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‘Scopa anoressica´ vs. ‘cicciona rosicona´

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

30
OTT
2015

Era qualche tempo che non si viveva una settimana così ideologicamente schierata. Avete, che so, fatto un aperitivo assumendo un’aria colpevole addentando una mezza patatina o ingoiando una nocciolina? Confessatelo, state con il duo Antonelli- Serra. Siete balzate fameliche neanche una tigre della Malesia sui vassoi dei ‘frittini’ e della pizza, mantenendo la posizione con i gomiti alti e larghi e a poderosi colpi di fianchi? Ditelo, state con la Murgia. Per chi si fosse perso la querelle che tiene banco da oltre una settimana a colpi di ‘scopa anoressica’ vs. ‘cicciona rosicona’, un riepilogo. Il mensile di moda Marie Claire esce in edicola con una copertina che, possiamo tranquillamente ammettere, non è tra le sue migliori. Giovanissima modella, molto magra, taglia 38, in una posa definita dalle detrattrici ‘da bambola rotta’. Così come gli irrealistici reggiseni sopra ai cappotti di ogni buon shooting che si rispetti, o gli improbabili trucchi e parrucchi delle sfilate, è un’immagine di moda affatto nuova agli occhi degli addetti ai lavori, non stupisce. Può piacere o meno – e uno può anche chiedersi perché così spesso stylist e fotografi siano tanto incarogniti con la bellezza femminile – questo sì. E sicuramente non è piaciuta a Michela Murgia, scrittrice di successo, ex candidata alle regionali per la sua Sardegna, con scarsa eleganza cavalleresca paragonata per stazza alla nave Concordia dall’allora suo diretto avversario politico Cappellacci. La Murgia ‘incappa’ nella copertina: ‘disgustata’ (parole sue), con il tipico suo fare ruvido e deciso – fatemi essere buona –, chiama alla ribellione, invocando una chiamata alle armi per un’altra “idea di donna”. Quale sia però non ce lo dice. Magra ma comunque con le forme? In carne e formosa? Una ‘sana taglia 48’ come si legge in più di un commento delle sue sostenitrici? Chi definisce “l’idea di donna”? Non devono farlo gli stilisti né la moda perché sono fuorvianti. Chi allora? Le taglie 38 – 40 e toh, pure le 42, non hanno diritto di parola, ché la natura le ha già premiate, quindi stessero zitte e buone “a mangiarsi le carote” (così si legge nei commenti). Anche per chi non si definisce schiava di taglia e peso allora è una questione di taglia e di peso, qualcosa non mi torna. La direttrice di Marie Claire Antonella Antonelli, sostenuta dalla giornalista Alessandra Serra, difende il non credere in un solo ideale di bellezza femminile e rivendica il diritto di essere come si è, anche con una taglia 38. Che azzardando un po’ definisce ‘normale’. Si schierano al suo fianco le truppe delle magrissime che, punzecchiate nel vivo, dichiarano mediamente di magna’ come se non ci fosse un domani, non esitando a definire le over tg. 46 delle invidiose e delle rosicone. E mentre discutiamo tra noi di quanto sia lecito essere magre o essere grasse, se sia un esempio peggiore l’esasperata e controllata magrezza o il non curante e libero sovrappeso, sapete cosa è successo? Non solo ci hanno infilato l’uomo nei collant (ne parleremo la prossima settimana), ma abbiamo taciuto su Alessandra Mussolini, altra pasionaria del femminile (a suo dire, eh), che ancora si tiene a casa un uomo che proprio in questi giorni, ha appena patteggiato per prostituzione minorile. Eccola una ‘idea di donna’, a patto che ce ne sia davvero una, da rifiutare, demolire, smontare, più della modella di Marie Claire, più del giro vita della Murgia.



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