Era già nell'aria ma il fenomeno esplode e diventa pop con le incursioni in passerella dello stile unico della grande artista messicana
Dal 1 febbraio è aperta al MUDEC - Museo delle Culture di Milano una grande mostra sulla pittrice messicana Frida Kahlo (1907- 1954), "figlia" della rivoluzione messicana e del Messico moderno.
E mentre la retrospettiva curata da Diego Sileo, con l'esposizione di tutte le opere provenienti dalle due più grandi collezioni mondiali dell'artista messicana e da prestiti internazionali, rompe con la retorica sul personaggio per andare "oltre il mito" ed esaltarne (finalmente) la cifra artistica, Frida irrompe sulle passerelle delle collezioni Primavera Estate 2018.
E lo fa sullo sfondo di una natura desertica e selvaggia, da cui difendersi con gonne lunghe, mantelli, amuleti e disegni apotropaici, per la prima (favolosa) Cruise Collection firmata da Maria Grazia Chiuri per Dior, o nei ricami sgargianti di fiori e di animali della cultura pre-colombiana su candidi abiti bianchi che ricordano quelli matriarcali da Stella Jean.
E ancora, da Gucci, con abiti lunghi in fantasia di fiori e di ritratti come usciti da una tela, o che mixano su grandi fasce tessuti e fantasie sotto grandi fiocchi a chiudere il collo. Tripudio di accessori, tra cui gli immancabili copricapo a fiori, insieme a tinte sgargianti, icone sacre prestate alla moda, accostamenti cromatici forti da Dolce & Gabbana.
Per una donna libera che, parafrasando Frida, "non appartiene a nessuna categoria”.