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Moda - Ridatemi il boscaiolo

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

7
NOV
2015

Già McQueen aveva mandato in passerella uomini con gambe inguainate nel nylon, ma non ci avevamo fatto poi così caso… ingenuamente le definimmo “eccentricità modaiole”. Già Wolford, Emilio Cavallini e Falke avevano tra i propri articoli delle calze lunghe da uomo… va beh, ma per gli sport invernali, per proteggersi dal freddo in certi lontani e remoti Paesi d’oltralpe. Il pensiero andava a un virile e muscoloso boscaiolo, a una sperduta baita in mezzo alla neve con il fuoco acceso e dei lunghi mutandoni di lana indossati sotto strati di pelliccia e flanella a quadrettoni (da fare a brandelli) insomma chissenefrega.

E così noi, novelle ma sempre romantiche Lady Chatterley in cerca del maschio etero perduto, abbiamo lasciato correre. Eh, ma stavolta è diverso e qui rischiamo che nel giro di un paio di campagne pubblicitarie ci troviamo che so, un Benicio del Toro, che va a comprarsi i gambaletti o le calze velate con la riga dietro al posto di Julia Roberts e tanti saluti. Sì, perché se sottobanco i collant da uomo sono sempre un po’ circolati, la situazione adesso ha avuto una bella accelerata: non vi sarà sfuggita la campagna pubblicitaria della Gerbe, nota azienda francese di calze e collant.

Mollemente adagiati su un fianco, sguardo penetrante, camicia aperta sul petto scolpito e… un bel paio di collant color carne alle gambe. Sì, collant. Senza tassello, che magari chissà gli si sarebbe potuto vedere dalla gonna, senza cuciture sul piede, che poi forse col sandalo stan male, già declinato nelle versioni contenitivo, forse per combattere la stanchezza del tacco, coprente in nero per chi è di coscia forte, e velato per un effetto di indubbia seduzione. In assortimento le autoreggenti, le modellanti e le push-up, per sostenere gli equipaggiamenti anteriori.

Del resto, pare che le richieste maschili di questo genere di articoli siano in crescente e, quel che è peggio, inarrestabile ascesa, complici alcune astuzie, come la vita più ampia, la modellazione ad hoc per il polpaccio maschile, larghezza dei piedi adeguata e una comoda apertura sul davanti per le impellenze. Neanche la speranza che, colti impreparati sulle assurde manovre e posizioni per far pipì nei bagni pubblici quando si hanno su un paio di collant decidano di rinunciare a indossarli.

Che poi, il collant per andare dove? Sul palco della Scala già basterebbe. Esattamente per indossarlo con cosa? Oh Dio, il pantalone col risvoltino si accorcerà ancora di più e ce li ritroveremo in gonna pantalone? Le varianti fantasia dei suddetti collant – stelline sbarazzine e simpatici quadretti – spalancano un baratro senza fine, mentre le varianti carne e velate lasciano intravedere due scenari opposti, ma ugualmente inquietanti: una fitta peluria maschile schiacciata dal nylon o un paio di gambe perfettamente glabre.

Cosa sia peggio, non so dire. Immaginatevi poi il primo incontro intimo, non sarà più solo una questione di cintura e cerniera, al massimo bottoni, dovremmo cimentarci con un collant. Vorranno sfilarseli da soli? Ci sentiremo dire “cara, ma stai attenta, si possono smagliare!”. Ho i brividi e vi giuro che preferirei essere rapinata, qui e ora: meglio imbattersi in un uomo col collant in faccia che alle gambe. 



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