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L´INCREDIBILE STORIA DI ALBERT

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

3
MAR
2016
Dalle uova di gallina non nasce nulla, ma da quelle di quaglia probabilmente sì. Curiose storie di legami, di fecondazioni e adozioni: una stepchild adoption tutta moderna
 
La storia comincia in un giorno qualsiasi, nei Paesi Bassi, quando Alwyn, olandese di 45 anni, entrando in un supermercato, ha acquistato una confezione di uova di quaglia; tornato a casa non ha pensato a come cucinarle, bensì Alwyn ha deciso che da una di quelle uova sarebbe nata una vita. Grazie ad un’ incubatrice casalinga e ad un mese di pazienza, una di quelle uova si è schiusa davvero ed è nato Albert: un pulcino che rappresenta l’anomalia, “una possibilità su un milione”.
La storia di un uovo acquistato in un normale supermercato, diventato poi  “vita”, ha fatto il giro del mondo, smuovendo riflessioni etiche e filosofiche: cosa mangiamo? 
Gli allevamenti di quaglia sono meno intensivi rispetto a quelli di galline, gli esemplari di maschi e femmine condividono gli stessi spazi e per questo vi è la possibilità che le uova siano fecondate. Al contrario, questo non potrebbe succedere anche per le uova di gallina, essendo previsto in tali allevamenti la netta separazione tra maschi e femmine.
Certo, potremmo pensare che se non avesse usato un’incubatrice non si sarebbe creata una nuova vita e quell’uovo sarebbe rimasto tale: un uovo con cui farci una frittata e nulla più. E così è in effetti. Ma il punto di riflessione dovrebbe essere un altro: dietro alla produzione di uova esiste una selezione di pulcini: le femmine continuano a vivere per la produzione intensiva di uova, i maschi sono destinati verso il trita rifiuti. Ignari, su quella striscia meccanica, vengono trasportati verso il loro destino. 
Purtroppo la produzione in allevamenti intensivi ha schiavizzato uomini e animali in egual modo. Il tempo in cui era possibile vedere scorrazzare la propria gallina che ci regalava un uovo, una tantum, tra i fili d’erba è storia passata. La storia di Albert non è un caso isolato, già nel 2008 una donna tentò l’impresa di dare alla luce un pulcino da un uovo di quaglia, e anche lei ci riuscì. Curiose storie di legami, di fecondazioni e adozioni: una stepchild adoption tutta moderna.
 
FARIFRITTATA 
L’ORO DI PISA CON SPINACI
La farifrittata (o farinata) è una frittata senza uova, al loro posto si usa la farina di ceci; cotta al forno o in padella, insaporita con spezie e arricchita con verdure di stagione. Una variante più leggera e con meno colesterolo della classica frittata di uova, da inserire nel menù settimanale. 
La storia della sua origine è davvero curiosa. Una leggenda racconta che sia nata durante la battaglia tra Genova e Pisa nel 1284: durante una tempesta le navi genovesi si trovarono barilotti di olio e sacchi di ceci rovesciati, inzuppati di acqua salata. Essendo le provviste scarse e molte le persone da sfamare, raccolsero quella poltiglia da riutilizzare, ma alcuni marinai rifiutandosi di mangiarla, la lasciarono seccare al sole. Il giorno dopo, spinti dalla fame, si ritrovarono una sorpresa gustosa, una frittata dorata che ribattezzarono “l’oro di Pisa”.
 
 
INGREDIENTI 
200 gr di spinaci surgelati
150 gr di farina di ceci
100 gr circa di acqua
2 spicchi d’aglio 
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
 
PROCEDIMENTO
Lessare in poca acqua salata gli spinaci surgelati, quando saranno cotti, strizzarli per eliminare l’acqua in eccesso e trasferirli in una padella capiente con olio e aglio (che poi elimineremo). Mentre soffriggono, prepariamo la pastella di ceci: in una ciotola mischiare la farina l’acqua, sale e pepe. Mischiare velocemente evitando che si formino dei grumi. Dovrà essere una pastella morbida, ma non troppo liquida. Versarla sopra agli spinaci e, a fiamma bassa con un coperchio, lasciare cuocere come una normale frittata; girarla dall’altro lato per finire la cottura da ambo i lati e servire accompagnata da verdure di stagione cotte o crude.
 


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