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Resistiamo da sole, insieme

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

27
NOV
2015
Alcuni uomini ci vorrebbero vedere inciampare, oppure ci fanno continui sgambetti. Ma noi donne, nonostante tutto, continuiamo a camminare fiere. E, perché no, con i tacchi ai piedi
Le cronache di moda degli anni ’40 raccontano che “i ciabattini industriosi staccavano tacchi a rocchetto (…) per sostituirli con quindici centimetri di sughero (…), mentre i medici, fedeli a centenarie abitudini, deprecavano in nome dell’igiene, la mania del giorno, assicurando che il piede femminile, privo dell’arco naturale, sarebbe in breve tempo divenuto piatto e deforme. Ma da cinque anni ormai le donne camminano come equilibriste sui loro trampoli e non accennano a volersene stancare”. Un brano a me molto caro perché, oltre al potere rivoluzionario e catartico delle scarpe, celebra la tenacia, la resistenza, la caparbietà femminile. Qualcuno le ha riassunte in una sola parola, resilienza. Non possiamo permetterci scarpe nuove alla moda? Trasformeremo quelle che abbiamo, sostituendo i vecchi tacchi. I medici (uomini) dubitano che riusciremo a camminare e paventano il rischio di una irreversibile deformazione? Che parlino pure, i nostri piedi non sono mai stati così seducenti. La chiamano mania del giorno, per non dire il capriccio? Intanto sono cinque anni che non ci togliamo i tacchi dai piedi. Amo le donne resilienti, quelle degli anni ’40 che sfidavano convinzioni, convenzioni e morale – e che di lì a poco avrebbero avuto a che fare con le fatiche e le privazioni della guerra – e amo le resilienti di oggi, che vedo attraversare leggere una vita complicata, reinventarsi dopo amori sbagliati, realizzare sogni giovanili, reagire con determinazione davanti alle difficoltà. Amo le donne che, nonostante tutto, continuano a camminare fiere, quando gli altri non si aspettano che un rovinoso inciampo, oppure tendono loro continui sgambetti. In questi giorni, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ho letto tante (troppe) storie di violenza, dalla verbale volgare - che sembra innocua e non lo è - fino all’inconcepibile femminicidio, e ho pensato che è proprio la resilienza, e la speculare incapacità di certi uomini di accettarla, quel filo rosso che le lega tutte. Non ce la farà senza di me. Tornerà sui suoi passi. Non resisterà da sola. Non ha la forza. Non troverà un lavoro. Non saprà di che vivere. Non troverà una nuova casa. Non riuscirà a cambiare vita. Non riuscirà a farsi nuovi amici. Non avrà il coraggio di innamorarsi di nuovo. Non crederà di valere ancora qualcosa. E invece, lo sappiamo tutte, noi riusciamo a farcela, sempre. Anche senza un uomo. A volte, proprio perché non c’è più un uomo. E quando una decisione è presa, non torniamo sui nostri passi, a costo di attraversarlo tutto quel dolore che ci colpisce. Resistiamo da sole e siamo più che forti per trovare un nuovo lavoro, una nuova casa, farci una nuova vita, riempiendola di nuove amicizie o riportandoci dentro le vecchie. Poi, il coraggio di innamoraci di nuovo non ci manca davvero. Quel coraggio che ci fa credere che stavolta sì, sarà per sempre. Anche se è un rischio che forse neanche ci potremmo permettere. E soprattutto, sappiamo quanto valiamo. Non ne dobbiamo mai dubitare, anche quando qualcosa o qualcuno vorrebbero farci credere il contrario. La capacità di non arrenderci e di rilanciare è tutta nostra, è tutta femminile: coltiviamola, difendiamola, esercitiamola. Per noi e per tutte le donne che non possono più. 
 


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