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Indossereste mai i peli di qualcun altro?

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

15
GEN
2016

Spiegare quanto sia crudele utilizzare pellicce, piume e piumini per i nostri abiti non è mai facile perché gli orrori legati a queste pratiche farebbero inorridire anche i meno sensibili. Noi ci proviamo, in modo gentile e in rima

 

Certi argomenti son difficili da trattare, si guarda altrove, si gira lo sguardo. Quando è arrivato l’inverno, qui come nel resto d’Italia, ho messo via vestitini e magliette e ho cominciato a tirar fuori i cappotti; le temperature si abbassano e sentiamo il bisogno di avvolgerci in tessuti morbidi e caldi: il cotone che cede il posto al maglione di lana, al piumone di piuma d’oca e al Parka con il cappuccio e polsini in pelliccia. 

Ogni capo di abbigliamento che contiene fibre di origine animale comporta un maltrattamento, più o meno grave agli animali. La lana è il vello tosato della pecore e la tosatura con lame automatizzate comporta il rischio di ferire la carne dell’animale; le piume d’oca sono strappate brutalmente dall’animale senza alcun tipo di anestesia e poi ci sono loro: le pellicce. 

Indossare una pelliccia vera nel 2016? Non solo scuoiare la pelle da un animale che muore soffocato in una camera a gas come nel caso dei visoni è prassi crudele, ma assolutamente fuori moda! Infatti nel Regno Unito un sondaggio ha dimostrato che quasi il 95% delle donne non indosserebbe mai una pelliccia vera. L’alternativa di tendenza è rappresentata dalla pelliccia ecologica, una vera e propria scelta etica per le donne (e uomini) che vogliono essere alla moda senza sacrificare nessun animale innocente. 

Nonostante l’argomento spiegato seriamente e in profondità susciterebbe orrore perfino negli occhi (e nel cuore) del meno sensibile, non nascondo che un sorrisetto beffardo oggi mi ispira a spiegarlo giocando un po’. Perché infondo lana, pelliccia e piume son peli, di qualcun altro. E senza pensarci ce li mettiamo addosso. 

 

Tanta fatica noi donnine a esser lisce come pesca, 

estirpiamo l’insidioso pelo con tal tenacia che è pazzesca.

Non temiamo dolore alcuno: 

eliminiamo quello bianco, biondo eppure bruno.

Siamo donne, non scimpanzé 

sul nostro corpo pelo non ce n’è!

La rima oggi mi è spontanea se di peli dobbiam parlare

perché se vedo pellicce in giro io comincio a gridare:

“un orso!! un orso!!!” a gran voce urlo

si, cara signora…di lei io mio burlo!

Non me ne voglia, donna impellicciata 

so che per lei è moda, ma è antiquata;

Mi chiedo che fine han fatto i suoi di peli,

li ha mica cuciti a formar caldi teli?

Cara signora, lei deve sapere quel che indossa:

son peli di altro, che un tempo era pure carne ed ossa.

Fa freddo? eh, lo so son tempi duri 

e del sederino del coniglio perché non te ne curi?

Visoni, Nutrie ed ermellini

ancora cincillà, moffette e zibellini.

Signora elegante che vai a teatro e “alla messa”,

lo so che apri l’armadio e dici: “pelliccia, (yu-uuu), dove t’ho messa?

ah eccoti qui! vieni ti porto in giro

Mi depilo e mi metto in tiro”.

Ancor si pensa sia simbolo di eleganza e nobiltà,

tutt’al più la pelliccia è ingiusta crudeltà. 

Un’altra è la nobiltà che preferirei vedere,

quella di una donna che non ostenta nel denaro il suo potere

E’ la nobiltà d’animo l’eleganza più ricercata,

è senza firme e non può essere comprata.

 



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