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Dio salvi la Regina e tutto il guardaroba

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

28
APR
2016
Le nuove leve (Kate e baby George ma anche la buonanima di Diana) hanno portato a corte un nuovo stile ma noi non abbiamo occhi che per lei, l'inossidabile Elisabetta
 
Alzi la mano chi non ha mai ridacchiato vedendo i tailleur pastello e i cappellini fantasiosi di Royal Family e corte tra gli anni ’80 e i ‘90. O sulla povera (si fa per dire) Camilla Parker Bowles, sempre arruffata e con i capelli scalati forse a colpi di machete e una piega che neanche dopo un passaggio ponte su di un traghetto per le Isole Falkland. Per non parlare di Sarah Ferguson, duchessa di York, portatrice insana di cotonature selvagge e amante di raso e ruches. La moda dell’epoca di sicuro non aiutava e l’unico faro acceso sembrava essere Lady Diana, che dopo aver messo da parte Carlo insieme alle camicie da educanda, si consegnò nelle mani di Versace. Poi è arrivata a corte lei, Catherine Middleton e nell’arco di una manciata di anni e di indimenticabili outfit– dall’abito griffato Alexander McQueen con cui ha impalmato l’erede al trono alla vestaglia da camera su pantofoline con cui Baby George ha ricevuto il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama – ha spazzato via tutti i dubbi sull’inadeguatezza fashion dei reali inglesi. Per dirla in breve, è in atto un nuovo Colonialismo, con le borsette al posto delle palle da cannone e gli abitini invece dell’artiglieria. Certo, l’abito da sposa di Kate ha spalancato le porte di chiese e municipi al pizzo trasparente portato a pelle, fino all’attuale deriva di abiti da sposa più adeguati alla finale di Ballando con le Stelle che a una cerimonia, ma tant’è, lei non ha mai toppato un look. Facile, diranno alcune, quando si è una principessa. Vero, e lei risponde indossando un abito Zara da 79 euro e 90 centesimi. Quello che però i più ignorano è che a Buckingham Palace è un’altra la donna che in quanto a stile batte tutti: Queen Elizabeth II. L’abbiamo sempre un po’ snobbata, credendo a torto marcio che fosse una specie di Angela Merkel con la corona e che, come la monolitica Cancelliera tedesca, trovato un tailleur giacca e gonna che veste bene e comodo, se lo fosse fatto replicare in infinte varianti di colore. Niente di più sbagliato. Queen Elizabeth – 90 candeline appena soffiate e quasi 70 anni di matrimonio con l’uomo di cui si è innamorata poco più che bambina – non ha un abito uguale a un altro. Ha un armadio in cui ogni mise è schedata dal suo stilista personale per non rischiare di essere nuovamente indossata in una stessa occasione o località e ha propri accessori abbinati, il cappellino su tutti. Le sue borsette Launer– pellami pregiati e modelli in esclusiva – hanno interni sagomati e svuotati per renderle leggere al braccio, nonché nomi evocativi, quali Turandot e Traviata. Le sue gonne sono ‘testate’ davanti a enormi ventilatori, contro i rischi di un eventuale vento irrispettoso che lasci intravedere qualcosa in più di ciò che a una Regina (e non solo per nascita) è lecito mostrare, e come nei tailleur Chanel, hanno dei piccoli pesi in piombo per farle cadere in modo impeccabile. Le maniche sempre rigorosamente a ¾, non sia mai che finiscano inavvertitamente nel porrige. E sulle scarpe – sempre mezzo tacco e un debole per mocassini Gucci con morsetto –  posso solo dire che voci di palazzo sussurrano di un tendiscarpe in carne, ossa e piedi piagati. Insomma, ne è passata d’acqua sotto Tower Bridge dai buoni del razionamento usati nel 1947 per il suo abito da sposa: God Save the Queen (con tutto il guardaroba).
 


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