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Ma fatemi il piacere

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

11
DIC
2015
Anche gli uomini soffrono di sindrome premestruale? Leggete qui, vi spieghiamo un paio di cosette sul ciclo e dintorni
Tenetevi forte perché la notizia è di quelle irresistibili. Direttamente da New York, quel bontempone del professor Peter Schlegel rende nota una ricerca condotta su oltre 10.000 uomini, i cui risultati scardinano una delle poche certezze che noi donne avevamo in fatto di maschi. Perché, esistono certezze sugli uomini? Esistono, pensateci bene, e una delle più granitiche riguarda l’irreversibilità dell’uomo S. Dove S sta per Stronzo. Quando uno è uno S. lo è, lo rimane e lo si capisce. Magari prima lo capiscono le tue amiche, che inizialmente si trattengono dal dirtelo, poi tentano di fartelo capire, in seguito di inculcartelo fino a mandarti un “lascialo perdere, è uno S.” come buongiorno al mattino. Spesso ce ne accorgiamo da sole, ma ci piace insistere. L’uomo S. ha caratteristiche ben definite: è (si finge, perché in realtà è semplicemente S.) umorale, scostante, irritabile, scontroso. Spesso stressato, un tantino frustrato, talvolta incline ad arrabbiarsi per poco. A fregarti sono i momenti in cui non è così, quei momenti in cui è un essere assolutamente nella norma, ma che, considerata la differenza con l’ordinario, te lo fanno apparire come un uomo complicato e faticoso, ma eccezionale. Insomma che sia doveroso (e salvifico) girare alla larga dagli uomini S., o archiviarli il prima possibile se ne abbiamo a che fare, lo avevamo ben chiaro. E invece un bel giorno arriva il buon Schlegel a dirti che no, poveretto, non è semplicemente, irrimediabilmente e ineluttabilmente uno S., è che, poverino, soffre di sindrome premestruale. E avvalora la tesi non solo con le testimonianze delle fidanzate, mogli, amanti alle quali lo S. di turno rovina la vita, che confermano guarda caso che sia proprio uno S. patentato, ma raccomanda come ‘cura’ qualche giorno di svago e relax – tranquillo Peter, gli S. svaghi d’ogni risma se li prendono da soli e senza neanche usare la cortesia di informarti – e una maggiore cura da parte delle partner. Ora, non solo mi tengo ben stretta la granitica certezza di cui sopra, ma ne aggiungo un’altra: si possono fare valutazioni e dare opinioni su qualsiasi cosa anche se non la si è vissuta sulla propria pelle, su qualsiasi cosa tranne che sul ciclo mestruale e dintorni. Caro il mio professore e cari i miei intervistati, solo quando qualsiasi vestito indosserete vi farà sentire una mongolfiera, solo quando chiederete le ferie dopo un complicato calcolo di lune e 28 giorni da lì ai prossimi sei mesi e poi andrete in vacanza e vi arriverà comunque il ciclo a rovinarvela, solo quando starete giorni in ansia, che sia un ritardo o un anticipo. Solo quando sarete piegati dai dolori, avrete enormi brufoli in vista, avrete voglia di mangiare anche il tavolino dove sedete, avrete capelli indomabili e subito sporchi, solo quando avrete al contempo voglia di strangolare chiunque e la lacrima facile. Solo quando lascerete macchie imbarazzanti su sedie, tappezzerie e biancheria, solo quando cercherete sul fondo della borsa quell’assorbente che sono sicura c’era e invece non c’è e dovrete correre a casa o in farmacia, quando per circa 35 anni della vostra vita ogni mese sarà scandito, ecco solo lì potrete parlare sul tema. E solo lì potrete giustificare la vostra innata stronzaggine con la bieca scusa della sindrome, il resto – Natura matrigna – è toccato a noi. 
 


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