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Malnati? Ridateci Indiana Jones

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

31
MAR
2016
Imbranato, traditore e raccomandato: ci mancava solo un (ex) archeologo nell'Isola dei famosi per farci rimpiangere Harrison Ford
Abbassare il capo e farcelo cospargere di cenere. Parecchia cenere. Non resta altro da fare a noi archeologi per farci perdonare da Harrison Ford. Per anni ci siamo lamentati di Indiana Jones, del suo Fedora stropicciato sul viso polveroso e abbronzato. Della frusta agitata in aria da due bicipiti tonici e della camicia bianca aperta sul petto scolpito. Della giacca in pelle sdrucita e dei pantaloni abbinati a fasciare due gambe lunghe e tornite. Delle sue avventure in giro per il mondo. Delle sue scoperte magiche e mitiche. Indiana Jones, l’inizio di tutti i mali. La causa di tutti i luoghi comuni sugli archeologi. Poi, una sera qualunque, balza agli onori televisivi della prima serata lui, Aristide Malnati. In maglietta verde acqua su spalle a spiovente e pantaloncini rossi su polpacci bianchicci. Archeologo, egittologo, papirologo e, ahinoi, concorrente dell’undicesima edizione dell’Isola dei Famosi. Vale a dire che rischiamo sul serio che nell’immaginario collettivo Malnati sostituisca Jones. E se indubbiamente Indiana con il suo fascino potrebbe reggere botta, il fatto che Aristide riassuma in sé tutto quel che si può biasimare in un archeologo lo rende incredibilmente competitivo. Intanto, è uno che ha abbandonato la professione, a conferma di quel che comunemente si crede: l’archeologia non è un mestiere. Adesso si definisce divulgatore e giornalista, anzi dice proprio di “avere portato l’archeologia in tv”, probabilmente per attentare alla vita del venerando, nonché venerabile, Piero Angela. Poi, come dire, è decisamente poco avvenente. E questo potrebbe mettere la pietra tombale sui tentativi di quello (sparuto, va detto) manipolo di archeologi bellocci che faticosamente prova a imporsi su uno sterminato esercito di brutti & bruttini, resi ancora meno appetibili agli occhi femminili da una delle mise più diffuse tra gli archeologi uomini. Maglioncino a collo alto – o peggio, lupetto – con evidenti segni di infeltrimento e jeans chiaro Levis (e non chiamate in causa Nick Kamen perché la distanza è siderale), in alternativa a pantalone di velluto a coste, rigorosamente consunto su sedere e ginocchia. Sul look di Malnati tuttavia sospendo il giudizio, che se dalle solitudini di Playa Soledad passa alle nudità di Playa Desnuda, potrei rimpiangerne perfino i pantaloni ciclisti bianchi con cui ha esordito. Come se non bastasse, l’archeologo Malnati è poi una frana con le donne (sogna da una vita di essere Faraone in un harem), un delatore con i capi (vedere alla voce accendino-gate) ed è pure ben ‘agganciato’ (amico fraterno di Signorini, opinionista di punta del programma). Imbranato, traditore e raccomandato… uno o più d’uno con tali caratteristiche ne contavamo sempre sullo scavo, ma mai tutte queste qualità racchiuse in un solo esemplare. Mi appello a voi, amici archeologi, chiedendovi un sussulto d’orgoglio maschio, dal tempio maledetto al cocco agognato, l’ultimo passo prima dell’irreparabile sta per essere fatto.
 


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