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Lacrime di ministra

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

22
APR
2016
Chi l'avrebbe mai detto che una delle donne più potenti d'Italia fosse costretta a elemosinare attenzioni dal fidanzato? E invece, dal Guatemala alle nostre stanze dei bottoni, si ripropone una costante universale, giustificato dal sempiterno: "l'ha fatto per amore"
Se per l’ormai ex Ministra per lo Sviluppo Economico Guidi una “sguattera del Guatemala” è la rappresentazione di quanto di più oltraggioso per la dignità femminile possa esistere, qualcuno la informi che dopo la pubblicazione delle sue intercettazioni al telefono con il suo ormai ex fidanzato imprenditore petrolifero Gianluca Gemelli, anche essere una “figlia d’arte” (a voler esser buona e non dire “figlia di papà”), così come una “giovane donna ministro”, risultano appellativi assai poco lusinghieri. Devo confessare di aver indugiato parecchio a dire la mia sulla faccenda: il ritratto che ne esce di Federica Guidi, una donna fragile e insicura, che rimprovera, prova a far sentire in colpa, minaccia (a vanvera e senza alcun esito) l’uomo di cui è innamorata, parla da solo e non ha bisogno di ulteriore accanimento. È vero anche che alcuni passaggi delle telefonate rese note – lei che piange al telefono o che lamenta per lei un interesse da parte di lui finanche minore a quello riservato a un’ex moglie ingombrante – poco aggiungono ai fini processuali dell’inchiesta “Tempa Rossa” e forse non avevamo neanche il diritto di saperli così nudi e crudi (al contrario di tutto quel che ha una rilevanza penale). Sfruttata, umiliata e mortificata – nonché ferita e tradita a più riprese – dall’uomo che ama, Federica meriterebbe forse un po’ di silenzio, non fosse per un particolare. A giustificare la Guidi ecco che ritorna da più parti un vecchio cavallo di battaglia, cavallo che andrebbe azzoppato una volta per tutte: “l’ha fatto per amore”. Come se l’amore per un uomo (o donna, ben inteso), per altro immeritevole, fosse il salvacondotto per comportamenti conniventi, stupidi e lesivi, in primis della propria dignità. Credo più o meno tutte noi abbiamo rincorso qualcuno, abbiamo vissuto come un grande amore irrisolto quello che per l’altro era poco più che un passatempo affettuoso, abbiamo sprecato tempo, energie e lacrime cercando di cambiare la realtà dei fatti. Più o meno tutte ce la siamo raccontata, regalando anni di vita a delle cacche conclamate, proprio come ha fatto la Guidi. Solo che se un farabutto lo scegli e te lo tieni con la testardaggine e l’entusiasmo dei vent’anni, quando ancora non ti è così chiaro cos’è che peschi, e continuerai a pescare, navigando in certi mari, è giusto che ti sia perdonato. Se lo scegli nell’indipendenza dei trent’anni di vivere con il fiato corto per rincorrere qualcuno che non vuole essere raggiunto, stai rischiando davvero grosso e una corsa senza arrivo inizia a diventare davvero insensata. Ma se persisti oltre i quarantacinque anni suonati, nel pieno della tua maturità e delle tue certezze, c’è un qualcosa che mi resta difficile comprendere e giustificare. Tanto più se sei una donna dalle molte possibilità che rendono indubbiamente più facile fare quello che finora ha mancato la Guidi: uno scatto d’orgoglio e di amor proprio, che diciamocelo, in Ferrari riesce anche meglio.
 


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