MENU

Ecco le uniche trivelle che vogliamo

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

15
APR
2016
Prima vi spieghiamo perchè sarebbe bene votare sì al referendum, e poi vi prendiamo per la gola con una ricetta a tema
 
 
Diceva bene Battisti: “oh mare nero, mare nero…”, ma lui lo vedeva trasparente, noi soltanto sporco di petrolio. Come nel gioco del monopoli, il nostro pianeta si compra e si vende e non basta costruire sulla terraferma, o in cielo, anche il mare è oggetto di scambi d’affari. Un meccanismo che sgomita, che segue la legge del più forte, e dove la forza in tal caso è di tipo economico. Il mondo del petrolio rappresenta il settore con la più alta propensione alla corruzione, capace di farsi strada grazie, appunto, alla differenza economica tra le compagnie petrolifere titolari o gestori di impianti e la debolezza -  economica e politica - dei territori ove gli impianti stessi sono collocati. Tutto questo alimenta chi ha fame di potere e provoca ingiustizie sociali e danni ambientali. Come ribadisce Rossella Muroni, presidentessa di Legambiente: “nel nostro mare, entro le 12 miglia, ci sono ad oggi 35 concessioni di estrazione di idrocarburi; tre di queste sono inattive, una è in sospeso fino alla fine del 2016, cinque erano non produttive nel 2015. Le altre 26 concessioni, che sono produttive, sono distribuite tra il mare Adriatico, il mar Ionio e il canale di Sicilia”. Queste piattaforme, soggette a referendum, oggi producono il 27% del totale del gas e il 9% del greggio estratti in Italia. E se anche Renzi con un pool di scienziati e ricercatori italiani, tra cui il professor Vincenzo Balzani, dell’Università di Bologna, coordinatore del Comitato Energia per l’Italia, avevano sostenuto che le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, ad oggi quelle parole sono aria fritta se votassimo No al referendum del 17 aprile. “E’ importante ricordare – sottolinea ancora la Muroni – che mettere una scadenza alle concessioni date a società private, che svolgono la loro attività sfruttando beni appartenenti allo Stato, non è una fissazione delle associazioni ambientaliste o dei comitati, ma è una regola comunitaria. Non si capisce perché in questo caso, le compagnie petrolifere debbano godere di una normativa davvero speciale, togliendo ogni scadenza temporale e lasciando la possibilità di appropriarsi di una risorsa pubblica a tempo indeterminato. E ci preoccupa molto – aggiunge la presidentessa di Legambiente – che il governo, invece di spiegare come intende portare l’Italia fuori dall’era dei fossili (fonti di energia non rinnovabile), in linea con gli impegni presi a Parigi alla Cop21, mandi segnali contrari quali togliere la scadenza alle attività estrattive in mare entro le 12 miglia”. “Il governo italiano segua l’esempio di quello francese e di quello croato, che hanno deciso una moratoria immediata sulle ricerche di idrocarburi nel mar Mediterraneo e raggiungere così l’indipendenza energetica e affermare un modello di sviluppo sostenibile”, chiede il comitato Vota Sì Ferma le Trivelle”. Qualora si perpetrasse la ricerca di petrolio in mare, le conseguenze sarebbero devastanti soprattutto in caso di incidente di trivellazione petrolifera. La perdita di petrolio in mare da parte delle petroliere, può danneggiare e distruggere irreversibilmente l’ambiente marino senza che neppure la bonifica dell’ambiente danneggiato possa porre rimedio. Negli ultimi anni abbiamo già potuto assaporare le conseguenze di alcuni incidenti in mare, basti ricordare il disastro petrolifero che colpì le coste del Kuwait, Arabia Saudita e Iran, con un riversamento di petrolio in mare tra 1.360.000 e 1.500.000 tonnellate; o la superpetroliera Haven che nel mar Mediterraneo, vicino Genova, perse circa 144.000 tonnellate di oro nero. A ribadire che non siamo affatto vittime inconsapevoli, ma cittadini attivi e coscienziosi, attenti al nostro mare, c’ha pensato un gruppo di attivisti Greenpeace che, alla faccia del tosco Renzi, ha installato una trivella in piazza, a Firenze, simulando le attività di perforazione e i cui cartelloni dicevano: “Trivella Italia s.p.a, il tuo Paese, il nostro profitto”. C’è chi poi a favore delle petrolifere parla di lavoro e alto tasso di disoccupazione qualora fossero smantellate, ma a veder bene, come sostiene il presidente di Greenpeace Boraschi: “votando sì al referendum queste piattaforme non verranno dismesse subito, ma nel giro di circa 10 anni, consentendo di tutelare la pur esigua occupazione legata al loro funzionamento, senza determinare alcun deficit energetico, né un aumento delle importazioni di fonti fossili”. Quella della disoccupazione sembra essere la solita giustificazione, come nel caso degli impianti Ilva, che consente di distruggere il pianeta e la salute degli esseri umani e della specie animale con le nostre stesse mani.
 
 
TRIVELLE CON MELANZANE CAPPERI E OLIVE
 
Un primo piatto vegetariano utilizzando un formato di pasta chiamato “trivelle”, una via di mezzo tra un bucatino e un fusillo. Meglio la trivella nel piatto che nei nostri mari!
 
INGREDIENTI per 2 persone
 
-    250 g di pasta formato trivella
-    1 melanzana
-    7 pomodorini freschi 
-    1 cucchiaio di capperi 
-    1 manciata di olive nere ( meglio se denocciolate e tagliate a pezzetti)
-    basilico 
-    olio evo q.b.
-    sale e pepe q.b
-    pecorino grattugiato o ricotta salata ( facoltativo)
 
PROCEDIMENTO
 
Laviamo la melanzana e tagliamola a cubetti. Per un piatto più leggero possiamo cuocere la melanzana al forno o in padella con poco olio, continuando la cottura coperti da un coperchio per una decina di minuti, altrimenti possiamo friggere i pezzetti di melanzana in abbondante olio di semi.
Ultimata la cottura delle melanzane, mettiamo da parte e prepariamo il sugo di pomodorini in una padella con 2-3 cucchiai di olio evo, uno spicchio d’aglio e i pomodorini tagliati, capperi e olive nere. Unire le melanzane in padella.  Aggiustare di sale e pepe e aggiungere qualche foglia di basilico.
In una pentola portare a ebollizione l’acqua di cottura e cuocere le “trivelle”. Quando saranno cotte, scolarle e unirle al sugo, amalgamare con un po' di acqua di cottura e unire pecorino o ricotta salata (facoltativo).
 
Buon appetito!
 
 
 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor