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La "vecchietta" senza più veli

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

31
LUG
2015
Oggi si preferisce destinare fondi allo “sport” della caccia e ai circhi, piuttosto che ai beni culturali o alla ricerca di fonti alternative. Intanto però qualcosa cambia e anche una chiesetta riportata ad antico splendore può fare la differenza
 
 “Mi immagino come nella storia del brutto anatroccolo che diventa cigno, della ragazzina goffa, adolescente, coperta da maglioni extralarge; vergognosa, mi nascondevo tra le gambe della mia sorella maggiore, ammirata e maestosa; e nessuno si curava di me”. 
La osservavo durante la sua “rinascita”, finalmente guardata e apprezzata e ho cominciato a pensare a lei come fosse una persona e mi chiedevo, chissà cosa prova adesso? Il 22 luglio la Chiesa del Monte Purgatorio, ha tolto le impalcature che, a mo di grande coperta, l’avevano avvolta per così tanto tempo; adesso questa tenera “ragazzina” può finalmente essere contemplata e non vivere all’ombra di nessuno. A festeggiarla c’erano davvero tante persone; martinesi e non si erano mossi dalle loro case ventilate per andare a respirare un vento nuovo e quasi mi commuovevano quegli occhi pieni di tenerezza di chi osservandola, finalmente, la rivedeva dopo tanto tempo. Guardavo la folla io, guardavo come Lei veniva guardata, come quando si spiano gli sguardi di intesa di due innamorati.  Ho visto la voglia di esserci e di bere cultura, e il desiderio di smentire la falsa convinzione che la cultura oggi non interessa a nessuno. Che tristezza mi fa la frenesia e la velocità del tempo, il tran tran degli impegni che ci distraggono dalla storia che noi italiani possiamo vantare nel mondo; tipico caso di chi ha qualcosa di bello, ma vuole altro. Industrie inquinanti e un frutto fuori stagione importato da chissà dove sono bramati più di quanto si brami il dipinto antico della chiesetta o il vicolo del centro storico con l’anziana signora. Ci vogliono le parate e gli inviti su carta stampata per dire “riappropriamoci di qualcosa che è nostro”, come nel caso della chiesetta rinata. Oggi si preferisce destinare fondi allo “sport” della caccia e ai circhi, piuttosto che ai beni culturali o alla ricerca di fonti alternative. 
Voglio ricordarmi di quella folla e di quegli occhi commossi perché voglio credere che ci sia voglia di cambiamento sociale, che ci sia la voglia di miglioramento, quello che gli economisti chiamano decrescita felice, uno sguardo al passato per riprenderci il futuro.
 
RUSTIC PLUM PIE
 
Chissà perché in inglese suona tutto meglio! Dai testi delle canzoni ai nomi delle persone e delle ricette. Da Nicola Gabbia, ovvero Nicholas Cage a Tommaso Crociera, alias Tom Cruise, anche la ricetta di oggi è molto più chic se chiamata in inglese. Ma essendo casereccia e rustica, la chiameremo semplicemente torta alle susine! 
 
Per misurare sempre e soltanto la Tazza, gli ingredienti invece sono:
 
1 tazza di farina di farro integrale
1/2 tazza di zucchero di canna
1/2 bicchiere di olio di semi di girasole
1 cucchiaio di lievito vanigliato
1 limone, solo la buccia grattugiata
1 cucchiaino di cannella
latte di soia q.b
4-5 susine mature
 
In una ciotola unire gl’ingredienti secchi e poi l’olio, a filo il latte, aggiunto poco per volta. Dobbiamo lavorare l’impasto con le mani, come se volessimo sgranarlo, dato che deve risultare appiccicoso, ma comunque friabile, come una frolla.
 
Foderiamo la tortiera con della carta forno e versiamoci sopra l’impasto, schiacciandolo e rendendolo omogeneo. Aggiungere le susine tagliate a pezzetti e cospargere di zucchero di canna
 
In forno pre riscaldato a 180° per 30-35 min circa
 
Lasciare raffreddare e servire tiepido con una pallina di gelato alla vaniglia.
 


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