutare la tendenza è un arte e un talento, care blogger dei miei stivali.”(IO)
 


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